A tu per tu con il cantautore pugliese, in uscita con il singolo “Jack & Rose” feat. Emanuele Aloia
Tempo di nuova musica per Andrea Cioffi, alias semplicemente Cioffi, artista della nuova scena pop d’autore che abbiamo avuto modo di conoscere attraverso l’uscita dei precedenti estratti “Anima fragile“, “Fuochi d’artificio“, “Diecimila bugie“ e “Incendio“. Si intitola “Jack & Rose” il nuovo singolo scritto a quattro mani e cantato insieme ad Emanuele Aloia, prodotto da Steve Tarta e rilasciato da Hokuto Empire/Sony Music Italy lo scorso 13 maggio.
Ciao Andrea, bentrovato. Partiamo da “Jack & Rose“, come sono nati rispettivamente questo pezzo e l’incontro con Emanuele Aloia?
«L’incontro personale con Emanuele nasce per caso al bar, poiché condividiamo lo stesso produttore Steve Tarta. Così ci siamo conosciuti e nel tempo siamo diventati amici. L’incontro artistico, invece, è avvenuto lo scorso dicembre. Avevo questo brano nel cassetto, con Steve abbiamo pensato di proporgli un feat e da quel momento c’è stato un vero e proprio meticoloso lavoro in studio per rileggere e rifinire insieme il pezzo».
Avete entrambi uno stile ben a fuoco, quanto di Cioffi e quanto di Aloia c’è in questa canzone?
«Secondo me ci siamo trovati a metà strada, in “Jake & Rose” c’è tanto di me e tanto di Emanuele, ma anche tanto di Steve. Nel momento in cui si realizza una collaborazione ci si sente molto più liberi, eravamo contenti perché riuscivamo a fare qualcosa insieme. Non a caso si è trattato della prima collaborazione per entrambi, avendo scritto praticamente quasi sempre da soli e per noi stessi».
A cosa si deve la scelta e la citazione cinematografica riferita al celebre colossal “Titanic”?
«L’idea è venuta a me. Io credo tantissimo nell’arte e nelle emozioni, nel momento in cui da adulto mi è capitato di rivedere quel film mi sono commosso e immedesimato in quella relazione d’amore. La potenza di quella pellicola è che ognuno può rivedere sfumature diverse nella storia tra i due protagonisti. Definire questo sentimento riflettendolo nel racconto di Jack e di Rose, secondo me, rende il racconto atemporale, nella quale si possono rispecchiare tante generazioni».
Per concludere, secondo te, che ruolo gioca oggi l’istinto nella musica?
«E’ fondamentale. Parlo spesso con tanti amici ai quali mi ispiro, rappresentanti della Generazione Z che fanno dell’istinto la propria forza. L’istinto gioca una parte fondamentale, poiché rappresenta lo specchio dell’irrazionalità che guida l’artista. L’amore stesso è irrazionale, per cui l’istinto resta il codice più adatto per affrontare argomenti quotidiani e universali».
Nico Donvito
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