sabato 23 Novembre 2024

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“Non sono più lo stesso”, rabbia e sentimento per Alberto Urso – RECENSIONE

Disponibile dal 15 novembre il nuovo singolo del vincitore di Amici 18, intitolato “Non sono più lo stesso

Tempo di nuova musica per Alberto Urso, a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dell’album “Il Sole ad Est” (qui la nostra recensione), il giovane artista siciliano lancia il secondo estratto “Non sono più lo stesso”, firmato da Kekko Silvestre dei Modà proprio come il precedente singolo E poi ti penti. Il brano, in rotazione radiofonica dal 15 novembre, sottolinea nuovamente le doti canore del giovane tenore vincitore della diciottesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi, perfettamente a suo agio in questo genere di atmosfere melodiche. Si tratta di una romantica ballata, tra le più riuscite del disco, sicuramente valorizzata dalla vocalità dell’artista.

Una bella canzone d’amore, come nella migliore tradizione made in Italy, una dichiarazione di intenti e sentimenti che fa breccia nel cuore di chi, almeno una volta nella vita, ha vissuto in fase di innamoramento sensazioni di questo genere. Dalla paura di fare il primo passo al senso di inferiorità, di inadeguatezza tipico di chi si sente di non essere all’altezza della persona amata. Quel senso di non idoneità che ti spinge a cambiare, a tirar fuori quel pizzico di rabbia necessaria per ribellarsi alla propria natura.

“Chi ama prima perde, preferisce sprofondare, ma lasciatelo dire a costo di sbagliare” canta Alberto Urso, con la leggerezza tipica della sua età ma, allo stesso tempo, la consapevolezza e la maturità che contraddistingue una parte dei giovani di oggi, quelli che non si lasciano abbindolare dall’apparenza e danno ancora valore ai rapporti e alla sostanza. Di certo non è una cosa facile, in modo particolare in questo preciso momento storico, ma è dalle difficoltà che si trae la forza necessaria per rinascere.

In tal senso, “Non sono più lo stesso” è un grido di speranza volto ad idealizzare i sentimenti e a ricollocarli al loro posto giusto, ovvero al ruolo centrale che hanno sempre avuto in ambiti artistici, dalla letteratura alla pittura, perchè non c’è nulla di più poetico di una dichiarazione d’amore, anche la più banale. Non è certo il caso di questo brano, un tentativo ispirato e concreto di restituire alle nuove generazioni liriche cariche di eleganza e bellezza.

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Non sono più lo stesso | Audio

Non sono più lo stesso | Testo

Bacia prima tu
ridi prima tu
scusa tanto se non riesco
ama prima tu
tu che sai guardare
il mondo con stupore
e trovi sempre un senso nella gente e nelle cose
lasciati guardare
lasciatelo dire
io da quel giorno non mi sento più lo stesso
eppure se mi guardo in uno specchio non son poi così diverso
o forse non è quello

O forse è che son pazzo dei tuoi occhi
così pieni di luce
e così veri e così in grado di salvarmi
avrei voluto dirti tante cose invece

Il tempo non lo fermi
io mi inventavo i giorni
cercando di trovare un senso a tutti quei discorsi
che facevamo insieme
e che sembravano veri
veri come la tua pelle e come le tue mani
o è il gioco del silenzio
che lo sappiamo bene
che chi ama prima perde
preferisce sprofondare
ma lasciatelo dire
a costo di sbagliare
che da quel giorno non son più lo stesso

Eppure se mi guardo in uno specchio
non son poi così diverso
o forse non è quello
o forse è che son pazzo dei tuoi occhi
così pieni di luce
e così veri e così in grado di salvarmi
avrei voluto dirti tante cose invece
e invece

E invece non ho avuto mai il coraggio
e invece sono il solito codardo
ma sappi che ti auguro ogni bene
con questa stupidissima canzone

Io non sono più lo stesso

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.