A tu per tu con il cantautore pugliese, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Sotto il sole“
Dopo averlo ospitato per l’anteprima del suo videoclip, ritroviamo con piacere Ferdinando Riontino per parlare del suo nuovo singolo “Sotto il sole”, prodotto da 2MI records / Go Wild Music e distribuito da Believe. A due anni di distanza dall’uscita del precedente “Abbiamo scelto te”, lo abbiamo incontrato per approfondire la conoscenza della sua ispirata visione musicale.
Ciao Ferdinando, benvenuto. Partiamo da “Sotto il sole”, com’è nato e come si è evoluto il processo creativo di questo tuo nuovo singolo?
«Diciamo che è nato sotto il sole, un brano che doveva avere una storia diversa e che, a seguito del Coronavirus, ha preso questa strada. Devo ringraziare Brando che è riuscito a darmi un’identità musicale con questo pezzo, con la sua produzione ha centrato la mia identità e il mio carattere. “Le canzoni nascono così” diceva Vasco Rossi, questa in particolare è nata con una penna, un foglio e tanta fantasia».
La vita è fatta di alti e di bassi, di rose e di spine come canti nella canzone. Nella vita di tutti i giorni sei uno che si accontenta o che tende a volere sempre qualcosa in più?
«E’ il mio difetto, vado a duecento all’ora, per cui non mi godo niente, voglio sempre di più. Questa canzone, ad esempio, parla di una bella ragazza che all’inizio non mi filava, riprendendo un po’ il messaggio di Gaber dell’album “Un’idiozia conquistata a fatica”. Quindi, alla fine, tanta fatica per poi ritrovarmi deluso per aver ricevuto delle spine».
Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?
«Nell’ultimo periodo ho scritto tantissimo, il mio obiettivo è quello di pubblicare un album, ho del materiale e ho anche una data, il 14 aprile del 2021, giorno in cui compirò trent’anni. Voglio farmi questo regalo, spero di farlo al meglio. Sai, i miei amici a quest’età fanno figli, il mio sogno è quello di realizzare un disco con la stessa voglia che hanno loro di metter su famiglia».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«A chi ama l’arte, a chi è abituato a pensare. Il mio augurio è che la società ritorni a non puntare solo su cose leggere, personalmente amo molto tutti i cantautori, mi appassionano le loro storie e l’approccio che hanno nei confronti della scrittura. Ecco, credo che il mio debba essere un pubblico pensante».
Nico Donvito
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