A tu per tu con la giovane rapper romana, in uscita con il suo album d’esordio intitolato “Viva“
A poche settimane dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Eleonora La Monica, alias Leyla, per parlare del suo primo disco “Viva”, disponibile in tutti gli store a partire dallo scorso 16 ottobre. Undici tracce in scaletta che mettono in risalto le molteplici skills dell’artista classe ’93, coadiuvata dall’ottimo lavoro svolto dai producer Rambla, Matteo Costanzo, Dr.Cream e 2ME. Un lavoro incentrato sulla sua travolgente energia e sulla voglia di spaziare, sperimentare e dirigersi verso nuovi orizzonti sonori.
Ciao Eleonora, bentrovata. “Viva” è il tuo album d’esordio, come si è sviluppato l’intero processo creativo?
«Con “Viva” ho cercato di fare un lavoro diverso rispetto al passato, nel senso che mi sono un po’ discostata dalle solite sonorità che tendevo a prendere per facilità. Sono uscita dalla mia comfort zone. In questa ricerca sono stati fondamentali i quattro producer presenti nel disco, il loro è stato un lavoro pazzesco. A livello di testo, invece, sono rimasta fedele a me stessa, cercando di raccontare le mie verità, attraverso il femminismo, la resilienza e una serie di tematiche che avevo già toccato e che, in questo album, ho voluto ancora di più approfondire».
Quali sono gli elementi che ti rendono più orgogliosa di questo tuo primo disco?
«E’ una domanda difficile, perchè in realtà sono tantissimi. Innanzitutto sono orgogliosa per essere riuscita a realizzare un album che, secondo il mio personale punto di vista, non è poi così scontato. Essere riuscita a stupire coloro i quali si aspettavano tracce simili tra loro, per me è una vittoria, oltre che il punto maggiore di forza. Mi reputo soddisfatta anche per aver avuto la possibilità di cantare, senza fermarmi solo sul rappato. Infine, avere accanto persone pronte ad ascoltarmi e, allo stesso tempo, capaci di dispensare ottimi consigli… per me è stato fondamentale».
Da una parte immagino la gioia per l’uscita del tuo primo disco, dall’altra le numerose limitazioni dovute al difficile momento che stiamo vivendo. Con quale spirito stai affrontando tutto questo?
«Per me è difficile avendo la famiglia molto lontana, i miei genitori vivono entrambi a Barcellona, non è semplice da questo punto di vista. Per fortuna sono una persona che sa stare bene anche da sola, cerco di lavorare il più possibile per evitare di rimanere troppo a contatto con la mia solitudine. Sicuramente è dura non poter fare concerti, non poter vedere le persone che stanno apprezzando questo album, mi farebbe molto piacere poter parlare con loro dal vivo. Purtroppo possiamo solamente aspettare, anche se non è il mio forte, ho capito che non c’è nient’altro da fare».
Per concludere, alla luce di quello che stiamo vivendo, quali sensazioni e quali stati d’animo ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà questo disco?
«Spero molta forza, la voglia di perseguire i propri obiettivi, perchè alla fine “Viva” parla proprio di questo. Il mio obiettivo è, e sarà sempre, fare musica. Spero di poterlo fare al meglio, invitando tutti a spingere l’acceleratore e dare il massimo per farcela».
Nico Donvito
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