venerdì 22 Novembre 2024

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Cloude: “Scrivo di pancia e senza filtri” – INTERVISTA

A tu per tu con il rapper genovese, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Ti avrei voluta

Tempo di nuova musica per Claudio Calcagno, semplicemente conosciuto con lo pseudonimo di Cloude, in uscita con il singolo “Ti avrei voluta” che si avvale del featuring di Blue Virus, in un connubio urban molto convincente. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Claudio, benvenuto. Partiamo dal tuo singolo “Ti avrei voluta“, cosa racconta?

«Volevo raccontare l’ossessione per una persona e il vuoto che vivi alla fine di una delusione, il male che ti lascia e ti segue per un po ti tempo».

Come ti sei trovato a collaborare con Blue Virus?

«Lui è stato veramente professionale e sempre disponibile, collaborare con qualcuno di più conosciuto ti fa crescere molto e ti da una visione diversa dell’approccio alla musica».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso del pezzo?

«”Mi hai fatto vivere difetti per pregi”, da questa frase, che all’inizio doveva essere in una strofa, è stata una delle prime scritte, un senso personale profondo per me».

Musicalmente parlando, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?

«Sicuramente un sound attuale che ripercorre sonorità che a me piacciono molto, dal pop di vent’anni fa al rap classico. Suoni che mi ricordano la musica degli anni 990/2000, rivisti con i suoni di oggi».

A livello narrativo, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Marcelo Geraci?

«Il video è un lyric video, ma abbiamo voluto renderlo un po riflessivo come se stessi raccontando a me stesso quello che mi è capitato, la duetto è per citare la macchina degli innamorati».

Facciamo un salto indietro nel tempo, c’è stato un momento preciso in cui hai capito che tu e la musica eravate fatti l’uno per l’altra?

«Assolutamente sì, già da bambino, ascoltavo tanta musica perché ero un tipo solitario, e mi faceva compagnia, già a quei tempi pensavo che sarebbe successo qualcosa, “ti avrei voluta” anche la musica, ma senza lasciarsi mai e poi ne ho avuto conferma poco dopo che ho iniziato a scrivere canzoni, ne sentivo la necessita tutti i giorni».

A livello di ascolti, quali artisti e quali generi hanno accompagnato la tua crescita?

«Ho iniziato con il cantautorato genovese, e amavo Dalla, poi ho iniziato ad ascoltare i Nirvana e rock in generale, poi quando ho ascoltato il rap per la prima volta non mi sono più tolto da lì. Gli artisti che ho ascoltato per primi sono stati Neffa, Otierre, Fabri Fibra, Sottotono, Club Dogo e tanti altri, la scena italiana mi piaceva tutta».

Hai un feat. dei sogni? Un artista con cui ti piacerebbe collaborare?

«Italiano sicuramente Fabri Fibra perché è stato l’artista che ho ascoltato di più e ammiro tantissimo, straniero i Run The Jewels».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?

«C’è un disco pronto che non vedo l’ora di fare uscire, il disco è molto profondo nelle tematiche e nei sound, abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca, sono sicuro che piacerà, lo spero».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Essendo che scrivo di pancia e senza filtri, questa musica può arrivare a tutti, è senza barriere di età, perciò si rivolge ad un pubblico ampio. Nel futuro mi piacerebbe crescere artisticamente sempre di più per potere arrivare magari ad un contratto discografico».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.