venerdì 22 Novembre 2024

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“Carioca” e il Gualazzi che non ti aspetti – RECENSIONE

Torna sul palco del Festival con grande entusiasmo il cantautore e musicista marchigiano

È stato sempre un artista iconico, chiuso in un mondo musicale da lui creato e difeso con forza, Raphael Gualazzi, quest’anno di nuovo al Festival di Sanremo con la sua Carioca, brano che viene pubblicato in contemporanea all’uscita del nuovo album di inediti intitolato Ho un piano, disponibile ovunque a partire dal 7 febbraio per l’etichetta Sugar Music.

Anche la “storia d’amore” con il Festival, per il cantautore marchigiano, rappresenta un lungo e finora fortunato incontro. Sono infatti con questa già quattro le sue partecipazioni: nel 2011 il trionfo tra le nuove proposte con la sua Follia d’amore, nel 2013 il debutto tra i big con Senza ritegno Sai (ci basta un sogno)  e l’anno successivo una nuova partecipazione con Tanto ci sei Liberi o no, quest’ultima alla fine si classificò seconda alle spalle di Arisa e della sua Controvento.

Quest’anno però cambiano carte in tavola ed ingredienti e la proposta di Gualazzi punta forte su ritmo e arrangiamento, con un sound freschissimo che riesce a trasportare l’ascoltatore in una nuova dimensione connotata da atmosfere latineggianti e ballabili. Carioca gioca su più livelli e colpisce per la sua imprevedibilità, smuove ma senza abbandonarsi alla leggerezza fine a sè stessa.

Racconta facendo ballare chi ascolta, Gualazzi, abile nel costruire, insieme a Davide Petrella e Davide Pavanallo, un pezzo che narra il primo incontro da un uomo e una donna in un locale, il tutto sorretto da tappeto musicale influenzato dal Sudamerica. Alla fine il brano arriva undicesimo, ma riesce nell’intento di dare colore alla discografia dell’artista, uno dei pochi capaci di far ballare davvero l’Ariston quest’anno, impresa assolutamente non da poco.

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