giovedì 21 Novembre 2024

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Samuele Bersani, venticinque anni di “Freak”

Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Nozze d’argento con il pubblico per “Freak”, secondo progetto discografico di Samuele Bersani donato alle stampe l’8 aprile del 1994. A due anni di distanza dal precedente album d’esordio “C’hanno preso tutto”, il cantautore romagnolo mette a segno il suo primo reale successo commerciale. A fare da sfondo in questo progetto, rigorosamente in silenzio, troviamo il suo pigmalione Lucio Dalla, presente in veste di osservatore speciale (l’intero lavoro è prodotto dal suo fedele braccio destro Beppe D’Onghia), co-autore di  tre pezzi e musicista, suonando il clarinetto, la fisarmonica e partecipando ai cori, rigorosamente con lo pseudonimo di Domenico Sputo.

Ad aprire l’album la title track, nonché il primo singolo, un ironico omaggio alla sua terra d’origine e al suo maggiore simbolo gastronomico: la piadina, come si può notare anche dal videoclip cult del brano ambientato in India, come suggerito tra le righe del testo. Secondo estratto è “Cosa vuoi da me”, cover di una canzone del gruppo musicale britannico dei Waterboys, intitolata “Glastonbury Song”, il cui adattamento in italiano è stato curato dallo stesso Bersani.

Terzo singolo è la celebre “Spaccacuore”, pezzo che rappresenta insieme a “Giudizi universali” uno dei suoi più ispirati manifesti musicali, che verrà ripreso da Laura Pausini nel 2006 all’interno del suo album “Io canto”. Altro capolavoro è Barcarola albanese”, in assoluto la perla orchestrale del disco, brano sull’emigrazione che, purtroppo ancora oggi, possiamo considerare di estrema attualità.

Fatta eccezione della rivisitazione de “Il leone e la gallina” di Lucio Battisti, scritta in coppia con Mogol, che non riesce a raggiungere il carisma della versione originale, il resto dell’album scorre piacevolmente ed evidenzia tutta la poetica di Samuele, forse in maniera un po’ primordiale e meno a fuoco  rispetto ai futuri dischi “L’oroscopo speciale”, “Caramella smog” e “L’aldiquà”, decisamente più bilanciati.

In questo progetto quello che manca è un pizzico di equilibrio tra musica e parole, come accade in “Fedina penale”, “La fine di una storia”“Restiamo ancora qui (Due anni fa)” e come invece manca in “Cado giù”, “Piccolo macellaio” e “Capo”, pezzi decisamente più criptici a livello testuale, con la melodia e dal ritmo che prendono totalmente il sopravvento.

“Freak” rimane uno di dischi più importanti di Samuele Bersani, non certo per le comparsate televisive al Festivalbar o per gli innumerevoli passaggi radiofonici, piuttosto perché rappresenta un geniale connubio tra pop e canzone d’autore, un nuovo cantautorato più immediato e versatile, che non disdegna le sonorità leggere, seppur curate con gusto. Un album che si riascolta con piacere ancora oggi, forse con un po’ di nostalgia perché risulta più fresco, futurista e avanguardista rispetto alle tante e troppe attuali produzioni.

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Freak | Tracklist e stelline

  1. Freak
    (Samuele Bersani)
  2. Spaccacuore
    (Samuele Bersani, Lucio Dalla, Beppe D’Onghia)
  3. Fedina penale 
    (Samuele Bersani, Lucio Dalla)
  4. Cado giù
    (Samuele Bersani, Lucio Dalla, Beppe D’Onghia)
  5. Il leone e la gallina
    (Mogol, Lucio Battisti)
  6. Cosa vuoi da me
    (Samuele Bersani, Mike Scott)
  7. Piccolo macellaio
    (Samuele Bersani, Beppe D’Onghia)
  8. Capo
    (Samuele Bersani, Beppe D’Onghia)
  9. La fine di una storia
    (Samuele Bersani)
  10. Barcarola albanese 
    (Samuele Bersani)
  11. Restiamo ancora qui (Due anni fa) 
    (Samuele Bersani)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.