venerdì 22 Novembre 2024

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Eurovision 2019, con Mahmood meglio non partire da favoriti

Dopo aver vinto a sorpresa il Festival di Sanremo, per il giovane milanese è tempo di conferme internazionali

Raccogliere ciò che negli anni di gavetta ha seminato, questo lo spirito con cui Mahmood affronta il florido momento professionale che, a partire dallo scorso 9 febbraio, ha scombussolato positivamente la sua vita e i suoi piani, al punto da anticipare di una settimana l’uscita del suo disco d’esordio Gioventù bruciata“, trovandosi a fare i conti con un successo inaspettato ma quantomai sognato e ardentemente desiderato. La sua è la storia di un ragazzo che ha saputo incassare i colpi di un’epoca difficile e frenetica, che ti mette psicologicamente e costantemente alla prova, concentrandosi sugli aspetti da migliorare e sul desueto concetto del “lavorare su se stesso”, per arrivare a creare un proprio stile unico e originale. “Soldi” non ha soltanto trionfato al Festival di Sanremo, ma ha convinto facendo incetta di passaggi radiofonici, visualizzazioni e ascolti digitali, superando qualsiasi aspettativa.

Spetterà a lui l’onere e l’onore di rappresentarci nel corso della 64esima edizione dell’Eurovision Song Contest (per i nostalgici Eurofestival), la cui finale si terrà il prossimo 18 maggio a Tel Aviv, in Israele, grazie alla vittoria di Netta Barzilai dello scorso anno. Stando ad alcune rivelazioni del cantante, il brano subirà delle variazioni, non è ancora dato sapere se dal punto di vista linguistico o altro, ciò che è certo è che per i bookmaker la sua partecipazione è tra le più quotate, ma non è il favorito per la vittoria… va benissimo così.

Più volte abbiamo parlato e approfondito l’argomento (ad esempio in questo articolo), per questo motivo siamo più che contenti nel lasciare alla Russia e alla Svezia il ruolo di favoriti della vigilia, meglio partire da outsider. Dopo i bocconi amari deglutiti nel 2015 con Il Volo e nel 2017 con Francesco Gabbani, lo scorso anno con la coppia Meta-Moro siamo riusciti a ribaltare, grazie al televoto, le angherie delle giurie dei vari Paesi, che non ci vedono molto di buon occhio.

“Soldi” si distingue dalle altre proposte presentate dal nostro Paese negli ultimi anni, bisogna ammettere sempre di buon livello, per questa ragione potrebbe rappresentare una sorpresa, così come è accaduto al Festival di Sanremo. Un brano che colpisce sin dal primo ascolto, molto di più nella versione dal vivo rispetto a quella in studio che appare meno trascinante nella parte finale, al punto da poter auspicare un importante coinvolgimento internazionale, perché quel “come va come va come va” si lascia canticchiare con facilità anche a chi non mastica l’italiano.

Soldi | La playlist delle reazioni internazionali

A parte qualche soggetto strambo, bisogna ammettere che le reazioni del pubblico europeo sono molto positive, il ritmo e il “clap clap” hanno colpito nel segno, così come la “beautiful voice” del nostro Mahmood, che possiede tutte le carte in regola per stupire ed impossessarsi del maggior numero possibile di “twelve points” in palio per ogni nazione partecipante. Senza tralasciare la valenza culturale e sociale del pezzo, in particolare i versi in arabo dello special che verranno cantanti per combinazione in una delle città maggiormente cosmopolite del Medio Oriente, il che susciterà un effetto particolare.

L’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Eurovision, kermesse che ha tratto ispirazione dal modello sanremese, nata ufficialmente nel lontano 1956. Negli anni la manifestazione canora ha subito varie metamorfosi, fino a diventare uno degli eventi mediatici più seguiti d’Europa. Su sessantaquattro edizioni, il nostro Paese ha preso parte per ben quarantasei volte, aggiudicandosi il titolo nel 1964 con Gigliola Cinquetti (“Non ho l’età”) e nel 1990 con Toto Cutugno (“Insieme: 1992”).

Tanti gli artisti che hanno rappresentato il nostro tricolore nel corso dei decenni, da Domenico Modugno a Claudio Villa, passando per Bobby Solo, Iva Zanicchi, Sergio Endrigo, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Al Bano Carrisi e Romina Power, i Ricchi e Poveri, Raf e Umberto Tozzi, Mia Martini, fino ai più recenti Raphael Gualazzi, Nina Zilli, Marco Mengoni, Emma, Il Volo, Francesca Michielin, Francesco Gabbani, Ermal Meta e Fabrizio Moro.

A ventinove anni di distanza dalla nostra ultima vittoria, ciò che è certo è che anche quest’anno ci presentiamo con una valida proposta, anche se è ancora prematuro parlare di reali possibilità di portarci a casa il titolo. Chi segue da sempre la manifestazione, sa benissimo che le sorprese sono dietro l’angolo, partire in sordina non può che rappresentare per noi un grande vantaggio. Tra le canzoni già ufficializzate, con tutta onestà, neanche quest’anno ci sono candidature sorprendenti, molto dipenderà dalla messa in scena in arena. Dal nostro canto, ancora una volta, ce la giocheremo fino in fondo, con il solito beneaugurante spirito del “non succede, ma se succede…”.

Eurovision Song Contest | Le partecipazioni italiane

1956: Franca RaimondiAprite le finestre (2º posto)
1957: Nunzio GalloCorde della mia chitarra (6º posto)
1958: Domenico ModugnoNel blu dipinto di blu (3º posto)
1959: Domenico ModugnoPiove (6º posto)
1960: Renato RascelRomantica (8º posto)
1961: Betty CurtisAl di là (5º posto)
1962: Claudio VillaAddio addio (9º posto)
1963: Emilio PericoliUno per tutte (3º posto)
1964: Gigliola Cinquetti – Non ho l’età (1º posto) 
1965: Bobby SoloSe piangi se ridi (5º posto)
1966: Domenico ModugnoDio come ti amo (17º posto)
1967: Claudio VillaNon andare più lontano (11º posto)
1968: Sergio EndrigoMarianne (10º posto)
1969: Iva ZanicchiDue grosse lacrime bianche (13º posto)
1970: Gianni MorandiOcchi di ragazza (8º posto)
1971: Massimo RanieriL’amore è un attimo (5º posto)
1972: Nicola Di BariI giorni dell’arcobaleno (6º posto)
1973: Massimo RanieriChi sarà con te (13º posto)
1974: Gigliola Cinquetti (2º posto)
1975: Wess e Dori GhezziEra (3º posto)
1976: Al Bano Carrisi e Romina PowerNoi lo rivivremo di nuovo (7º posto)
1977: Mia MartiniLibera (13º posto)
1978: Ricchi e PoveriQuesto amore (12º posto)
1979: Matia BazarRaggio di luna (15º posto)
1980: Alan SorrentiNon so che darei (6º posto)
1981 – 1982: nessuna partecipazione
1983: Riccardo FogliPer Lucia (11º posto)
1984: Alice e Franco Battiato I treni di Tozeur (5º posto)
1985: Al Bano Carrisi e Romina PowerMagic, Oh Magic (7º posto)
1986: nessuna partecipazione
1987: Umberto Tozzi e RafGente di mare (3º posto)
1988: Luca Barbarossa Ti scrivo (12º posto)
1989: Anna Oxa e Fausto LealiAvrei voluto (9º posto)
1990: Toto Cutugno – Insieme: 1992 (1º posto)
1991: Peppino di CapriComme è ddoce ‘o mare (7º posto)
1992: Mia MartiniRapsodia (4º porto)
1993: Enrico RuggeriSole d’Europa (12º posto)
1994 – 1996: nessuna partecipazione
1997: JalisseFiumi di parole (4º posto)
1998 – 2010: nessuna partecipazione
2011: Raphael GualazziFollia d’amore (2º posto)
2012: Nina ZilliL’amore è femmina (9º posto)
2013: Marco MengoniL’essenziale (7º posto)
2014: EmmaLa mia città (21º posto)
2015: Il VoloGrande amore (3º posto)
2016: Francesca MichielinNessun grado di separazione (16º posto)
2017: Francesco GabbaniOccidentali’s Karma (6º posto)
2018: Ermal Meta e Fabrizio MoroNon mi avete fatto niente (5º posto)
2019: MahmoodSoldi (?????)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.