venerdì 22 Novembre 2024

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Top of the Flop 2019, le 10 canzoni da dimenticare dell’anno

La playlist dei brani che possiamo tranquillamente non portare con noi nel 2020 e che vorremmo dimenticare al più presto, anche con l’ausilio di superalcolici

Se a Natale siamo tenuti ad essere tutti obbligatoriamente più buoni, per la fine dell’anno possiamo toglierci la maschera e pure qualche sassolino dalla scarpa, lasciandoci andare a riflessioni sincere e poco politically correct. Dopo aver realizzato la lista dei 100 singoli più belli del 2019, abbiamo pensato di raccogliere quelli che… insomma, come dire, anche no! Ecco a voi i dieci pezzi “diversamente belli” degli ultimi dodici mesi, rigorosamente in ordine sparso, anche perché sarebbe a dir poco impossibile stilarne una classifica…!

Cristiano Malgioglio“Dolceamaro” feat. Barbara D’Urso

Se canzoni come “L’importante è finire” o “Ancora ancora ancora” potessero parlare… sicuramente richiederebbero il test del DNA mettendo seriamente in dubbio la loro paternità. Si perché è davvero difficile credere che Cristiano Malgioglio abbia potuto comporre capolavori di questo calibro per poi ridursi a duettare con Barbara D’Urso che, ricordiamo, prima di essere stata attrice ed essersi scoperta improvvisamente giornalista, vanta un passato da cantante. “Dolceamaro” è il titolo del brano inciso dalla stessa conduttrice nel lontano 1980, utilizzato come sigla di chiusura di “Domenica In”. Quella che i due ci ripropongono oggi è una versione ancora più truzza dell’originale, trovo inspiegabile che due professionisti come Diego Calvetti (produttore) e Gaetano Morbioli (regista) abbiano potuto sposare un progetto del genere… anche perché, nel bene o nel male, fa curriculum.

Pamela Prati – “Corazon de vacaciones” feat. Jay P.

A proposito di tv trash, la fantascientifica soap opera di Mark Caltagirone ha sconvolto per sempre le sorti dell’intera umanità, o perlomeno scombussolato buona parte di questo 2019 per qualche migliaio di italiani. Protagonista, suo malgrado, è stata Pamela Prati, showgirl che è riuscita quasi ad autodristruggere anni e anni di onorata carriera, in parte dedicata anche alla musica, si perché al di là delle più note sigle televisive, come “Menealo”“Que te la pongo” e la recente “Chiamatemi un Taxi”, la soubrette ha inciso svariati singoli tra gli anni ’80 e ’90, pubblicando addirittura un disco una ventina di anni fa, intitolato “Il tango delle 11”. Reduce dalle ultime disavventure mediatiche, dunque, ha rispolverato la sua passione per il canto incidendo (con l’ausilio di una vagonata di autotune) “Corazon de vacaciones in duetto con Jay P. che, per la cronaca, non è nemmeno un lontano parente di Jay-Z. Il risultato è una sublime estasi sudamericana, il vilipendio del reggaeton, roba che se il governo di Porto Rico ci dichiarasse guerra sarebbe del tutto giustificato.

Eliana Michelazzo “Riparto da me” feat. The Gambler 

Ma se Pamela Prati canta, Eliana Michelazzo risponde con la stessa moneta. Sì cari miei, anche lei ha pubblicato un singolo in questo 2019 e se voi non lo avete fatto… beh, fate bene a sentirvi degli sfigati. “Riparto da me” è la canzone della consapevolezza, di chi decide di riprendere in mano le redini della propria vita, dopo aver scoperto di essere stata sposata per dieci anni con un uomo immaginario. Sarà capitato anche a voi di alzarvi un giorno e accorgervi di una cosa simile, no? Un brano-verità che risuona come una dedica a Simone Coppi che, pur non esistendo, si ritrova un pezzo tutto per lui. D’altronde come biasimare una delle fiction più coinvolgenti degli ultimi anni, andata in onda a reti unificate e sui principali rotocalchi nazionali? Tutto ciò non poteva di certo venire ignorato dalla discografia. Chapeau a chi ha avuto questa brillante intuizione, ma ora anche basta… grazie.

Le Donatella“Scusami ma esco”

Ve le ricordate Le Donatella? Prima di aprirsi a trasmissioni cult/trash come “L’isola dei famosi” e il “Grande Fratello Vip” sono state due cantanti, infatti, Giulia e Silvia Provvedi hanno partecipato alla sesta edizione italiana di X Factor, cosa che il talent show di Sky vorrebbe in qualche modo dimenticare. “Scusami ma esco” è il singolo che ci riconsegna le due gemelline modenesi, dopo un periodo di latitanza discografica in favore di un più redditizio impegno gossip-mediatico. Ma, si sà, la musica è come un boomerang, prima o poi ritorna.

Valeria Marini“Me gusta”

Avrebbe voluto dedicare la propria vita alla musica Valeria Marini … se non fosse stata stonata come una campana. Memorabile la sua interpretazione di “Happy birthday to you” (l’unico regalo che vorrei ricevere ogni anno il giorno del mio compleanno), ma ricordiamo anche brani incisi in studio come “Mi manchi tu” in duetto con Nilla Pizzi o “Seduzioni di donna” composta per lei da Gigi D’Alessio. A cinque anni di distanza dal suo ultimo impegno discografico, intitolato “Amare amare amare”, la showgirl sarda torna con il singolo “Me gusta”, il primo in lingua spagnola, che segna una svolta internazionale, forse per via del desiderio di sentirsi compresa anche in veste canora, cosa che in Italia pare non sia proprio possibile. Nel suo caso, nemmeno l’autotune potrebbe far miracoli.

Myss Keta“Pazzeska” feat. Guè Pequeno

A proposito di donne che cavalcano le mortadelle, non possiamo non includere anche Myss Keta, artista che nel suo è pure brava, ha grandi margini di crescita e miglioramento, ma in questo caso è la canzone a scegliere di entrare a far parte di questa classifica. “Pazzeska” ha tutte le carte in regola per diventare una pietra miliare del trash 2.0, quello più consapevole, decisamente più studiato rispetto alla genuinità di Raffaella Carrà e company, ma indubbiamente degno della stessa collocazione. Immancabile il featuring con Guè Pequeno, l’uomo delle collaborazioni improbabili, colui che quest’anno ha collezionato partecipazioni dei brani di chiunque, disponibile anche per battesimi, comunioni, matrimoni e feste private.

Dark Polo Gang“Bassotto”

Se il precedente singolo “Cambiare adesso” sembrava quello della redenzione, la Dark Polo Gang fà una quindicina di passi indietro con “Bassotto”, pezzo che non ha nulla da invidiare alle precedenti “Cono gelato”, “Cavallini” e “British”, entrati di diritto nel firmamento del kitsch. In tal senso, questo pezzo rappresenta un tentativo fallito di upgrade, sonorità e “poetica” rimangono le stesse, retorica e volgarità regnano sovrane, di innovazioni non vi è la minima traccia. Calcolando che di colpi in canna non credo ne abbiamo ancora molti, possiamo parlare di una vera occasione sprecata, se la trap vuole durare nel tempo deve cominciare a familiarizzare con i contenuti, abbandonando qualche cliché e “sku sku” di troppo.

Raffy“Tortellini in Lamborghini”

Se vi state chiedendo chi acciderbolina sia Raffy, allacciate bene le cinture perché state per entrare nel suo fantastico mondo. Reduce dagli ultimi successi di “Tortellini in Lamborghini” e “Al Chiringuito” (scegliere quale postare delle due è stato arduo), Raffaella Maria Senese è una giovanissima cantautrice modenese classe 2000, dopo aver partecipato alle selezioni di vari talent, sia in Italia che in Romania, decide di diventare la nuova Lizzo italiana, scimmiottando un genere che non ci appartiene e, forse, non rappresenta seriamente nemmeno lei. Che altro dire? Buon ascolto e buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=62dauVUawzA

Greta Menchi“Fuori di me”

Oltre al reggaeton e alla trap, c’è un altro male che sta sventrando la nostra discografia, vale a dire gli youtuber che incidono un singolo. In rappresentanza dell’intera categoria scegliamo Greta Menchi, una ragazza comune che è diventata famosa per aver avuto l’intuizione di spiattellare online i fatti suoi, raccontando la propria vita fatta di manicure ed esercizi in palestra. Il risultato? Milioni di follower. Questo è bastato per trasformarla in una cantante, “Fuori di me” è il nome del suo singolo d’esordio, al quale ne è seguito pure un altro, intitolato “Tinta”, come a voler giustificare a tutti i costi la sua presenza nel cast della giuria degli esperti dello scorso Festival di Sanremo. In fondo, la vita non è altro che una valle sconfinata di mah in un mare di boh.

Povia “Cameriere”

A chi lamenta l’assenza di quote pop-cantautorali, rispondiamo includendo un habitué come Povia, che in vita sua avrà pure fatto qualche canzone carina, qualche altra  più furbacchiona, ma ultimamente non ne azzecca una. D’altronde, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando i bambini facevano “ohh” e i piccioni “truuu”, il cantante è quasi diventato schiavo del suo personaggio, sia attraverso i social che nelle sue canzoni più recenti, da “Immigrazia” all’illuminante teoria che i terremoti sono causati dal movimento delle persone sulla terra, creando il movimento dei “terrapovisti”. Scherzi a parte, “Cameriere” è il titolo del suo ultimo singolo, che non è affatto uno scherzo, bensì un brano divulgato realmente, roba da preferire di gran lunga “Genitore 1, genitore 2” di Giorgia Meloni.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.