sabato 23 Novembre 2024

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Violetta Zironi: “Questo Natale ci farà riflettere e riconsiderare certe cose” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista classe ’95, in uscita col suo nuovo singolo “I Never Needed Christmas

Tempo di nuova musica per Violetta Zironi, artista che abbiamo conosciuto in occasione della partecipazione alla settima edizione italiana di X Factor, dove si è classificata al terzo posto. Si intitola “I Never Needed Christmas” l’inedito natalizio che segna il suo ritorno discografico, un concentrato di tutte le esperienze internazionali collezionate negli ultimi anni. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Violetta, benvenuta. Partiamo dal tuo nuovo singolo “I Never Needed Christmas“, com’è nato?

«Questo brano è nato dalla collaborazione con il mio co autore americano Michael Ochs, con cui il 3 novembre stavo guardando le elezioni americane in televisione. La tensione cresceva, l’esito di quella sera avrebbe potuto essere terribile e aggiungersi alla serie di sfortunati eventi che abbiamo dovuto affrontare nel 2020. Così ci siamo detti: quest’anno abbiamo proprio bisogno del Natale, ce lo meritiamo più che mai! E così è nata la canzone, una coccola natalizia a ricordarci che, nonostante tutto, non siamo soli. Che il Natale, per quanto possa essere diverso quest’anno, porta con sé dei ricordi di calore e di affetto che ci stringono il cuore. Segna anche la fine di quest’anno e, potenzialmente, l’inizio di un anno migliore».

Quali sensazioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnata durante la fase di composizione del brano?

«Sicuramente i ricordi dei Natali passati, la nostalgia, i nonni che non ci sono più, i momenti di festa che quest’anno saranno diversi. Rimangono un sentimento di speranza per un Natale diverso ma comunque felice e la volontà di trarre il buono anche da questa situazione senza precedenti, portandosi dietro il calore dei ricordi».

Il Natale è una festività dalle mille sfaccettature, oltre all’atmosfera di festa, c’è una sorta di nostalgia che ci avvolge. Tu come lo vivi solitamente questo periodo?

«La nostalgia è infatti un sentimento che provo molto in questo periodo. Gli anni che passano, le persone che vanno, vengono e cambiano, le tradizioni che mutano. Si cresce e si cambia percezione. Si danno per scontate cose per poi rendersene conto magari troppo tardi. Il Natale è un momento felice ma può essere anche malinconico, personalmente tante volte la felicità arriva insieme alla malinconia».

Quali sono i tuoi brani natalizi preferiti? Ci sono stati ascolti in particolare che in qualche modo ti hanno ispirato e influenzato nella scrittura di questo inedito?

«Alcuni dei miei brani natalizi preferiti sono sicuramente i classici anni ‘40, come “Have Yourself a Merry Little Christmas” interpretata da Judy Garland o “Winter Wonderland” nella versione ruvida di Bob Dylan. Amo molto anche “Wonderful Christmas Time” di Paul McCartney. Sicuramente i classici anni ‘40 mi hanno ispirato molto nella scrittura di questo brano, soprattutto per l’arrangiamento orchestrale, che è semplice ma curato allo stesso tempo».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, come e quando hai scoperto la tua passione per la musica?

«Ho iniziato a cantare in un coro di bambini all’età di 3 anni, a 6 anni, invece, ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte. Non sapevo ancora che era la mia passione, ma sicuramente era una cosa che mi divertiva e mi sfidava allo stesso tempo. Mi permetteva di esprimermi. Non so se c’è mai stato un momento in cui ho dichiarato che la musica era la mia grande passione, ma del resto è stata l’unica cosa che ho portato sempre con me, rendendola la mia compagna di vita».

Ti ricordiamo per la tua partecipazione alla settima edizione italiana di X Factor, cosa ti ha lasciato concretamente quell’esperienza?

«L’esperienza di X Factor mi ha permesso di fare una scelta cosciente sul percorso di vita che volevo fare. É stato un riconoscimento che mi ha dato il coraggio di intraprendere questa strada. Ho imparato tantissimo, venendo catapultata in una macchina professionale velocissima. Oltre ad avermi permesso di fare della musica il mio mestiere e avermi aperto molte porte, non sarei la persona che sono ora senza quella esperienza. Fortunatamente, la mia giovane età ai tempi di X Factor mi ha permesso di vivere la cosa con serenità, che forse non accadrebbe adesso».

Successivamente hai maturato diverse esperienze dal vivo in giro per Europa, quali skills pensi di aver acquisito viaggiando?

«Sicuramente la capacità di interagire con persone diverse da me in situazioni potenzialmente fuori dalla mia comfort zone. Mi ha insegnato il rispetto per le persone e le culture diverse, ha aperto la mia mente permettendomi di vedere oltre le mie convinzioni personali. Ho imparato ad ascoltare e a cercare di capire gli altri. Il confronto con un pubblico non italiano, fatto da persone che reagiscono diversamente e non parlano la tua lingua, è stato prezioso. Ma sono sempre rimasta piacevolmente sorpresa dal calore ricevuto e dalla bontà d’animo delle persone».

Al netto dell’attuale incertezza discografica dovuta al momento, cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti in cantiere?

«Sicuramente tanta nuova musica. Questo è il mio obiettivo per il 2021. Ho scritto tantissimo nell’ultimo anno e sono felice di poter condividere le mie canzoni nuove con la gente».

Che Natale sarà questo secondo te?

«Un Natale diverso e incerto. Lontano dagli affetti forse, un Natale che ci farà riflettere e magari riconsiderare certe cose. Ma auguro a tutti di trovare un pochino di serenità alla fine di questo disgraziato 2020, nelle piccole cose che ci rimangono». 

Per concludere, quale regalo ti piacerebbe ricevere sotto l’albero?

«La tranquillità e la sicurezza che il 2021 sarà un anno migliore».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.