Recensione dell’album che riporta la sua interprete a rapportarsi con il pop al di fuori delle stagioni del tempo
Un nuovo album per smarcarsi dall’ingombrante etichetta di “regina dei tormentoni estivi” e ricreare, invece, attorno a sè l’aurea di interprete pop. Questo, sostanzialmente, è l’incipit di Cortometraggi, l’album che Giusy Ferreri ha voluto dare al proprio pubblico a distanza di cinque anni dal precedente “Girotondo” (qui la nostra recensione). In quella che è chiaramente la visione musicale di una delle voci più riconoscibili del nostro panorama questo è il disco del ritorno al pop capace di stare al di fuori delle stagioni e del tempo. Un pop che, pur non rappresentandola pienamente perchè continua a collocarla come interprete piuttosto che come cantautrice, risulta perlomeno più prossimo al sentire che Giusy Ferreri ha sempre manifestato trovandosi a contatto con i tormentoni solo accidentalmente.
Miele, il pop retrò e la voglia di riavvolgere il nastro |
L’obiettivo principe di questo progetto, lo dicevamo, è quello di riavvolgere il nastro e tornare a dove si era rimasti. Se ‘Girotondo’ era stato l’esperimento più pop del repertorio della Ferreri, la Miele che apre questo disco pare voler segnare una strada fedele ma più sperimentale. Si torna a guardare ad un gusto retrò, ad un’ambientazione più marcata rispetto ai suoni più convenzionali e neutri. La scelta di portarla sul palco del Teatro Ariston per il Festival di Sanremo 2022 (qui la nostra analisi) è stata, forse, fin troppo azzardata pur sapendo di poter contare su di un riff nel ritornello potenzialmente martellante. E’ stata, però, al contempo, la scelta migliore per dimostrare un distaccamento dalle ultime estati e per segnare la volontà di riabbracciare un repertorio più maturo e proprio.
Esce bene allo scoperto, anche se con una chiave particolarmente smorzata verso il pop, l’anima musicale più autentica di Giusy Ferreri nella “sua” Ricordo. Nell’unica traccia firmata e composta unicamente dalla stessa interprete escono allo scoperto un gusto complesso che ricorda ambientazioni ben presenti nello splendido (e sottovalutato) progetto “L’attesa”.
Animi rock escono dall’ombra |
Che il rock sia da sempre la più reale aspirazione della voce della Ferreri è un dato di fatto per i più attenti ascoltatori dei suoi progetti ma non sempre lo è stato per il pubblico più distratto attento alle radio o ai singoli di successo. Nella tracklist di ‘Cortometraggi’ c’è spazio anche per questo desiderio che si va comunque a mischiare all’esigenza di rimanere accessibile e morbida nelle proprie manifestazioni. In un disco che sa di maturità, dunque, risulta credibile e ben spendibile il mix di Gli Oasis di una volta (di cui qui la nostra recensione) che mette insieme passaggi spigolosi con quella cadenza sempre popolare della scrittura ispirata di Gaetano Curreri che a Giusy Ferreri dona uno dei pezzi migliori di questo album.
A nascondere dentro di sé quell’ambizione rockeggiante offuscata anche da un apparente linguaggio indie-pop è soprattutto quella L’amore è un tiranno profondamente condizionata da una linea di basso perfettamente protagonista insieme ad una ritmica che spinge il pezzo. Non è un caso che lo stesso autore, Diego Mancino, s’incarichi di firmare un’ugualmente “militaresca” La forma del cuore che continua a raccontare l’amore con similitudini guerresche e suoni che, via via, si ispessiscono con il crescere della vocalità.
Il versante più pop e romantico |
Insieme agli ambienti più rock, negli anni Giusy Ferreri ha dimostrato di poter essere anche un’ottima interprete dell’amore declinato lungo i suoi versanti più pop. Non stupisce, dunque, trovare la piacevole conferma della firma di Roberto Casalino per una Qualsiasi amore che non stupirà, forse, per originalità ma che ha in sè quei salti necessari per esaltare la voce della sua interprete. Ad impreziosire i ‘Cortometraggi’ che Giusy Ferreri sceglie di mettere in mostra non è un caso che spicchi una “cinematografica” Federico Fellini. Dotata di una partenza delicata, la canzone si apre, poi, in un inciso potente che sfrutta perfettamente passionalità ed orchestrazione. Altrettando efficace è Cuore sparso pur poggiando su quella raffinatezza che la penna di Giovanni Caccamo spiega alla perfezione prima di un ritornello graffiante ed incisivo che sarebbe stato perfetto per l’ambiente sanremese.
Sporcata da accenni di un’elettronica contemporanea suona la coinvolgente Causa effetto che ha in sé le carte migliori per un ruolo da ‘new-tormentone’ anche se con caratteristiche inedite rispetto al passato. Per la Ferreri non sarebbe di certo la prima volta che ci si ritroverebbe di fronte ad una delle “prime volte” delle mode musicali poi scopiazzate da molti altri.
Arricchiscono la tracklist una positiva Angoli di mare che guarda alle ripartenze e la ballata su Quello che abbiamo perso che si gioca una riflessione su quanto, nella vita, s’impara e di quanto, invece, si lascia andare con lo scorrere del tempo. Il ritorno autorale della coppia formata da Marco Masini e Antonio Iammarino prende forma per la bella Il diritto di essere felice che ha in sé un titolo impegnativo che si declina nel racconto di un amore da rivolgere verso se stessi.
In conclusione |
Per Giusy Ferreri questo Cortometraggi rappresenta il ritorno al compromesso pop. Il disco esclude l’estremità dei tormentoni poco rappresentativi del suo sentire e punta ad un racconto ibrido tra il pop e ruvidi intrecci rock capaci di esaltare la sua vocalità sempre particolare. Di mezzo ci finiscono canzoni davvero gradevoli. Ne esce un bel disco che merita un ascolto attento. Non fosse altro per quel suo coraggio di rappresentarsi nazionalpopolare ed insieme sperimentale. Un disco che racconta d’amore con una chiave profondamente tradizionale che guarda ad un passato non troppo lontano ma che è quello che ci ha regalato le più belle voci (e forse anche canzoni) del repertorio italico. Non c’è il tentativo ruffiano d’ingraziarsi le mode del momento: a prevalere è, piuttosto, l’esigenza di un racconto, anche musicale oltre che testuale, più vicino possibile al sentire dell’interprete. E tra le esigenze attuali del piacere non è poca cosa.
Migliori tracce | Cuore sparso – Federico Fellini
Voto complessivo | 7.8/10
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Cortometraggi | Tracklist e stelline
- Miele ★★★★★★★☆☆☆
[Davide Petrella – Federica Abbate, Takagi, Ketra] - Qualsiasi amore ★★★★★★★★★☆☆
[Roberto Casalino, Paolo Antonacci, Davide Simonetta] - Federico Fellini ★★★★★★★★½☆
[Diego Mancino, Daniele Coro, Giulia Anania] - Gli Oasis di una volta ★★★★★★★★½☆
[Giusy Ferreri, Piero Romitelli, Gerardo Pulli – Gaetano Curreri, Piero Romitelli, Mario Fanizzi] - Causa effetto ★★★★★★★★☆☆
[Bungaro, Cesare Chiodo, Matteo Valicelli] - Angoli di mare ★★★★★★★☆☆☆
[Vincenza Casati, Saverio Grandi – Vincenza Casati] - L’amore è un tiranno ★★★★★★★½☆☆
[Diego Mancino – Carlo Frigerio, Fabio Dalè] - La forma del tuo cuore ★★★★★★★½☆☆
[Diego Mancino, Matteo Curallo] - Quello che abbiamo perso ★★★★★★★☆☆½
[Diego Mancino, Daniele Coro, Virginio] - Cuore sparso ★★★★★★★★½☆
[Giovanni Caccamo, Paolo Antonacci – Giovanni Caccamo, Paolo Antonacci, Placido Salamone] - Il diritto di essere felice ★★★★★★★½☆☆
[Marco Masini, Antonio Iammarino] - Ricordo ★★★★★★★½☆☆
[Giusy Ferreri]
Ilario Luisetto
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