Dopo aver vinto a sorpresa il Festival di Sanremo, per il giovane milanese è tempo di conferme internazionali
Raccogliere ciò che negli anni di gavetta ha seminato, questo lo spirito con cui Mahmood affronta il florido momento professionale che, a partire dallo scorso 9 febbraio, ha scombussolato positivamente la sua vita e i suoi piani, al punto da anticipare di una settimana l’uscita del suo disco d’esordio “Gioventù bruciata“, trovandosi a fare i conti con un successo inaspettato ma quantomai sognato e ardentemente desiderato. La sua è la storia di un ragazzo che ha saputo incassare i colpi di un’epoca difficile e frenetica, che ti mette psicologicamente e costantemente alla prova, concentrandosi sugli aspetti da migliorare e sul desueto concetto del “lavorare su se stesso”, per arrivare a creare un proprio stile unico e originale. “Soldi” non ha soltanto trionfato al Festival di Sanremo, ma ha convinto facendo incetta di passaggi radiofonici, visualizzazioni e ascolti digitali, superando qualsiasi aspettativa.
Spetterà a lui l’onere e l’onore di rappresentarci nel corso della 64esima edizione dell’Eurovision Song Contest (per i nostalgici Eurofestival), la cui finale si terrà il prossimo 18 maggio a Tel Aviv, in Israele, grazie alla vittoria di Netta Barzilai dello scorso anno. Stando ad alcune rivelazioni del cantante, il brano subirà delle variazioni, non è ancora dato sapere se dal punto di vista linguistico o altro, ciò che è certo è che per i bookmaker la sua partecipazione è tra le più quotate, ma non è il favorito per la vittoria… va benissimo così.
Più volte abbiamo parlato e approfondito l’argomento (ad esempio in questo articolo), per questo motivo siamo più che contenti nel lasciare alla Russia e alla Svezia il ruolo di favoriti della vigilia, meglio partire da outsider. Dopo i bocconi amari deglutiti nel 2015 con Il Volo e nel 2017 con Francesco Gabbani, lo scorso anno con la coppia Meta-Moro siamo riusciti a ribaltare, grazie al televoto, le angherie delle giurie dei vari Paesi, che non ci vedono molto di buon occhio.
“Soldi” si distingue dalle altre proposte presentate dal nostro Paese negli ultimi anni, bisogna ammettere sempre di buon livello, per questa ragione potrebbe rappresentare una sorpresa, così come è accaduto al Festival di Sanremo. Un brano che colpisce sin dal primo ascolto, molto di più nella versione dal vivo rispetto a quella in studio che appare meno trascinante nella parte finale, al punto da poter auspicare un importante coinvolgimento internazionale, perché quel “come va come va come va” si lascia canticchiare con facilità anche a chi non mastica l’italiano.
Soldi | La playlist delle reazioni internazionali
A parte qualche soggetto strambo, bisogna ammettere che le reazioni del pubblico europeo sono molto positive, il ritmo e il “clap clap” hanno colpito nel segno, così come la “beautiful voice” del nostro Mahmood, che possiede tutte le carte in regola per stupire ed impossessarsi del maggior numero possibile di “twelve points” in palio per ogni nazione partecipante. Senza tralasciare la valenza culturale e sociale del pezzo, in particolare i versi in arabo dello special che verranno cantanti per combinazione in una delle città maggiormente cosmopolite del Medio Oriente, il che susciterà un effetto particolare.
L’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Eurovision, kermesse che ha tratto ispirazione dal modello sanremese, nata ufficialmente nel lontano 1956. Negli anni la manifestazione canora ha subito varie metamorfosi, fino a diventare uno degli eventi mediatici più seguiti d’Europa. Su sessantaquattro edizioni, il nostro Paese ha preso parte per ben quarantasei volte, aggiudicandosi il titolo nel 1964 con Gigliola Cinquetti (“Non ho l’età”) e nel 1990 con Toto Cutugno (“Insieme: 1992”).
Tanti gli artisti che hanno rappresentato il nostro tricolore nel corso dei decenni, da Domenico Modugno a Claudio Villa, passando per Bobby Solo, Iva Zanicchi, Sergio Endrigo, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Al Bano Carrisi e Romina Power, i Ricchi e Poveri, Raf e Umberto Tozzi, Mia Martini, fino ai più recenti Raphael Gualazzi, Nina Zilli, Marco Mengoni, Emma, Il Volo, Francesca Michielin, Francesco Gabbani, Ermal Meta e Fabrizio Moro.
A ventinove anni di distanza dalla nostra ultima vittoria, ciò che è certo è che anche quest’anno ci presentiamo con una valida proposta, anche se è ancora prematuro parlare di reali possibilità di portarci a casa il titolo. Chi segue da sempre la manifestazione, sa benissimo che le sorprese sono dietro l’angolo, partire in sordina non può che rappresentare per noi un grande vantaggio. Tra le canzoni già ufficializzate, con tutta onestà, neanche quest’anno ci sono candidature sorprendenti, molto dipenderà dalla messa in scena in arena. Dal nostro canto, ancora una volta, ce la giocheremo fino in fondo, con il solito beneaugurante spirito del “non succede, ma se succede…”.
Eurovision Song Contest | Le partecipazioni italiane
1998 – 2010: nessuna partecipazione
Nico Donvito
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