venerdì 22 Novembre 2024

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Luca Dirisio e il manifesto pop-consolatorio de “La mia gente” – RECENSIONE

Il cantautore abruzzese torna sulle scene con un brano carico di speranza, di contenuti e di energia

“La vita è tutto ciò che hai” è una di quelle frasi-slogan che potevano uscire solo dalla penna di Luca Dirisio, da sempre la sua è una scrittura incisiva e istintiva, capace di risollevarti in un momento difficoltoso attraverso l’arte consolatoria per eccellenza: la musica. “La mia gente” è il titolo del singolo che, di fatto, rompe il suo silenzio discografico, un ritorno sia sulle scene che alle origini, data la ripresa del sodalizio con Giuliano Boursier, suo storico produttore e arrangiatore, con il quale ha realizzato la trilogia d’esordio (“Luca Dirisio” del 2004, “La vita è strana” del 2006 e “300 all’ora” del 2008). Tanti i successi ottenuti in coppia, tra cui citiamo: “Calma e sangue freddo”, “Il mio amico vende il tè”, “Usami”, “Per sempre”, “Sparirò”, “Magica” e “Se provi a volare”. A distanza di oltre dieci anni dal loro ultimo progetto insieme, la collaborazione riprende e darà luce al nuovo album di inediti del cantautore vastese, per l’etichetta Music Ahead, la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.

Disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali a partire da venerdì 29 marzo, “La mia gente” rappresenta un grido di speranza dedicato all’Abruzzo, al suo popolo spesso messo a dura prova dalle avversità e dall’instabilità della natura. Un inno alla resilienza e alla capacità di sapersi rialzare, nonostante gli urti e le cadute della vita, un brano perfettamente adattabile al trascorso di ognuno di noi, in cui ci si può immedesimare e trarre la giusta dose di energia anche grazie alle sonorità trascinanti, avvolgenti, ribelli e cariche di pathos.

Per chi ha sempre ascoltato e apprezzato Luca Dirisio, questo pezzo non rappresenta una grossa novità, bensì una piacevole conferma e un sospirato tuffo nel pop d’autore, quasi ormai del tutto estinto. Sotto molti punti di vista, il Compis è senz’altro uno degli artisti italiani più sottovalutati e incompresi dei nostri tempi, duole dirlo ma è così, una superficialità figlia di quest’epoca distratta e antimeritocratica. In tal senso, il vento cantato tra le righe di questa canzone si auspica possa soffiare nella direzione giusta, affinché molte persone possano tornare a sentirsi rappresentate, consolate, spronate, rassicurate e coccolate dalla buona musica.

La mia gente | Audio

La mia gente | Testo

La mia sabbia cambia forma col vento
lentamente cambia anche me
sarà anche impossibile, si dovrà combattere
quello che resta è qui anche per te

La mia pelle cambia forma col tempo
le mie mani invecchiano ormai
vinci fino a perdere, perdi fino a ridere
ma di giustizia non ne avrai mai

E cammina cammina
non esiste fatica o inverno
non ti fermare mai
finché non vedrai il mare
zitto e cammina
contro il vento che mira al petto
non ti fermare mai
la vita è tutto ciò che hai
la vita è tutto ciò che hai

La mia rabbia nasce proprio da dentro
niente è mai sicuro per noi
proverò a resistere, forse dovrò insistere
ma il mio scalpo non l’avrai mai

La mia gente grida forte e si sente
la mia terra non dorme mai
trema fino a piangere, ti perdona in lacrime
ma da qui non ci caccerai mai

E cammina cammina
non esiste fatica o inverno
non ti fermare mai
finché non vedrai il mare
zitto e cammina
contro il vento che mira al petto
non ti fermare mai
la vita è tutto ciò che hai

E cammina cammina
non esiste fatica inverno
non ti fermare mai
finché non vedrai il mare
zitto e cammina
contro il vento che mira al petto
non ti fermare mai
la vita è tutto ciò che hai
la vita è tutto ciò che hai
la vita è tutto ciò che hai

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.