lunedì 25 Novembre 2024

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Fuori il mondo come va?: le parole al tempo del virus

Raccontiamo l’attualità con una canzone

I cantanti apparentemente sono tutti simili. Pronti a farci emozionare, sognare, piangere, divertire e, a volte, persino a farci apprezzare la musica. Ma in questo ambito, come in ogni altro, c’è sempre qualcuno che entra e ruba la scena, qualsiasi cosa faccia. In questo lei era la migliore. Prendeva il microfono e guardava te, proprio te. Poi le bastava ripetere una frase, la stessa identica frase più volte: “parole, parole, parole”. e ancora “parole, parole, parole”…. Faceva così, ma lo faceva da Dio. E tu l’ascoltavi, non ci capivi niente – e chi l’ha detto che le cose vanno sempre capite? – e ti lasciavi conquistare dalla sua voce nera e potentissima, mentre lei ti rubava il cuore, agile in scioltezza.

Mina era fatta così, senza troppi perché. Cantava e sembrava che stesse cantando solo a te. Diceva “parole, parole, parole” e sembrava intendesse dire tutte quelle che hai in testa tu ma che non riesci ad esprimere. Ed è qui che mi è venuta l’idea: raccontare le parole. Seguendo la canzone “Parole, Parole” di Mina, cercherò qui di spiegare – a modo mio, tenetevi pronti – quelle che ritengo le più importanti per riassumere questo assurdo periodo. Me ne sono segnate alcune mettendo insieme un breviario di ciò che ho capito, o che almeno mi è sembrato di capire da questa situazione.  Lo farò in ordine alfabetico, che è pur sempre un ordine.

 

Aspettare

Si aspetta sempre qualcosa in questi giorni. Una telefonata, un messaggio, una notizia al telegiornale, la fine della quarantena. Non si fa che aspettare. Allora si prova ad ingannare l’attesa leggendo un libro, guardando un film o passeggiando qua e là nelle varie stanze. È buffo: non si ha mai tempo per fare niente ma quando hai il tempo per fare tutto, aspetti solo che finisca. Io di solito, per ottimizzare al meglio l’attesa, rimango in attenta e concentrata visione del mio gatto per cui ogni luogo della casa è il posto ideale per dormire. Chissà se anche i gatti aspettano qualcosa. Penso spesso, guardandoli sognare con le loro piccole zampe tremolanti, che in quel loro sentirsi a loro agio ovunque si trovino, ci sia una morale da cogliere. Solo che non sono mai riuscito a capire quale.

Balcone

Ci sarebbero tante cose da dire in merito a questa parola, ma ne dirò soltanto una: è l’unico luogo della casa dove il tempo cessa di esistere, entrando così in uno spazio di sogni, ricordi e emozioni. Un luogo dove possono esserci tutti, ma che rimarrà per sempre solo tuo. Almeno fino a quando dalla cucina si sente il grido “A tavolaaa!”

Ballare

Per tutti quelli di voi che non si sono messi, almeno una volta, a ballare da soli nella loro stanza per sfogare ogni paura e ansia: potete anche finire qui di leggere. Se non si scopre ora la gioia di ballare come pazzi nella propria profonda, bellissima solitudine, non lo si scoprirà mai. E in questi tempi se c’è una cosa coraggiosa da fare per affrontare questa pandemia, quella cosa è ballare. Come dei pazzi. Sudati, anche ridicoli a volte… ma bellissimi.

Coscienza

Un forte mal di testa che ti assale quando esci senza autocertificazione.

Decreto

Nella mia visione romantica e utopistica del mondo sono sempre e fermamente rimasto aggrappato ad un semplice dogma: ciò che divide e nello stesso tempo unisce milioni di cuori solitari, è l’amore. Ora ho cambiato idea. Ciò che divide e nello stesso tempo unisce milioni di cuori solitari, sono l’amore e i decreti del governo.

Divano

Immediatamente consecutiva alla parola precedente: ci si arrabbia per il decreto, si festeggia per il decreto, ci si impaurisce per il decreto… ma in ogni caso, dopo il decreto è giusta e buona norma sdraiarsi sul divano e riflettere a mente fredda su tutto quel gran casino che succede là fuori, magari nel mentre che si guarda un documentario sulle antilopi in Zimbabwe. Incredibile come gran parte dei momenti di cui avremo più nostalgia siano quelli dove siamo svaccati con le chiappe sul divano. Tempo fa ho pensato di scriverci una bella storia a proposito dal titolo: “La vita vera è quella sul divano”. Per mia fortuna, ho poi lasciato cadere il progetto.

Epidemia

Un momento storico che colpisce gran parte della popolazione capace di causare grandi problemi e grandi cambiamenti nella società distruggendo vecchi schemi di pensiero nell’economia, nella politica e nella vita dei cittadini. Tutto questo succede mentre ci si sposta dalla sala alla cucina, dalla cucina al bagno, dal bagno al balcone, e poi di nuovo alla sala.

Famiglia

Ce ne sono di belle e ce ne sono di brutte. Ma quando cale la sera e con essa i silenzi e i pensieri, ecco che ci si ritrova a cenare tutti assieme, ognuno con le proprie ansie, paure e sogni. E allora, virus o non virus, mentre mangi il tuo piatto di pasta, ti viene da sorridere. Mancheranno questi momenti, Dio se mancheranno.

Gabriel Garcìa Màrquez

Vedi a voce “Uomini saggi”.

Hobby

E così ci si butta su hobby persi, dimenticati o più probabilmente ignorati. C’è chi scopre il piacere delle piante, chi dei francobolli, chi ancora di vecchie collezioni di birre e di tappi. La capacità umana di adattarsi alle situazioni più difficili mi meraviglia sempre. Anche se poi quando mi ritrovo alle due di notte ancora sveglio a guardare una replica di calcio di serie C fra Casertana – Potenza, qualche dubbio mi viene.

Internet

Non ho mai realmente apprezzato internet come in questa quarantena. È vero, a volte c’è il rischio che ci faccia sentire più distanti. Ma credo che se ci togliessero internet in questi giorni, ci sentiremmo più soli che mai.

Libertà

Difficile leggere questa parola senza pensare a Gaber quando diceva “Liberi, sentirsi liberi. Forse per un attimo è possibile. Ma che senso ha se è cosciente in me, il motivo della mia inutilità?”. Si guarda alla finestra e si medita sul significato di questa bella ma strana parola. Credo che usciremo dalle nostre case con ancora addosso questa domanda. Anche perché alla televisione senti pronunciare in continuazione… libertà di stampa, libertà politica, intellettualmente liberi etc, etc, etc… Come è che dicevi Mina? Ah, si. “Parole, parole, parole…

Musica

Pensate di star sprecando il vostro tempo? Eccovi un consiglio: ascoltate Mina. Con lei il tempo non è mai sprecato. Prendete “Parole, parole”. È una canzone assurda, ingiustificatamente ripetitiva. Ma tu rimani lì ad ascoltarla perché lei è Mina. E Mina è una di quelle cantanti che si ascoltano. Punto.

N

È incredibile come io non abbia imparato niente che inizi con la N.

Ostracismo

Una splendida parola che ho sentito dire da Mentana in TV, non potevo non segnarmela. Dal dizionario: esilio per dieci anni a cui era condannato il cittadino dell’antica Grecia che si fosse attirato i sospetti del popolo per l’ambizione o per l’acquistata potenza. Questa parola mi ha fatto sorgere due domande.
1) Quanto sarebbe affascinante poterla applicarla contro qualche personaggio di oggi che pensa solo ai propri interessi nonostante questa difficile situazione?
2) Ma perché queste parole le sento dire solo da Mentana?

Positivo

In altri tempi, un’affascinante e coraggiosa scelta di vita. Oggi, uno sfortunato modo di reagire al virus.

Quando finirà?

È una domanda che non precisa il soggetto. La quarantena? Quella finirà presto, spero. Ma se si intende quando finirà questa vita per tornare a quella di prima, credo si stia facendo un errore di fondo. Là fuori troveremo un mondo diverso. Forse più brutto o forse più bello. Sicuramente sarà una nuova sfida per tutti quanti, una nuova occasione per sorprendere noi stessi. Quella che prenderemo sarà una strada diversa, quindi la domanda giusta dovrebbe essere indirizzata non sul quando ma sul dove. Dove finirà e dove ci porterà questo nuovo mondo? In una strada migliore o peggiore? Sta a noi deciderlo. Eccitante, vero?

Riabbracciarsi

Ognuno di noi cova il desiderio di riabbracciare qualcuno a fine quarantena. Anche solo senza dirsi niente, abbracciarsi e basta. Chi l’avrebbe mai detto che avremmo sentito una nostalgia così forte per questo piccolo e semplice gesto. Certo che siamo strani noi umani…

Spesa

Puoi essere sfortunato in tutto, frustrato dal lavoro; avere una vita cattiva nei tuoi confronti e anche un amore non corrisposto. Ma quando poi ritorni dalla spesa, armato di tutte le mascherine e disinfettanti, e un tuo famigliare ti abbraccia chiedendoti come sia andata, c’è poco da fare: in quel momento ti senti un eroe.

Termometro

C’è nostalgia del passato, incertezza sul presente, paura per il passato. Per questo ci si misura spesso la temperatura della febbre, per capire se abbandonarsi completamente alla disperazione o no. Poi il termometro misura 36.5 e ti senti già meglio; e allora si guarda al futuro con più speranza, il presente con più coraggio e al domani come un nuovo giorno. “Affrontare i problemi un passo alla volta”, me lo dice sempre mia mamma. Sembra una filosofia da quattro soldi, ma fidatevi. È geniale.

Uomini saggi

Lettera d’addio di Gabriel Garcià Marquez:
Tante cose ho imparato da voi uomini…
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Ho imparato che quando un bambino appena nato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito del padre, lo racchiude per sempre.
Ho imparato che un uomo ha diritto a guardarne un altro dall’alto solo per aiutarlo ad alzarsi.
Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio.
Mantieni coloro che ami vicini a te, dì loro all’orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli “mi dispiace”, “perdonami”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti.
Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere;
e dimostra ai tuoi amici quanto t’importano

Vicino

Ci sono tre figure nella vita per cui è dato raggiungere un livello di vera e incondizionata intimità, pur senza farci sesso: quando ti spacchi il ginocchio, il tuo fisioterapista; quando sei cattolico, il tuo confessore; quando sei in quarantena, il tuo vicino.

Zoom

Ciò che dovremmo fare quando l’ansia ci assale: fare uno zoom su quello che ci circonda; perché quando usciremo ci racconteremo tutto quello che stiamo vivendo adesso, ma non troveremo le parole giuste. Adesso abbiamo tempo, abbiamo la testa libera dall’affanno che governa il mondo fuori dalla porta. Questo è il momento giusto per capire il nostro tempo, per zoomare i nostri pensieri e capire un poco più di noi stessi.  Ah, si. Ovviamente è anche l’applicazione che ci permette di fare cose pazzesche, come offrire agli amici la possibilità di chiacchierare guardandosi in faccia e agli studenti la garanzia di soffrire per gli esami standosene a casa.