venerdì 22 Novembre 2024

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Federica Abbate: “Canto la mia estate in compagnia di Lorenzo Fragola” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantautrice milanese classe ’91, in uscita con il singolo “Camera con vista”

Dopo aver composto come autriceRoma-Bangkok“, “Voglio ballare con te“, “Moscow mule“, “Non ti dico no“, “Amore e capoeira“, “D’estate non vale“, “Jambo“, “Playa e Mambo salentino, per Federica Abbate è arrivato il momento di raccontare l’estate in prima persona, con la propria voce e la compagnia di Lorenzo Fragola.

A tre anni di distanza dall’incontro avvenuto in studio per la realizzazione del brano D’improvviso, contenuto nell’album “Zero gravity” del cantante catanese”, i due artisti si ritrovano in un duetto sulle note di “Camera con vista”, una canzone altamente rappresentativa, sia per poetica che per intenzioni, del mondo della cantautrice milanese, impreziosita dalla produzione degli immancabili Takagi e Ketra.

Ciao Federica, partiamo dal tuo nuovo singolo “Camera con vista”, su quali tuoi stati d’animo ti sei voluta affacciare?

«Per tanto tempo ho scritto pezzi estivi per altri, tendenzialmente parlando del sole e del mare, in questo caso ho sentito l’esigenza di portare all’interno il mio mondo. “Camera con vista” è un pezzo estivo nell’atmosfera, ma che necessariamente non parla d’estate, bensì ripercorre i leitmotiv contenuti all’interno del mio primo ep “In foto vengo male”, dalle mie paranoie alle mie paure, passando per le mie fragilità, rigorosamente in forma leggera».

Quale valore aggiunto ha donato al brano la presenza vocale di Lorenzo?

«Ha dato tantissimo, un valore super aggiunto. Lorenzo ha una delle voci più belle che ci sono nel panorama italiano, personalmente la ritengo anche molto estiva. Quando ho finito di scrivere questo pezzo ho pensato subito a lui, convinta che le nostre rispettive timbriche si sarebbero sposate bene. Tutta questa magia che immaginavo si è concretizzata in studio di registrazione, il risultato mi ha riempito di gioia e spero possa arrivare nello stesso modo anche agli altri».

Dal punto di vista della produzione, qual è stato il contributo di Takagi e Ketra?

«Loro sono il mio team praticamente dall’inizio, da quando ho cominciato a fare l’autrice, circa cinque anni fa. Un incontro che non è mai terminato ed è proseguito nel tempo, fino a quest’ultimo pezzo. Il contributo di Takagi e Ketra è fondamentale perché sono due produttori incredibili, oltre che persone speciali. Un sodalizio ormai rodato, sono a tutti gli effetti la mia famiglia musicale».

Sei autrice di alcune delle hit estive più ascoltate, da “Roma Bangkok” a “Amore e Capoeira”, passando per le recenti “Jambo” e “Mambo salentino”, come ci si sente ad interpretare in prima persona una delle papabili colonne sonore della prossima estate?

«Gasatissima, come tutte le esperienze nuove ho davvero tanto entusiasmo. Sono contenta di essere riuscita a fare una canzone estiva includendo il mio mondo cantautorale, un risultato prezioso e speciale per me».

Il tuo incontro con Lorenzo risale a qualche anno fa, quando avete composto “D’improvviso”, contenuto nel suo album “Zero Gravity”. Com’è nata questa bella canzone?

«Questo pezzo è nato insieme ad un’altra autrice che si chiama Claudia Franchini, non lo abbiamo scritto per qualcuno in particolare, ma quando è arrivato a Lorenzo se ne è innamorato e ha voluto farlo suo. Di conseguenza, quando l’ho sentito cantato da lui sono letteralmente impazzita, perché è riuscito ad interpretarlo esattamente come me lo immaginavo».

Uno dei problemi dei pezzi di oggi è che, a volte, è davvero difficile immedesimarsi in certi contenuti e in certe tematiche. Nei tuoi testi ci si può riconoscere, semplicemente perché racconti te stessa. Potrà sembrare un paradosso, ma tutto ciò che è autobiografico può rivelarsi di riflesso universale?

«Credo che tutto quello conserva al suo interno autenticità, gira e rigira, arriva a toccare inevitabilmente le persone, perché una verità arriva in forma assoluta a qualsiasi cuore. Fortunatamente, credo che ogni cantautore sia libero da quelle che sono le logiche commerciali, nelle canzoni ci riflette la sua vita e gli altri ci rivedono la propria. Quando scatta questo shock da riconoscimento avviene quella che è la magia della musica, ossia comunicare e mettere in comune».

Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?

«Il momento creativo è sempre la parte più interessante, perché rielabori tutte le informazioni esterne in una tua forma personale. E’ come se, in qualche modo, plasmassi dal nulla qualcosa di nuovo e di completamente inedito, diverso da tutto ciò che già conosci. A differenza della matematica, la somma degli elementi in musica non è scontata, uno più uno può fare anche tre o quattro. Altra caratteristica da non sottovalutare è che riesce a modificare la visione dell’esterno, almeno io la vivo così, ho iniziato a scrivere canzoni per cercare di cambiare le cose che non mi piacevano, costruendo un mondo su misura per me».

Negli anni ti sei concentrata sulla scrittura, tralasciando in qualche modo la dimensione live. Adesso che hai cominciato a familiarizzare con il pubblico nei tuoi primi concerti dal vivo, il palco te lo immaginavi esattamente così? Se te lo immaginavi… 

«La dimensione live è qualcosa che ho cercato per tanto tempo e che, per motivi vari e indipendenti da me, non è potuta arrivare subito. Per qualsiasi artista è uno strumento importante per riuscire a trasmettere emozioni da cuore a cuore, senza alcun filtro digitale, puoi vedere direttamente le reazioni sulla faccia delle persone ed è davvero incredibile. Durante il mio primo live ero emozionatissima, non l’ho vissuta come una semplice esibizione canora, ma come un momento di festa e di condivisione, qualcosa di cui avevo bisogno per dare un senso a tutti questi anni di scrittura, la chiusura di un cerchio. Quando ti rendi conto che davanti a te qualcuno sta vivendo la tua stessa emozione, ti senti accettato e capito, una cosa bellissima».

Per concludere, se quello delle hit estive fosse un campionato, quale sarebbe il tuo obiettivo stagionale?

«Diciamo che il panorama musicale di oggi ha due grandi campionati, quello sanremese e quello estivo, personalmente non lo vivo con agonismo, bensì come un momento di svago, adoro l’estate e la sua spensieratezza, mi piace sentire canzoni leggere, ne avverto proprio il bisogno a partire da maggio in poi (sorride, ndr). Per quanto riguarda “Camera con vista”, sono davvero contenta di essere riuscita a mettere al suo interno un messaggio importante e generazionale, ossia sentirsi accettati nonostante i nostri difetti, spero veramente che questo messaggio arrivi».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.