venerdì 22 Novembre 2024

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Sanremo Giovani, conosciamo meglio Hu – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista marchigiana, in gara ad AmaSanremo con il brano “Occhi Niagara”

Talento e passione, con questo sostantivo maschile e questo sostantivo femminile potremmo definire in sintesi Federica Ferracuti, in arte Hu, giovanissima cantautrice, producer e plistrumentista classe ’94, tra i venti semifinalisti di AmaSanremo con il brano “Occhi Niagara”. In un mondo in cui si familiarizza con spesso gli stereotipi e si tende a pensare che l’elettronica non abbia un’anima, che sia un tipo di musica fredda e poco passionale, la giovane artista di Fermo è la dimostrazione dell’esatto contrario.

Ciao Federica, benvenuta. Partiamo da “Occhi Niagara”, canzone con cui partecipi ad AmaSanremo, com’è nata e cosa rappresenta per te?

«”Occhi Niagara” è nata in un modo molto istintivo, una canzone che ho scritto letteralmente in un quarto d’ora, piano e voce. Sono partita da un’immagine precisa, lo spunto è arrivato dal pantone Niagara, un colore che tra il blu e il grigiastro, che mi regala una pace incredibile, la sensazione di un qualcosa in cui puoi immergerti. Il brano è un viaggio all’interno di questa tonalità, che ti proietta in un altro mondo, in una lotta interiore tra ciò che desideri e la consapevolezza del sentirsi persi».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?

«Ogni verso è un mondo a sé, pur essendo connesso con tutto il resto. La frase-simbolo della canzone, secondo me, è: “non sai che le onde si fanno aspettare, forse per questo che in fondo cerchi il mare”. Credo sia un’attitudine umana, a volte odiamo le attese ma non ci rendiamo conto di averne bisogno per prepararci all’evolversi degli eventi. Questo penso sia il cuore della canzone».

Essendo tu polistrumentista e producer, pensi di aver trovato con questo pezzo il giusto sound? Quello che ti rappresenta di più in questo momento e che mette in risalto la tua personalità artistica?

«Ti direi di sì, nel corso degli anni ho fatto diverse prove per cercare di trovare il mio fuoco. Al di là dell’amore per la scrittura, ho sempre pensato alla mia voce come uno strumento, cercando un messaggio da raccontare, che sia il più naturale possibile e che funzioni bene con la mia voce, oltre che con la musica. Per me la fase di produzione è molto importante, la ricerca sonora abbraccia tutto il lavoro svolto e lo valorizza maggiormente. Sono molto legata alla dimensione club, un fenomeno che nasce per ballare e che ha creato un’aggregazione tra persone, rivoluzionando la musica e la nostra società. Cercare una combo tra questo tipo di sound e le parole, penso sia il matrimonio perfetto».

Dal punto di vista narrativo, invece, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Silvia Di Gregorio?

«Il video può sembrare un semplice playback, ma avevo voglia di trasmettere un messaggio di sincerità. Sul set ci siamo divertiti da matti. L’idea iniziale era quella di associare degli elementi legati al mio modo di vestire, oltre che alla mia espressività, ad un mio modo di essere. L’obiettivo era ricreare una dimensione che riprendesse la mia personalità e il mio stile di scrittura, perchè “Occhi Niagara” è un brano che contiene diversi mondi. Silvia è stata davvero brava a capire l’intero progetto, ho avuto la grande fortuna di lavorare con grandi professionisti».

A cosa si deve la scelta del tuo nome d’arte?

«Dalla mia grande passione per l’Antico Egitto, per la cultura egizia in generale, dal punto di vista filosofico, scientifico e astronomico. Hu era una divinità non personificata, che donava agli uomini la facoltà di pensiero e parola, il fulcro della creatività, di ciò che ci permette di ragionare e dar vita alle cose. Mi sono innamorata di questo concetto, così ho deciso di scegliere questo nome proprio perchè rappresenta e descrivere tutto il mio mondo».

Al netto dell’attuale incertezza dovuta al particolare momento storico, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dalla musica di HU?

«Per me conta il viaggio, non tanto l’aspettativa del dove si arriverà. Con il mio team abbiamo pensato ad una progettualità prima e dopo, quelli che sono i miei progetti per il 2021 e quelli che sono i miei sogni, perchè bisogna anche confrontarsi con la situazione che viviamo. Uno dei miei obiettivi sarebbe fare un tirocinio di un paio di mesi a New York o Los Angeles, per affacciarmi ad altre culture e collaborare con altri artisti. Poi, continuare a scrivere, sogno di pubblicare un album, ho un intero hard disk pieno di canzoni che non vedo l’ora di far uscire (sorride, ndr), oltre che riuscire a fare tanti concerti, perché la dimensione live mi manca tantissimo».

Hu Occhi Niagara AmaSanremo

Per concludere, al di là del passaggio e della conseguente possibilità di calcare l’ambito palco dell’Ariston, quale sarebbe per te il riconoscimento più importante, il vero traguardo personale di questo tuo Sanremo Giovani?

«Il mio sogno più grande è che la mia musica possa arrivare il più lontano possibile, a più persone possibili. Spero che chi la ascolta possa emozionarsi proprio come mi emoziono io quando scrivo e canto. Essere riusciti ad arrivare fin qui è per me motivo di grande orgoglio, perchè sono rimasta fedele all’amore che ho per la musica, ho detto tanti no a cose o situazioni che potevano accorciare il mio percorso, credendo fermamente in questa dimensione sonora, un po’ club un po’ cantautorale, una strada che non ho mai voluto abbandonare, anche quando mi sentivo come dentro un imbuto. Alla fine il percorso di un artista è fatto di up e di down, che diventano la miccia che ti spinge a fare di più per poterti migliorare. Nella mia testa sono all’1% di dove vorrei arrivare, ma sono contenta di aver trovato un team che abbracci e sposi con entusiasmo il mio progetto».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.