Il cantautore romano si è spento ieri 25 novembre all’età di quarantadue anni, aveva partecipato nella categoria giovani del Festival di Sanremo nel 2005.
Il mondo della musica leggera italiana piange la prematura scomparsa di Enrico Boccadoro, abilissimo musicista dotato di un animo d’artista sensibile e delicato, che il prossimo 11 dicembre avrebbe compiuto quarantatré anni. Nato a Roma, il cantautore si avvicina sin da giovanissimo al canto, cominciando a scrivere canzoni sin dall’età di quattordici anni. Nel ’91 partecipa al Festival di Castrocaro, ma viene offuscato dalla presenza di altri giovani talentuosi colleghi del calibro di Laura Pausini, Nek e Max Pezzali. Tre anni dopo pubblica il suo album d’esordio “Stanno amandosi”, trascinato dal successo dell’omonimo brano presentato in gara al Festival Italiano, il contro-Sanremo di Mediaset condotto da Mike Bongiorno.
Dopo aver aperto concerti di numerosi artisti, da Ivan Graziani a Massimo Di Cataldo, si dedica all’attività di autore, per far ritorno nel 2005 con “Dov’è la terra capitano”, brano che dà il titolo al suo secondo e ultimo progetto discografico, in gara tra le Nuove Proposte della 55esima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, avvincente edizione targata Paolo Bonolis. In concorso con lui numerose giovani promesse della canzone italiana, dai Negramaro ai Modà, passando per Veronica Ventavoli, Max De Angelis, La Differenza, Giovanna D’Angi, gli Equ, Christian Lo Zito, Sabrina Guida, i Concido e la vincitrice di quell’annata Laura Bono. Seguono diversi progetti che passano inosservati dalle scrivanie degli addetti ai lavori alle radio locali, che lo portano a concentrarsi sulla prolifica attività di autore. Il mondo della musica leggera piange la sua prematura scomparsa, abbiamo detto all’inizio, mentre la discografia rimpiangerà presto il non aver dato il giusto spazio ad un artista di questo spessore. Arrivederci Capitano.
Dov’è la terra capitano | Video
Dov’è la terra capitano | Testo
Abbiamo un cuore chiuso con lo spago
almeno questo ce lo portiamo su
su di una nave grande come un drago
ma se qualcuno piange andiamo tutti giù
e che non faccia scherzi questo mare
che il cielo non s’inventi un temporale
ma solo giusto appena qualche goccia
per quel che avranno sete
pronti a partire dice il capitano
e salutiamo qualcuno che non c’è
con un biglietto stretto nella mano
che quasi quasi costa più di me
nessuno parla nessuno dice niente
c’è già chi guarda fermo l’orizzonte
forse perché non ce la fa a vedere dietro
della sua casa che ne è stato
Dov’è la terra capitano
dov’è la terra che aspettiamo
dov’è la terra del lavoro
quanto manca
ma basta che arriviamo
e lì ci aspetteranno in tanti
non batteremo i denti
sarà come una mamma
a rimboccare i nostri sogni
ecco la terra capitano
e finalmente la vediamo
è cosi bella da lontano
arriveremo prima se soffriamo
C’è ancora il freddo ad aspettarci
e intorno è pieno di volanti
ma una coperta per scaldarci
ci fa sentire meno persi
qualcuno neanche si avvicina
passa dal’altra parte della strada
c’è chi ci da dei delinquenti
solo perché ci vede in questi stracci
Dov’è la terra capitano
dov’è la terra che sognammo
dov’è la terra del lavoro
anche i loro figli non ce l’hanno
non era quella che sembrava
che in televisione si vedeva
non era quella mamma
a rimboccare i nostri sogni
ha sbagliato capitano
e mi sa dire dove siamo
ma era bella da lontano
era bella da lontano
dov’è la terra capitano
dov’è la terra che aspettiamo
ma era bella da lontano
bella da lontano
Nico Donvito
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