venerdì 22 Novembre 2024

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Sanremo Giovani, conosciamo meglio i DELLAI – INTERVISTA

A tu per tu con il duo romagnolo, in gara tra le Nuove Proposte di Sanremo 2021 con il brano “Io sono Luca”

Tra gli otto giovani partecipanti del prossimo Festival di Sanremo, troviamo Matteo e Luca Dellai, noti semplicemente come i Dellai, fratelli romagnoli in gara con “Io sono Luca”, un brano che rispecchia un po’ tutti noi, con le nostre paure e le sfide di tutti i giorni. Approfondiamo la loro conoscenza.

Ciao ragazzi, benvenuti. Partiamo da “Io sono Luca”, brano in concorso al prossimo Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Come state vivendo questo momento di attesa e di preparazione?

«Molto bene. Sono momenti concitati, sono tante le cose da fare, ma abbiamo una gran voglia di salire sul palco, di divertirci e di far divertire. Poi, sicuramente c’è tutto un contorno causato da pandemie varie ed eventuali, che però cerchiamo di farci scivolare di dosso, cercando di goderci al massimo questo regalo che ci è stato fatto. Diciamo che Sanremo ci prende abbastanza la testa, com’è giusto e doversoo che sia, perchè non è solo un onore ma anche un onere partecipare al Festival».

Un testo in cui ci si può immedesimare perchè, chi più chi meno, abbiamo un po’ tutti vissuto sensazioni simili, ci siamo rialzati e rimboccati le maniche. Ci sono stati commenti o feedback che vi hanno colpito particolarmente?

«Sicuramente di feedback ne abbiamo ricevuti, molto spesso da parte degli amici ci è stato detto che si sente molto il nostro approccio, che il brano rispecchia molto entrambi. L’idea è quella che le persone si possano ritrovare nella storia di Matteo, anche se il titolo fa riferimento a Luca, un po’ per difendere la propria intimità, un po’ per giocare, un po’ per trasmettere il messaggio che ciascuno di noi può vivere le stesse situazioni di un altro, perché anche nei momenti difficili si può trovare una piccola felicità».

Della

A rivestire il tutto di positività ci sono le sonorità: radiofoniche, allegre e orecchiabili. Come siete arrivati a questo tipo di sound?

«In realtà è stato un processo graduale, anche se nella prima versione il sound andava già in questa direzione. Sin da subito voleva essere un brano giocoso, allegro, positivo. Poi, dopo, con l’aiuto di Davide Tagliapietra si è arrivati a questo prodotto con due suoni reali e autentici, nei quali ci riconosciamo molto perchè appartengono alla natura del pezzo».

Per concludere, al di là della vittoria e della conseguente possibilità di portarvi a casa la famosa statuetta con il leoncino e la palma, quale sarebbe per voi il riconoscimento più importante, il traguardo personale di questo vostro Festival di Sanremo?

«Si tratta della prima nostra esperienza importante, andiamo lì alla scoperta di qualcosa di completamente nuovo per noi. Ci mettiamo alla prova, dando il meglio di noi stessi. L’intento è quello di divertirci, ma non solo, ognuno ha i propri obiettivi e penso che questo valga per tutti gli altri ragazzi in gara. Poi, chissà… che vinca il migliore!».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.