La musica che gira intorno e che cerca un posto al prossimo Festival di Sanremo
Manca meno di un mese al giorno in cui Amadeus, tri-direttore artistico del Festival di Sanremo, annuncerà il cast dei 22 cantanti in gara a cui si aggiungeranno di diritto i 2 vincitori del rinnovato Sanremo Giovani. Poco tempo, dunque, rimane al conduttore della kermesse per completare gli incastri del cast, trovare soluzioni e ricercare nuove canzoni capaci non solo di soddisfare pubblico e critica ma, se possibile, ribadire anche il grandioso successo discografico della passata annata.
Da questo punto di vista parrebbe logico pensare che Amadeus possa semplicemente riproporre un cast con le medesime quote di quello dell’edizione 2021: appena uno o due nomi rassicuranti per il pubblico old-style di Rai Uno, una buona dose di artisti di media età ed esperienza e poi molte nuove scommesse al debutto o quasi. In realtà, però, pare molto più verosimile che Amadeus voglia stupire nuovamente scompigliando le carte e non seguendo ricette prestabilite. In questi due anni se qualcosa si è capito del conduttore de ‘I soliti ignoti’ è proprio che per lui (molto più che per altri suoi predecessori) contano le canzoni più che i nomi e che qualche rischio ama prenderselo.
Malgrado il poco tempo che manca dall’annuncio, però, diversi sono ancora gli interrogativi aperti e, nel clima generale, pare non essersi ancora avviata la caccia al toto nomi (qui il nostro precedente articolo a proposito). Merito sicuramente di un’organizzazione più attenta a non far trapelare troppe indiscrezioni ma anche dal fatto che, malgrado in moltissimi artisti si siano presentati alla commissione (come ogni anno), molti posti rimangono tutt’ora non assegnati in attesa di qualche movimento dell’ultimo momento o dell’arrivo della canzone giusta per la quale, in molti casi, si sta tutt’ora lavorando.
Equilibrio nella formazione del cast |
Tre sono, però, gli obiettivi che Amadeus metterà sicuramente nel proprio mirino per la composizione del cast. Il primo è la tradizione. Se lo scorso anno la carta vincente fu l’innovazione questa volta al Teatro Ariston dovrebbe andare in scena un ritorno al riscoprire le radici. La cosa non significa che assisteremo ad un cast più tradizionale e prevedibile. Tutt’altro. Le canzoni, però, rifletteranno quel generale ritorno ad un pop cauto, accessibile e canticchiabile che anche i generi più spigolosi come il rap o la trap stanno, negli ultimi tempi, facendo proprio.
Il secondo elemento da tener presente è quello che corrisponde al problema maggiore per il momento stando alle indiscrezioni: le donne. Da qualche anno a questa parte, le rappresentanti del gentil sesso rappresentano una spina sul fianco dei direttori artistici della kermesse. Di presenze femminili si rischia quest’anno una penuria che vuole essere evitata ad ogni costo. Ci si sta lavorando.
Terzo ed ultimo elemento del cast 2022 del Festival sarà la ricerca delle hit. Le canzoni che Amadeus vuole hanno l’obiettivo di funzionare, di lanciare (o rilanciare) carriere e di costituire un volano per progetti, artisti e settore discografico intero. D’altronde a gennaio entreranno in vigore le nuove soglie di certificazioni FIMI e con la primavera ripartiranno (si spera) i grandi live: c’è bisogno di una spinta importante per permettere alla musica italiana di superare con agilità due ostacoli non da poco.
I colpacci |
Di certezze ne esistono poche. Almeno per ora. Manca d’altronde ancora un mese e la commissione, giustamente, non ha ancora assicurato il posto a nessuno. Almeno non direttamente. Ma per giocare d’azzardo noi punteremo tutto su Mahmood. Il vincitore (a sorpresa) della kermesse nel 2019 con “Soldi” è stato ospite lo scorso anno all’Ariston ma questa volta tornerebbe in gara. L’obiettivo? Raddrizzare l’andamento di “Ghettolimpo”, il suo ultimo album che è andato si bene ma che ha resa manifesta una certa parabola discendente dopo i grandi successi del biennio scorso. Dato che si è presentato, la canzone non la si può non prendere. Colpaccio assicurato.
Anche se pochi sono i nomi che sono circolati finora due hanno catturato indiscutibilmente l’attenzione. Stiamo parlando di Rkomi ed Elisa. I due, stando alle voci lanciate da IlMessaggero.it, sarebbero stati della partita insieme ma la notizia che ci sentiamo di lanciare oggi riguarda, invece, la loro presenza singola. La cantautrice di Monfalcone sarà nuovamente in gara al Festival a 21 anni dalla sua prima ed unica partecipazione (con vittoria annessa). Il rapper, invece, compirà un vero e proprio debutto con l’obiettivo di aumentare la propria popolarità mainstream. Due pesci davvero grossi che, ciascuno per conto suo, valgono ancora di più.
Niente da fare per Carmen Consoli (che ha rifiutato l’invito). Emma, al decennale dalla sua vittoria (e ultima partecipazione), alla fine pare non essere convinta come anche Giorgia che il disco lo ha pronto ma al Festival direbbe di si solo come ospite per il momento. Stesso discorso dicasi per Loredana Bertè che ha voluto pubblicare l’album “Manifesto” senza il supporto dell’Ariston. Le vendite non le stanno dando ragione e c’è chi spinge per riportarla al Festival. La cantautrice calabrese al momento resiste nella sua posizione di opposizione ma saprà farlo fino alla fine? Mai dire mai…
I ritorni |
Mahmood non è, però, l’unico ex-vincitore a guardare ad un possibile ritorno al Festival. Da tenere d’occhio ci sono sia Fabrizio Moro che Francesco Gabbani. Il cantautore romano è da tempo a lavoro ad un nuovo album d’inediti che oramai è in fase di completamento. La voce di “Occidentali’s karma”, invece, anche questa volta ha provato a sondare il terreno pubblicando il singolo “La rete” per valutare il lancio di un nuovo album senza il passaggio sanremese. I numeri raccolti, però, non sono così rassicuranti e, dunque, meglio non rischiare. Se per Moro le porte sono aperte, la presenza di Gabbani potrebbe mettere in difficoltà la BMG che avrebbe gradito trovare un posto nel cast anche per Simona Molinari, un’interprete di classe che è passata proprio alla nuova etichetta per proporre un nuovo progetto discografico. Due posti per la stessa label indipendente? Difficile ma non impossibile.
A proposito di indipendenti, c’è in gioco anche la carta Gianluca Grignani che tiene nel cassetto da due anni un triplo album d’inediti e che, dunque, è inequivocabilmente alla ricerca di un’occasione importante per tornare a dire la sua. E come dimenticare il capitolo rap? Un posto importante potrebbe essere occupato dal ritorno di Rancore. A Sanremo 2020, il primo della gestione Amadeus, aveva ben figurato debuttando con “Eden” ma si era faticato a capirlo da subito. Da allora è arrivato giusto qualche altro singolo ma ora l’album è pronto e la voglia di farsi notare è rimasta la stessa. Il suo è un rap di qualità, difficile negarlo.
A Sanremo non ha mai trovato fortuna Giusy Ferreri che, però, pare non voler demordere. Il suo ritorno era atteso per lo scorso ottobre ma, in realtà, non si sono avute notizie. Nell’aria c’è un album (qui le prime indiscrezioni) che rilanci il suo sogno di cantautrice e che ne metta in evidenza una maturazione artistica lontana dai tormentoni. Sanremo è il posto (l’unico probabilmente) giusto per partire col piede giusto. Le quote rosa faranno affidamento su di lei quasi sicuramente.
Tanto si è chiacchierato anche di un possibile come-back di Elodie ma pare che per la brava interprete ci siano altri progetti. Piuttosto si potrebbe puntare su Noemi: un nome che lo scorso anno ha ben figurato e che ha portato avanti con fortuna un 2021 di sicuro successo. Alla rossa interprete romana manca la chiusura del cerchio, una riedizione del disco, un tour e l’assicurazione di un prolungamento di un’era fortunata per consolidarne i risultati. In studio si sta lavorando e Roberto Casalino potrebbe essere la firma giusta. Attenzione anche a Dolcenera che in casa Universal pare aver messo la testa apposto. Per lei nuovo team e nuovo progetto che riscopra le tinte pop-rock degli esordi. Lo scoglio sarà essere tra i 22 ma questa volta è più possibile che nelle ultime annate in cui la commissione mai è stata convinta dalla sue proposte d’avanguardia.
I debutti |
Per ritornare alla dicitura “certo o quasi” segnate nel taccuino anche il nome del giovane Matteo Bocelli. Il figlio d’arte ha debuttato (in proprio) qualche settimana fa con l’internazionale “Solo” ma da tempo lavora al fianco di un team collaudato ed affidabile come quello di Federica Abbate e Cheope. Ora occorre soltanto capire se il cognome (e la canzone) è sufficiente per giustificare il suo passaggio automatico già nei big (probabile) o se occorrerà trovare un escamotage magari con qualche duetto. A proposito di esperienza a due, ci provano con convinzione Tecla e Alfa. I due giovanissimi artisti hanno già avuto modo di condividere le proprie strade quest’estate con una convincente “Ti amo ma“ ed ora hanno bisogno solo della grande occasione per salire entrambi alla ribalta. Dalla loro hanno patron Suraci ed Rtl tutta. Non è cosa da poco.
Sotto la voce “debutto” da qualche anno compare il nome di Tommaso Paradiso eppure l’ex-Thegiornalisti non ha mai accettato le lusinghe della kermesse. Stavolta il disco dovrà uscire forzatamente a gennaio (in una data non precisata). Slittare di qualche giorno per fare un salto a Sanremo e tentare il rilancio dopo qualche singolo non fortunatissimo potrebbe avere il suo perché. D’altronde c’è un debutto da solista da indirizzare ed un tour nei palazzetti da riempire ancora del tutto. Ciò che è certo è che la commissione lo vorrebbe, lui decisamente meno.
Per la quota indie Amadeus vorrebbe Ariete ed è altamente probabile che l’avrà con la canzone giusta. Si è guardato anche a Maria Antonietta, Margherita Vicario e Il Tre ma gli incastri non sono ancora completi per dare garanzie di presenza.
Band |
I gruppi non possono mancare dal palco dell’Ariston e anche Sanremo 2022 non farà eccezione. I The Kolors aspettano la consacrazione del Festival già dal 2018 e sperano che questa sia la volta buona ma dovranno fare i conti con la concorrenza de Le Vibrazioni e degli Zero Assoluto.
Bisogna capire, invece, quali sono le idee dei Boomdabash e dei Modà. I primi mostrano qualche segno di cedimento ed hanno bisogno della canzone giusta per allontanarsi dai troppo ripetitivi motivetti estivi e salentini. I secondi, invece, hanno pubblicato un EP per tornare sulle scene ma i risultati di vendita sono disastrosi rispetto ai grandi numeri di un tempo. Sanremo non sembra nei piani per nè gli uni nè gli altri ma chi l’ha dura la vince. Riusciranno a resistere alla tentazione ancora per molto?
Vecchie glorie |
Tantissimi gli artisti del passato che vorranno essere della partita. E’ logico, però, pensare che l’idea di una serata cover che si limiti ai brani degli anni ’60, ’70 e ’80 serva ad Amadeus anche per invitare questi grandi artisti come ospiti piuttosto che come artisti in gara. Qualcuno, però, dovrà essere preso in considerazione. Soprattutto considerando la fortuna che Orietta Berti ne ha ricavato la passata stagione. Il nome del caso? Quello di Donatella Rettore in forza al team di Pasquale Mammaro. Ma le sorprese non finiranno qui.
Tanti tentativi, pochi posti |
Tanti altri saranno, poi, i tentativi e molto pochi i posti liberi che rimarranno a disposizione. C’è chi punta su Sangiovanni pensando che i tentennamenti degli ultimi singoli gli abbiano fatto posticipare l’uscita del disco e prendere in considerazione un passaggio sanremese anticipato. Ma al pubblico dei giovanissimi vuole guardare anche il solista Federico Rossi, già escluso lo scorso anno, e il promettente Il Tre. Entrambi dovranno fare i conti con le quote riservate a Warner Music che non sono mai troppe.
Tra i nomi ci sono anche quelli di Nina Zilli e Chiara Galiazzo, due voci amate dal Festival ma fuori dai circuiti da troppo tempo, Lorenzo Fragola, al lavoro con un produttore importante come Davide Simonetta e l’amico-collega Mameli, Michele Bravi, già escluso per due anni consecutivi, Giordana Angi ed Arisa, che un tentativo, è certo, lo farà anche quest’anno per portare in scena un nuovo lato di sè. E poi… e poi… i nomi continueranno. D’altronde c’è un altro mese di tempo.
Ilario Luisetto
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