venerdì 22 Novembre 2024

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Sanremo Giovani, conosciamo meglio Ginevra – INTERVISTA

A tu per tu con la cantautrice torinese, fuori con il singolo “Vortice” presentato ad AmaSanremo

Tempo di nuova musica per Ginevra Lubrano, meglio conosciuta semplicemente come Ginevra, giovane artista che abbiamo imparato a conoscere nel corso della sua recente partecipazione i AmaSanremo, spin-off di Sanremo Giovani 2020, con il brano “Vortice”,  figurando tra i 20 semifinalisti del contest musicale di RaiUno. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Ginevra, benvenuta. Partiamo da “Vortice”, brano presentato ad AmaSanremo, com’è nato e cosa rappresenta per te?

«“Vortice” è nato qualche mese fa, in un periodo in cui io e Francesco Fugazza scrivevamo molto assieme, soprattutto ballads dai toni tradizionali. Siamo partiti da un giro di pianoforte e della melodia vocale. Questo brano è un richiamo alla spensieratezza, un invito a metter da parte le insicurezze e fidarsi dell’amore e delle proprie emozioni che possono trasportarci e metterci in salvo».

Quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno accompagnata durante la fase di composizione del pezzo?

«Credo che stessi inconsciamente elaborando la necessità di libertà e freschezza post primo lockdown. Avevo dentro di me questi bisogni che mi hanno spinto a comporre questo brano». 

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?

«“Prendi, prendi la mia mano – questa notte noi balliamo”».

Dal punto di vista musicale, invece, come siete arrivati insieme a Francesco Fugazza a questo risultato sonoro? 

«Il nostro lavoro assieme è iniziato diversi anni fa ed è fatto di tanta ricerca e di confronto costante. Scriviamo spesso assieme e – per quanto riguarda il mio progetto – abbiamo i medesimi artisti come punto di riferimento. La voglia di mettersi in gioco e di proporre qualcosa di unico è il motore che ci spinge a lavorare con determinazione». 

Ginevra Vortice

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come ti sei avvicinata alla musica?

«Avevo circa 15/16 anni quando ho iniziato a strimpellare una vecchia chitarra di mio padre, è stata il mio primo strumento. Ricordo che un’estate cercai di imparare qualche canzone che mi piacesse ma po finii per scrivere il mio primo brano. Tutto è iniziato così!».

Quali artisti e quali generi hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

«I miei ascolti sono sempre stati vari, ma ho una predilezione per la scena musicale inglese e per il cantautorato italiano. Entrambi hanno certamente influito sul mio modo di concepire la musica e gli arrangiamenti. Hanno avuto un ruolo fondamentale i Massive Attacks, i Portishead, James Blake, i The xx, Bon Iver, Lucio Battisti, Ivan Graziani, Mina..». 

Per concludere, al netto dell’attuale incertezza dovuta al momento, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dalla musica di Ginevra?

«Al momento sono molto concentrata sul nuovo materiale che uscirà nel 2021. La mia musica continuerà ad evolvere». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.