giovedì 10 Ottobre 2024

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“Alza la radio”, Nek e il suo desiderio di essenzialità – RECENSIONE

Nuova musica per l’artista emiliano, in radio con il terzo estratto da “Il mio gioco preferito – Parte Prima”

“Alza la radio”, concentrati sulla musica e non pensare a tutto il resto. Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura che hanno spinto Filippo Neviani, alias Nek, a selezionare questo pezzo come singolo estivo, dato che nella nostra recente intervista aveva dichiarato di essere indeciso tra un paio di pezzi, tra cui figurava anche “Musica sotto le bombe”. Alla fine la scelta è ricaduta su questo bel brano up-tempo, composto a sei mani con Andrea Bonomo e Andrea Vigentini, terzo estratto dal suo quattordicesimo album in studio, intitolato Il mio gioco preferito – Parte Prima. Una canzone che rappresenta un’ode alla radio, intesa come veicolo di suggestioni, compagna sia di momenti piacevoli che spiacevoli, nonché soundtrack delle nostre giornate.

Negli anni la sua funzione si è evoluta fino a diventare un vero e proprio mass media, senza però perdere il suo ruolo iniziale, continuando ad essere utilizzata come strumento di distrazione di massa. In qualsiasi posto ci troviamo, con qualsiasi umore ci siamo svegliati, da soli o in compagnia, la radio ci permette di evadere dallo stress della vita quotidiana trasmettendo una semplice canzone.

Lo ha cantato e raccontato molto bene Nek, in maniera precisa e impeccabile, osservando le sensazioni sul volto di una donna mentre si lascia andare con trasporto ascoltando la radio. L’artista dimostra tutta la sua sensibilità, l’estrema attenzione al dettaglio, una sorta di ritorno alle origini, agli indiscussi capolavori realizzati negli anni ’90, quando il mondo e la musica erano diversi.

Per cambiare il mondo da qualcosa si deve pur partire e, forse, la musica può essere la chiave di svolta. Ultimamente si dice che ciò che ascoltiamo è frutto dei tempi che viviamo, del degrado sociale e culturale, ma se provassimo ad estraniarci? A tornare con la mente al passato, anche solo a vent’anni fa, basta e avanza. Magari verrebbe fuori qualcosa di diverso, che potrebbe innescare un vero e proprio movimento, una sottospecie di risveglio delle coscienze.

Sì, lo so, sto divagando. Ma ascoltando l’ultimo album di Filippo, anche e soprattutto i precedenti singoli estratti Mi farò trovare pronto e La storia del mondo, si ha la sensazione che questo ragionamento sia stato fatto e che, ad ispirare questi pezzi, ci sia di fondo un desiderio di essenzialità, la voglia di distaccarsi dal coro, in maniera netta e piuttosto sentita.

Alza la radio può essere inteso, in tal senso, come un invito a non vivere la nostra vita a basso volume, ad aumentare il nostro bpm attraverso i decibel della nostra musica preferita. Sia per quanto riguarda la scrittura autentica che per il modo analogico di far suonare le sue nuove canzoni, Nek è riuscito a fare centro e colpire nel segno, cogliendo l’importanza del riuscire a fare un passo indietro e il valore profondo di un sano ritorno alle origini.

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Alza la radio | Video

Alza la radio | Testo

E ti immagino ferma a truccarti allo stop
lo specchietto fermo le macchine in coda
la tua gonna bellissima è un po’ fuori moda
e ti immagino all’alba che aspetti le sei
con le nuvole sopra la testa
mentre guardi il telefono e sai la risposta

Pensi al mare, alle scale
che devi fare duecento due volte
alla sera, all’amore
ai tacchi alti compresi le storte
pensi ai fiori, da curare
a un cuore solo che sembra uno stadio
ma adesso passano la tua canzone
alza la radio, la radio, la radio, la radio
alza la radio, la radio, la radio, la radio

E ti immagino sempre a ballare così
mentre canti e ti spacchi la gola
con la tua sigaretta che fuma da sola
e ti giuro davvero non so chi pagherei
per nascondermi nella tua borsa
e poi dirti all’orecchio che l’ho fatto apposta

Quando ridi, quando vedi
un bel vestito che poi non ti compri
quando sciogli i capelli
belli che ho voglia di annusarli
quando corri, quando freni
quando ti sembra di andare al contrario
ma adesso passano la tua canzone
alza la radio, la radio, la radio, la radio
alza la radio, la radio, la radio, la radio
alza la radio, la radio, la radio, la radio

Sei sempre così di fretta
la strada sembra un binario
ho scritto questa canzone
la senti alla radio
la senti alla radio
è per te
è per te
è per te

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.