lunedì 25 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Finché ti va

L’amore con una canzone

Durante i giorni in cui ho iniziato ad imbastire una rubrica sulle canzoni d’amore, ho pensato a quei pezzi che prima o poi, dovrebbero farne parte assolutamente. Canzoni che per me hanno un significato enorme, che associo a momenti della mia vita particolari e che mi riportano ad un punto preciso: mi fanno ricordare profumi, sensazioni, emozioni, situazioni. Quelle canzoni che speri di poter cantare un giorno al tuo matrimonio e che non dedichi facilmente, perché sono così magiche che non le vuoi sprecare. Un po’ come il Golden Buzzer a Italia’s Got Talent o quel giorno di ferie da incastrare al momento giusto per organizzare qualcosa di speciale.

Per la terza puntata ho deciso quindi di imbattermi in uno dei miei “mostri sacri”, tra tutti il più recente, una canzone che, da quando è uscita, non riesco a smettere di ascoltare. Loro sono i Tiromancino e lei è “Finché ti va”, in rotazione dal 10 settembre.

La mente mi riporta a quel venerdì sera quando l’ho ascoltata per la prima volta, sotto le coperte, al caldo, ma avevo i brividi, forse perché era ciò che cercavo, era la canzone che in quel momento descriveva esattamente quello che stava accadendo.

Mi hai trovato prigioniero di una vita sempre uguale, tienimi la mano mentre la città scompare”.

Già dalla prima frase avevo capito che sarebbero stati minuti difficili per le mie ghiandole lacrimali. Noi non decidiamo quando innamorarci, ci innamoriamo e basta. Non decidiamo nemmeno di chi, non possiamo controllare nulla. O meglio, possiamo far finta di niente, possiamo nasconderci, scappare, accontentarci oppure trasformare il nostro cuore in un cuore di pietra. Così lasciamo che la vita di tutti i giorni prenda il sopravvento, lasciamo che la routine e le preoccupazioni non ci facciano vedere oltre il groviglio di problemi e di domande senza risposta. Poi, secondo Zampaglione, accade il miracolo: arriva qualcuno che ci trova. Ci trova incastrati in quel groviglio e ci aiuta ad uscirne fuori, semplicemente tenendoci la mano e camminando tra negozi e case, perché quello che importa è “Io e te, tanto il resto è solo un cinema di scuse”.

Il nostro cuore sarà anche di pietra, ma c’è chi ha uno scalpello e piano piano riesce a sistemarlo. “Puoi rimanere qui finché ti va, riempire tutto dei vestiti tuoi, anche se questo non lo dico mai”. L’amore arriva come un uragano nella nostra vita, anzi, magari era già lì ma noi non ci avevamo mai fatto caso. Allora lo lasciamo entrare. Senza dire nulla lasciamo che quella persona entri nelle nostre case, anche se per noi è stato difficile aprirgli la porta. Ora è lì e può mettere i suoi vestiti dove vuole, anche sparsi sul pavimento del salotto o lasciarli accanto al divano mentre escono da una valigia aperta preparata appositamente per il weekend.

Qualcosa di bello che accade quando meno ce lo aspettiamo, quando avevamo perso la speranza di poter provare ancora sentimenti veri. E magari l’altra persona non sa nemmeno che ci sta facendo questo effetto, perché per alcuni può essere banale, mentre per chi, come me, ha un cuore di pietra ma mitigato da maratone di film romantici, banale non lo è per niente.

E poi arriva la parte in cui mi si appannano sempre gli occhiali, quella in cui la lacrima scende anche se ascolto la canzone in coda all’Esselunga: “Porti luce in mezzo al mio disordine e mi spingi a fare meglio e a non demordere”. Questo è quello che per me deve essere, l’amore. Che anche se dentro di te hai il caos, c’è sempre chi ti porta luce; che anche se sei un disastro e commetti un errore dopo l’altro, c’è sempre chi ti spinge a provarci ancora e se, invece, otterrai dei successi, ti dirà che è merito tuo. Dev’essere complicità e voglia di migliorarsi sempre di più, quella forza che ti fa uscire dalle coperte al mattino e pensare che c’è qualcosa di positivo anche nelle giornate più grigie.

Finché ti va” ci aiuta a sognare un po’, rompe i nostri cuori di pietra e ci dà la speranza di poter aprire quella maledetta porta, un giorno. Perché credo che tutti, anche i meno romantici, vorrebbero sentirsela dedicare o vorrebbero poterla dedicare a qualcuno di speciale.

A me non resta che ringraziare i Tiromancino, perché questa canzone è il mio posto sicuro, che mi fa pensare ad una casa, ad una valigia, ai vestiti e ai dischi impolverati. Mi fa pensare che esistono emozioni che vanno oltre il tempo e le distanze, così come esistono persone che in un modo o nell’altro, ci sono sempre state e ci hanno cambiato in meglio. Persone che portano luce e che magari saranno le stesse che un giorno potranno riempire i nostri armadi e le nostre case con i loro vestiti. E noi possiamo solo iniziare a fare spazio.