giovedì 21 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone d’amore, un anno dopo

Raccontiamo l’amore con una canzone

Esattamente un anno fa, in una casa di Milano sud, dove tornai dopo un po’ di tempo per riabbracciare ricordi e persone, feci leggere la prima puntata di questa rubrica. Ammetto che ero un po’ agitata. Non ero sicura che si capisse ciò che avrei voluto dire, ero un po’ in imbarazzo perché in quelle righe, così come in queste, c’è un pezzo (e anche bello grande) della mia vita.

Avevo deciso di partire con uno dei pezzi che più stimolavano la mia fantasia, ma che raccontavano anche di un qualcosa che tutti, prima o poi, ci troviamo a vivere. Il pezzo era “Io non abito al mare” di Francesca Michelin e lo scrissi in mezz’ora nella mia camera, in una domenica di pioggia. Ora, se mi guardo indietro, tra migliaia di parole vedo tante cose. Vedo due traslochi, un trasferimento, una promozione, una vittoria alle elezioni comunali, qualche delusione, capitoli chiusi, libri aperti e un nuovo cane. Ma soprattutto vedo decine di persone che sono lì ad ascoltare una canzone d’amore a tutto volume, con le cuffie e gli occhi lucidi, mentre guardano la pianura che scorre veloce fuori dal finestrino di un treno.

È proprio per quelle persone che è nata la rubrica. E’ nata per chi chiude gli occhi e si immagina altrove, per quei folli e sognatori che credono ancora nell’amore vero e lo cercano ovunque, con il rischio di fare enormi buchi nell’acqua oppure di inciampare e rotolare e doversi poi rialzare, da soli, con qualche livido in più. Se solo la gente sapesse quanti messaggi cancellati ci sono dietro quel “non gli scrivo più” o quante prove davanti allo specchio prima di quel “resta qui, non andare via”, che puntualmente viene detto nel momento sbagliato.

Le canzoni, però, quelle non arrivano mai nel momento sbagliato. Chissà per quale congiunzione astrale o strategia diabolica delle case discografiche, le canzoni piombano nelle tue orecchie come un martello pneumatico la domenica mattina. Arrivano quando ne senti il bisogno e appaiono lì nella tua riproduzione casuale di Spotify come se ti avessero letto nel pensiero. È da un anno che, di settimana in settimana, racconto la mia storia che poi è un po’ la storia di tutti noi. La racconto tramite le note e le parole di qualche artista che, non so come mai, sembra sempre conoscermi più di quanto io conosca me stessa.

Insieme ci siamo lasciati cullare dai Tiromancino e la loro “Finchè ti va”, l’autunno scorso, tra i dischi in un negozio vintage e le luci di una città che avevo sempre visto sbagliata e invece era più giusta che mai. Abbiamo aperto regali perfetti con Galeffi la vigilia di Natale. Ho pensato di poter anche per un attimo farmi “A piedi il mondo” con Gio Evan, ma forse camminare non è la mia specialità. Abbiamo cercato risposte dentro alle parole di Bersani e ho provato ad immaginare i volti che avrebbero avuto “En e Xanax“. E poi questi volti li ho visti: e non erano molto lontani da me. Siamo passati attraverso le frasi delicate ma taglienti di Malika Ayane, con la quale condividiamo il suo “Peccato originale“, quel peccato che è anche solo il “pensarti un po’”. Nel frattempo abbiamo superato un Sanremo senza pubblico e il rumore di qualche gruppo indie che si scioglie da un giorno all’altro. Proprio quel gruppo che avevi visto quella sera lì, con quelle persone lì.

Questo è il mio cinquantesimo articolo. Direte voi, cinquanta articoli che parlano d’amore, cosa sarà mai? Parlare d’amore non è così facile quando un giorno sei sulla luna e l’altro a scavare nel fango, quando credi nelle parole di una canzone così tanto che hai quasi paura di rovinarla anche solo inserendone una tua interpretazione. La vita cambia, i giorni non sono mai uguali e l’amore muta nel tempo. L’amore nasce, diventa grande e poi, chi lo sa cosa fa. O prende il volo o resta lì, a terra.

Le canzoni ci aiutano a superare tutto. Sono le nostre migliori amiche, le coperte di lana della nonna una notte d’inverno e, perché no, anche quel gin tonic in più che ci serve per superare l’imbarazzo. Tutte quelle che trovate nella playlist sono le mie. Sono quelle che io tengo nel cassetto e che ho tirato fuori, settimana dopo settimana, per piangere, ridere, amare. Adesso tocca a voi. Aprite le vostre playlist e guardate cosa c’è dentro. Ascoltatele, esploratele e, soprattutto, dedicatele!

Così, mentre soffio la prima candelina sulla torta, non mi resta che esprimere un desiderio. Quali desideri scegliere per questa rubrica? Desidero che ognuno di noi trovi un complice, una luce nel disordine, una spalla, una via d’uscita. Quindi soffio più forte che si può e penso intensamente a quale può essere il mio desiderio. Trovato, ma non lo dico, altrimenti non si avvera.

C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist