Il ricordo del celebre cantautore pugliese, autentico monumento della canzone italiana nel mondo, che ha saputo innovare e stravolgere per sempre la scena musicale nazionale
“Penso che un sogno così non ritorni mai più, mi dipingevo le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito” e adesso continuatela voi, che tanto la conoscete. Chi non ha almeno una volta intonato “Nel blu dipinto di blu“? Uno dei pezzi italiani più conosciuti al mondo, portato al successo da Domenico Modugno, al punto da essere soprannominato e conosciuto nei cinque continenti come Mister Volare.
Sono trascorsi trent’anni dalla scomparsa del cantautore pugliese, da quel brutto 6 agosto 1994, quando la sua vita fu stroncata da un infarto a soli 66 anni. A pari merito con Claudio Villa, Mimmo è l’artista che detiene ancora oggi il record di vittorie al Festival di Sanremo, ben quattro: nel 1958 con la già citata “Nel blu dipinto di blu” (in abbinamento con Johnny Dorelli), nel 1959 con “Piove” (sempre con Johnny Dorelli), nel 1962 con “Addio addio” (insieme a Claudio Villa) e nel 1966 con “Dio come ti amo” (in coppia con Gigliola Cinquetti).
Tra le tante altre canzoni che arricchiscono il suo vastissimo repertorio, si lasciano ricordare: “Vecchio frack”, “La donna riccia”, “Io, mammeta e tu”, “Resta cu’mme”, “O’ ccafè”, “Pasqualino maragià”, “Libero”, “Stasera pago io”, “Che me ne importa a me”, “Tu sì na cosa grande”, “Cosa sono le nuvole”, “Meraviglioso”, “Il posto mio”, “Un calcio alla città”, “Questa è la mia vita”, “La lontananza”, “Piange il telefono”, “Il vecchietto”, “Malarazza” e “Amara terra mia”.
La storia di Domenico Modugno
Nato a Polignano a Mare il 9 gennaio del 1928, Mimmo sviluppa la propria attitudine artistica sin da piccolo, imparando a suonare la chitarra da autodidatta, date le origini umili. Trasferito a Roma si avvicina alla recitazione, frequentando il Centro Sperimentale di Cinematografia, guadagnandosi da vivere facendo la comparsa. Successivamente passa alla radio, dove conduce diverse trasmissioni, lì nascono le prime canzoni, che non passano di certo inosservate dai discografici dell’epoca.
Il resto è storia, da quel momento in poi più nessuno riuscirà a fermare la sua ascesa musicale. La sua forte personalità ha letteralmente stravolto il panorama discografico italiano, fino a quel momento legato troppo alla tradizione, proponendo un linguaggio nuovo e innovativo, al punto da poterlo considerare contemporaneo ancora oggi. I suoi brani sono stati tradotti e cantati in oltre centoquaranta Paesi, arrivando a vendere oltre 70 milioni di dischi.
Quella di Domenico Modugno è la storia un italiano, un uomo del sud, che ha saputo riformare la nostra immagine nel mondo, senza scimmiottare i coorner o generi che non ci appartengono, puntando tutto sulla melodia, sull’interpretazione, sulla drammaticità, sul romanticismo e sull’ironia. Un talento non ha e non avrà mai eredi, perché profondamente ancorato alle radici di un’epoca che non esiste più, seppur visionario e futurista, proprio come quel semplice gesto con cui, spalancano le braccia, ha stravolto e rivoluzionato per sempre la musica leggera italiana.
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