sabato 23 Novembre 2024

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Nico Kyni: “La mia musica? Un ponte tra generazioni” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore emiliano, in uscita con il singolo “Solo te” in featuring con Tormento

Tempo di nuova musica per Nicola Cardace, meglio noto con lo pseudonimo di Nico Kyni, artista classe ’92 al suo ritorno discografico con “Solo te”, realizzato in collaborazione con Tormento. Un feat. d’eccezione, prodotto da Yazee, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 30 giugno.

Ciao Nico, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Solo te”, impreziosito dal feuturing con Tormento, come sono nati rispettivamente questo pezzo e questo incontro?

«Io e Tormento ci conosciamo da tre annetti più o meno, avevamo già in mente di fare qualcosa insieme, ma non c’era stata mai l’occasione. Quando ho completato “Solo te”, con i miei collaboratori abbiamo pensato che un featuring con lui ci sarebbe stato benissimo, l’ho contattato e ha subito accettato con entusiasmo».

Quali sensazioni e quali stati d’animo hanno ispirato questo brano?

«Questo pezzo è una dedica alla musica, ai sacrifici e alle rinunce che scegli di fare per seguire la tua passione. L’intento era quello di riuscire realizzare un brano che coinvolgesse l’ascoltatore per il suo contenuto, allo stesso tempo senza tralasciare l’aspetto del sound».

Pensi che questo sia il mood che più ti rappresenta? Quello in cui ti senti più a tuo agio?

«Sicuramente è un mood in cui mi sento molto a mio agio, perché mi piace muovermi e riuscire a dare un’interpretazione anche fisica, non solo canora. L’R’n’B è il genere che più mi rappresenta, anche in atmosfere più lente».

Dal punto di vista narrativo, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Peter Marvu?

«Nonostante esprima le mie idee, tendo a lasciare libero spazio a Peter, perché lui è bravo in questo, riesce sempre a dare l’immagine giusta. All’inizio non doveva esserci la figura femminile, essendo il pezzo rivolto alla musica, però abbiamo deciso di inserirla come metafora. Peter è stato bravo a donare il giusto approccio, tutto si è svolto in maniera molto naturale, sia io che Tormento siamo contenti del risultato finale».

Al netto della confusione dovuta al momento, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua nuova musica?

«Abbiamo già pronto il prossimo singolo, uscirà a settembre, sarà una cosa molto fresca, secondo me la gente non se l’aspetta neanche. Un bel brano che porterà chiunque a muoversi e ballare, se c’è una persona seduta con quel pezzo non potrà fare a meno di alzarsi o quantomeno muovere la testa. In cantiere ci sono anche altri brani, stiamo definendo bene sul da farsi».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Sicuramente ai miei coetanei, a tutta da quella cerchia di persone che ama la cultura urban. L’obiettivo è che la mia musica possa restare nel tempo, che non sia solo una moda passeggera, non voglio essere una tendenza del momento, di conseguenza mi piacerebbe che arrivasse non solo ai ragazzi che fanno parte della mia generazione, ma anche a persone più grandi. Vorrei ottenere una certa trasversalità, è lì che voglio arrivare, è ciò a cui stiamo lavorando, diventare un po’ il ponte tra il passato e quello che sarà il futuro».

© foto di Mattia Biancardi

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.