venerdì 22 Novembre 2024

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“Sotto la Torre Eiffel”, la doppia anima di Emanuele Bianco – RECENSIONE

Disponibile dallo scorso 29 novembre il nuovo singolo del cantautore, intitolato “Sotto la Torre Eiffel

L’ispirazione del cantautore e l’intuito del producer, queste le caratteristiche principali che emergono ascoltando le canzoni di Emanuele Bianco (qui la nostra recente intervista), giovane talento della scuderia Fattoria Management. Dopo aver esordito con un tris di singoli (“Tu sei”, “Cara Sofia” e “Buona fortuna”), il giovane cantatore romano torna in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali con “Sotto la Torre Eiffel”, brano che coniuga maggiormente lo spirito cantautorale, sempre romantico e sognante, al guizzo contemporaneo e visionario del musicista, mediante una produzione ben strutturata e sapientemente calibrata.

Prodotto assieme a Walter Babbini e distribuito da Believe, il singolo sviscera il tema della lontananza, inteso sia come la magia sia come lo smarrimento che possiamo provare quando ci manca una persona, soprattutto durante la fase iniziale di un rapporto, quando non si è raggiunto ancora un determinato equilibrio ed abbiamo bisogno di maggior rodaggio. Ci si interroga sull’importanza dell’istinto, di quanto possa rappresentare sia un rischio che una salvezza, al punto che anche un momento di fragilità, se incanalato ed affrontato nel modo giusto, può regalarci la giusta dose di adrenalina e lo slancio ideale per farci saltare su quel treno che aspettiamo da una vita.

Viviamo in una società sempre pronta a lamentarsi e poco incline ad accontentarsi ma che, al contrario, quando si trova dinnanzi alla possibilità di stravolgere la propria quotidianità si tira indietro, nascondendosi dietro un dito o, molto più frequentemente, dietro le dieci dita e lo schermo di uno smartphone. Perché quando ti manca davvero qualcuno WhatsApp non ti basta, allora devi fare a tutti i costi qualcosa, perché altrimenti ti senti soffocare. Scrivere una canzone e rifugiarsi in pensieri astratti resta la soluzione più romantica, tipica dei sognatori che osservano la vita con meraviglia, stupore e disincanto.

“Volerei fino a Parigi soltanto per baciarti sotto la Torre Eiffel” canta Emanuele Bianco, perché la mancanza è uno status mentale e sentimentale da non sottovalutare, per certi versi difficile da controllare, ma che ti fa capire quanto tieni realmente ad una persona, un po’ come una cartina di tornasole. Parole semplici ma esplicite, perché non bisogna necessariamente citare William Shakespeare o Pablo Neruda per esprimere un concetto così puro e universale. Quelli di “Sotto la Torre Eiffel” sono i versi che qualsiasi persona innamorata vorrebbe sentirsi dedicare, perché nelle relazioni non serve girarci tanto intorno, ma occorre essere diretti, profondi, visionari e, perché no, degli inguaribili sognatori.

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Sotto la Torre Eiffel | Video

Sotto la Torre Eiffel | Testo

Ho imparato che ragionare d’istinto
è il vero senso della libertà
ed ho imparato che se il tempo passa
e perdi il treno lui non tornerà
perciò balliamo un altro liscio
all’ombra di un falò
prima che il sole si risveglierà
stanotte vorrei fosse eterna
perché questo inverno senza te
sembrerà un’eternità

Perché un po’ mi manchi già
meglio se ora non ci penso
sarà l’alcol che fa effetto
oppure so già che
non mi basterà Whatsapp
e se un po’ ti mancherò
non tenertelo per te
volerei fino a Parigi
soltanto per baciarti
sotto la Torre Eiffel

Tu che ti trucchi giusto quanto basta
a nascondere le lacrime
per colpa di quelle tue gambe lisce
hai fatto tante troppe vittime
ma mi piaci come sei
bella e bipolare
anche se alla fine impazzirò
non importa cosa fare
dimmi solo dove e quando
ed io ti seguirò

Perché un po’ mi manchi già
meglio se ora non ci penso
sarà l’alcol che fa effetto
oppure so già che
non mi basterà Whatsapp
e se un po’ ti mancherò
non tenertelo per te
volerei fino a Parigi
soltanto per baciarti
sotto la Torre Eiffel

Se potessi immaginare
tutte quanti le canzoni
che io ti vorrei cantare
che mi parlano di te
quando saremo distanti
io vorrei solamente
che la tua mancanza avesse
meno effetto su di me
ma non si controlla il cuore
e di tutto questo spazio
vuoto in casa che ci faccio
so che non lo riempirò
tu non eri nei piani
e se tutto ciò è uno sbaglio
sei il migliore sbaglio che commenterò

Perché un po’ mi manchi già
meglio se ora non ci penso
sarà l’alcol che fa effetto
oppure so già che
non mi basterà Whatsapp
e se un po’ ti mancherò
non tenertelo per te
volerei fino a Parigi
soltanto per baciarti
sotto la Torre Eiffel

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.