Recensione dell’album del ritorno discografico della cantantessa
Mancava da sei anni con un album d’inediti Carmen Consoli eppure ‘Volevo fare la rockstar‘, il suo nuovo album d’inediti, testimonia, con una forza ancor più lucida a qualche settimana dalla sua uscita, che il tempo per la cantantessa pare essere una dimensione superata. Pubblicato lo scorso 24 settembre 2021, l’album si rivela essere un disco arrivato ad arricchire e completare il discorso musicale della maturità della cantautrice catanese senza stravolgerne l’identità, tornare ad un passato più “pop” o guardare ad un futuro più mainstream. Carmen Consoli suona come sempre trovando in questa sua certezza compositiva il porto sicuro per continuare a risultare rassicurante, per chi nella sua musica coglie la necessità di un racconto basato sul presente quanto più sull’eterna infinitezza della dimensione temporale.
Il presente e la voglia di guardare a nuovi suoni |
In ‘Volevo fare la rockstar’ si susseguono dieci tracce in cui Carmen Consoli da sfoggio, contrariamente all’idea passata offerta dal titolo, soprattutto di una narrativa incentrata nell’attualità. L’apertura con Sta succedendo d’altra parte ne trasferisce perfettamente l’idea inizializzando l’album verso un suono pieno ma attendo alle sfumature sperimentali di un incedere elettronico. Il suono è il grande protagonista anche di Armonie numeriche, che viene dedicata al ricordo del padre e che si dota di una coda quasi progressive sul finale che spiazza l’ascoltatore entrato nel mood della chitarra acustica e di una voce delicatissima.
Sufficientemente rassicuranti suonano anche i singoli Una domenica al mare (di cui qui la nostra recensione), dotata di quello spirito che si mette alla prova nel racconto del mistero della vita invitando ad un ritorno alla semplicità e alla purezza del cuore, e Qualcosa di me che non ti aspetti che, indiscutibilmente, rappresenta la traccia più accessibile e vicina a quel pop-rock delle origini per una dedica (almeno apparente) al sentimento.
Alle dimensioni più serene guardano anche L’aquilone, distesa su di una melodia nostalgica ma positiva che descrive l’amore come “il caotico su e giù di un aquilone: l’incoscienza e la passione”, e Le cose di sempre, dolcemente incentrata su suoni ritmici di matrice afro per trasferire, come una madre fa con il proprio figlio, gli insegnamenti più primordiali del vivere. Autobiograficamente diretta al proprio passato è la conclusiva Volevo fare la rockstar che si prende quasi 7 minuti per guardare al proprio trascorso di vita superando anche l’idea della forma-canzone più tradizionale.
La narrativa sull’attualità |
L’attenzione all’oggi e ai problemi della società attuale rimane forte e onnipresente in ogni verso scritto dalla Consoli anche per questo progetto. La traccia più direzionata in questo senso apparirebbe L’uomo nero che non si risparmia un attacco diretto e frontale al sovranismo (“saprò difendere a oltranza il mio confine: ho un arsenale di slogan per vincere”), al fascimo di ogni tempo e alle ideologie di un “mondo indomito e perverso”.
Spendibili in questo senso, però, sono anche Mago Magone, non a caso incentrata su di un basso deciso per trasferire l’idea di continue burle costruite ai danni della società, e Imparare dagli alberi a camminare, che, invece, invita ad abbandonare i sentieri già tracciati per percorrere strade alternative e personali per andare alla scoperta di sè stessi (“e chissà che non sia un bene ricominciare”).
In conclusione |
Per Carmen Consoli questo Volevo fare la rockstar rappresenta un ulteriore passaggio dovuto al consolidamento della propria maturità musicale e del proprio credo ideologico sia in ambito artistico che sociale. La cantantessa non cambia pelle e, anzi, dimostra che i sette anni trascorsi dal suo ultimo progetto discografico non l’hanno eccessivamente cambiata. Ne hanno, invece, rafforzato le idee e le desinenze trasportandola verso un suono forse più deciso ma sempre concreto come il valore ed il peso delle parole che si appresta continuamente a scrivere ed interpretare non per una vuota abitudine ma per una ferrea convinzione nell’urgenza di dirle e di trasferirle. ‘Volevo fare la rockstar’ è un disco della Carmen Consoli di questi ultimi anni: manca, forse, la traccia che rimarrà negli annali ma ogni brano potrà essere citato per raccontare questo nostro tempo.
Migliori tracce | L’aquilone – Qualcosa di me che non ti aspetti
Voto complessivo | 7.3/10
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Volevo fare la rockstar | Tracklist e stelline
- Sta succedendo ★★★★★★★☆☆☆
[Carmen Consoli – Carmen Consoli, Massimo Roccaforte] - L’aquilone ★★★★★★★★☆☆
[Carmen Consoli] - Una domenica al mare ★★★★★★★½☆☆☆
[Carmen Consoli] - Mago magone ★★★★★★★★☆☆
[Carmen Consoli – Carmen Consoli, Massimo Roccaforte] - Le cose di sempre ★★★★★★½☆☆☆
[Carmen Consoli] - Qualcosa di me che non ti aspetti ★★★★★★★★☆☆
[Carmen Consoli] - Armonie numeriche ★★★★★★★½☆☆
[Carmen Consoli] - Imparare dagli alberi a camminare ★★★★★★★☆☆☆
[Carmen Consoli] - L’uomo nero ★★★★★★★★☆☆
[Carmen Consoli] - Volevo fare la rockstar ★★★★★★☆☆☆☆
[Carmen Consoli – Carmen Consoli, Massimo Roccaforte]
Ilario Luisetto
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