venerdì 22 Novembre 2024

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Noemi e la nuova complessità pop per “Ti amo non lo so dire” – ANALISI

Recensione del nuovo singolo sanremese dell’interprete romana

Il palco del Teatro Ariston deve molto a Noemi e lo stesso si potrebbe dire per l’inverso dei fattori. La rossa interprete romana nell’ultimo quindicennio ha più volte calcato il palcoscenico della città dei fiori ma lo ha fatto sempre presentando proposte di qualità, raffinatezza e potenza ricavandone spesso grandi successi o copiose attestazioni di stima da parte della critica e del pubblico. L’ultimo episodio per ordine di tempo è sicuramente l’ottima Ti amo non lo so dire portata in scena nel 2022 all’indomani di una lucente esperienza di rilancio avvenuta proprio un anno prima da quel palco con l’apprezzata “Glicine” (di cui qui la nostra recensione).

Dell’esperienza del Sanremo 2021 questa ‘Ti amo non lo so dire’ è insindacabilmente figlia. Lo è, perlomeno, dal punto di vista della volontà comunicativa tanto nell’immagine (visiva e non) quanto nella modalità espressiva. Una modalità fatta di scrittura, di modulazione vocale e di una produzione più aerosa rispetto ad un pop tradizionalmente inteso. Il fulcro della proposta rimane, come è giusto che sia, la voce di Noemi ma anch’essa va incontro, qui più che mai, ad una rivisitazione. Il graffio iconico del suo timbro scuro finisce per mettersi in ombra di fronte all’esigenza di comunicare questa volta soprattutto con le parole che diventano tante, fitte e straripanti per un testo che non nasconde la propria urgenza di arrivare all’ascoltatore.

Noemi racconta d’amore. Lo fa ripercorrendo “notti a camminare un po’ stanchi e felici sulle strade romane”. Ma, poi, all’improvviso apre uno squarcio su di un dubbio che avvolge il cuore. E così si arriva, insieme alla narrazione, a scoprire che esiste “un nodo tra me e te” che è dato da una difficoltà comunicativa apparentemente insuperabile. Ci si trova, dunque, a vivere una situazione in cui il cuore ama ma occorre del tempo per “capire meglio noi chi siamo”.

Noemi si mette a disposizione di un brano apparentemente lontano dalle sue corde che richiedono ampi respiri per esprimersi al meglio. Ne esce un racconto come sempre suadente, potente e vero dotato di un ritornello radiofonico e di lunghe strofe in cui le parole si susseguono con grande frequenza per raccontare al meglio la situazione del cuore. Un’evoluzione forse inattesa per la stessa Noemi che arriva a cantare un brano di Mahmood e Alessandro La Cava entrando pienamente nel mondo autorale dei suoi autori come in pochi interpreti riescono a fare. Un motivo in più per credere che la rinascita artistica della voce di ‘Vuoto a perdere’ sia ormai del tutto completa e direzionata ad un’attualità musicale non fotocopia di tante altre.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.