Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Dieci candeline sulla torta per “La forza mia”, terzo progetto discografico di Marco Carta che possiamo considerare, almeno per il momento, il più importante della sua carriera e non solo per il sorprendente trionfo della 59esima edizione del Festival della canzone italiana, al suo esordio sul palco dell’Ariston con l’omonimo brano. Reduce dalla vittoria della settima stagione di “Amici” di Maria De Filippi, l’artista sardo si presenta sul palco dell’Ariston già maturo e ben consapevole della propria vocalità, con alle spalle i due album “Ti rincontrerò” e “In concerto” che hanno riscosso entrambi un buon successo commerciale.
Pubblicato da Warner Music Italy il 20 febbraio 2009, “La forza mia” arriva negli store il giorno prima della storica vittoria sanremese, ottenuta con la title-track firmata da Paolo Carta, produttore dell’intero progetto. Una canzone che il musicista romano ha dedicato alla sua compagna Laura Pausini, l’unica nella storia ad aver vinto il Festival come cantante (con la celeberrima “La solitudine” nel 1993), come citazione (nella prima strofa di “Senza te o con te” di Annalisa Minetti del 1998) e, in questo caso, come musa ispiratrice dell’autore. Curiosità a parte, il brano conquista per l’immediatezza del sound e delle parole, con frasi di baglioniana memoria (“un bacio ad acqua salata/un bacio a labbra salate”) e arpeggi di chitarra che evocano il miglior Ramazzotti di “Più bella cosa”.
Tra gli altri dieci inediti spicca “Dentro questa musica“, composto da Luigi Baudino e Francarlo Coriasco, brano pop-soul che mette in risalto la timbrica poderosa e avvolgente dell’interprete, così come il terzo singolo estratto “Resto dell’idea”, firmato da Cheope e Daniel Vuletic. Meno incisiva, invece, la proposta estiva “Dentro ogni brivido”, pezzo molto trasmesso in radio e che ha ottenuto nell’immediato un buon riscontro ma che, riascoltato a distanza di tempo, non è ricordato di certo come una delle cose migliori realizzate dall’artista. Interessanti le sonorità retrò anni ’60, forse più adatte ad una Nina Zilli piuttosto che al tipo di vocalità di Marco. E dire che, in principio, era proprio questo il brano annunciato all’epoca sul sito della Rai in concorso al Festival, poi sostituito in corsa dopo l’annuncio ufficiale. Da che ne ho memoria, non è mai più ricapitata una stranezza del genere.
A mio parere personale, son ben due i singoli mancati che avrebbero meritato l’uscita: l’intensa “L’amore che non hai” e l’orecchiabile “Vorrei tenerti qui”. Ad alto tasso radiofonico anche “Prima di te”, con il ritornello che ha lo stesso arrangiamento di “Resta in ascolto“ della Pausini, cambia solo la melodia del cantato, ma se confrontate le basi sono pressoché identiche. Ovviamente non si può parlare di plagio, sia perché questo pezzo è realizzato dagli stessi autori, sia perché era stato inciso precedentemente con il titolo “Imparando (a stare senza te)” dallo stesso Daniel all’inizio degli anni duemila, quando aveva tentato la carriera di solista.
Chiudono l’ascolto la positiva “Un giorno perfetto“, la corale “Resta con me” (che riporta alla mente una decina di canzoni anni ’80 e ’90 di cui vi risparmiamo l’elenco), la poco convincente “Il segno che ho di te” e l’ultima traccia “Grazie a te”, che conclude la scaletta con lo stesso mood con il quale era iniziata. In sintesi, “La forza mia“ è l’album più identificativo di Marco Carta, un disco gradevole che si lascia ricordare e, oggi come oggi, anche un po’ rimpiangere.
La forza mia | Tracklist e stelline
- La forza mia
(Paolo Carta) - Vorrei tenerti qui
(Marco Carta, Tony Blescia) - Dentro questa musica
(Luigi Baudino, Francarlo Coriasco) - Prima di te
(Cheope, Daniel Vuletic) - Resto dell’idea
(Cheope, Daniel Vuletic) - Un giorno perfetto
(Matteo Bassi, Paolo Carta) - Dentro ad ogni brivido
(Federica Camba, Daniele Coro) - Resta con me
(Fabio Roveroni) - L’amore che non hai
(Cheope, Jeffrey B Franzel, Antonio Galbiati) - Il segno che ho di te
(Cheope, Daniel Vuletic) - Grazie a te
(Franco Migliacci, Ernesto Migliacci, Cheope, Luca Chiaravalli, Andrea Casamento, Paolo Carta)
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Nico Donvito
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