lunedì 7 Ottobre 2024

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I Modà, il disagio mentale che diventa normalità e il disco di platino

La storia di “Quel sorriso in volto”, brano dei Modà certificato disco di platino

Si può conquistare anche oggi un disco di platino pur avendo un pubblico non avvezzo alle piattaforme streaming e senza mai strizzare l’occhio alle nuove tendenze? Sì, si può, e a dimostrarcelo ci sono i Modà che hanno appena ottenuto il prestigioso riconoscimento per le 100.000 copie vendute da “Quel sorriso in volto” (di cui qui la nostra recensione), il brano che ha anticipato l’uscita dell’album “Testa o croce“, anch’esso certificato disco di platino.

Lanciata in mezzo ai tormentoni come una sfida |

La storia di “Quel sorriso in volto” inizia nel giugno 2019: il frontman della band Francesco ‘Kekko’ Silvestre ne anticipa l’uscita in un raduno con i fan nella sua Cassina de’ Pecchi con un ironico “Oggi d’estate fanno tutti canzoni caraibiche e reggaeton… Muovono tutti il culo e nessuno limona più. Noi vi faremo limonare“. Lanciarla in mezzo alla solita vagonata di tormentoni e balletti si rivela praticamente una sfida, spinta dalla voglia di dimostrare che la grande tradizione melodica può ritagliarsi ancora il proprio spazio anche in uno scenario musicale profondamente cambiato.

Sfida che all’inizio sembra quasi proibitiva perché ad essere differente non è solo il mercato, ma anche la situazione discografica dei Modà. “Quel sorriso in volto” esce infatti dopo tre anni di pausa e, soprattutto, dopo la fine del rapporto con Ultrasuoni e RTL 102.5 da cui deriva, inevitabilmente, una notevole riduzione degli spazi. Il brano riesce quindi a presenziare solo per due settimane nella Top20 italiana di Earone, eppure questo non gli vieta comunque di trovare grandi apprezzamenti dal pubblico.

Su iTunes rimane per tre mesi tra i 30 più venduti, non faticando a raggiungere anche il primo posto, e su YouTube arriva in pochi mesi al traguardo dei 10 milioni di visualizzazioni (diventati nel frattempo 27). Timidi all’inizio i riscontri – com’è normale che sia – solo sulle piattaforme streaming (qui le sorprese arriveranno dopo), ma i risultati si segnalano da subito importanti per una canzone lontanissima da ciò che richiede l’attualità musicale, sia per sonorità che per tematiche.

Canzone ispirata alla storia di una coppia ricoverata in una clinica psichiatrica |

Quel sorriso in volto” romanza, infatti, la storia di due innamorati, realmente esistiti, ricoverati in una clinica psichiatrica. “Questa canzone – racconta Kekko Silvestre in coda al video ufficiale – è ispirata a una storia vera. Tempo fa, tornando da casa dei miei genitori, mi capitava d’imbattermi in due persone piuttosto strane, un uomo e una donna, vestiti da sposi. Camminavano abbracciati e, nonostante non sapessi chi fossero, riuscivo a percepire quel senso di protezione che lui tentava di trasmetterle“.

La maggior parte dei passanti – continua – rideva della situazione surreale, ma questa cosa non li toccava minimamente: vivevano il loro amore ignorando tutti. Voci di paese raccontano che ogni volta che la donna diventava triste, lui le cantava un pezzo malinconico e lei tornava a sorridere. ‘Due pazzi’, mi dicevano. Va bene, voi chiamateli così… Io invece li ho sempre trovati speciali. È passato un po’ di tempo da quando li ho visti l’ultima volta e non ho idea di dove siano ora, però a volte mi piace immaginarli liberi e felici, sposati per l’ennesima volta. In un altro posto sperduto nel mondo“.

Citazione su un libro che racconta l’attività dell’ospedale Fatebenefratelli, in cui i due erano ricoverati |

Ed è proprio per questa idea di immaginarseli in viaggio, liberi e lontani da un mondo che li giudica per la loro apparente stranezza, che la band è stata citata in “Rivivere“, libro che racconta l’attività dell’ospedale Fatebenefratelli a Cernusco sul Naviglio e il rapporto tra gli ospiti della Casa di Salute, la struttura in cui i due erano ricoverati.

I Modà – si legge tra le pagine – hanno reso omaggio e fatti protagonisti del loro ultimo disco due ospiti di Villa Sant’Ambrogio. Lui alto e massiccio, sempre in giacca e cravatta; lei piccola e fragile con quell’acconciatura tra i capelli che poteva ricordare veramente una sposa. Lui con falcata ampia e lei che faticava a stargli dietro. Sostavano spesso nella zona della stazione della metropolitana, pronti a partire per chissà dove, ma poi ritornavano fedelmente alla loro comunità. La musica e il ricordo dolcissimo sono capaci di rompere il muro di separazione tra normalità e follia”.

Numeri in continua crescita sulle piattaforme |

Una canzone che, quindi, trasforma il disagio mentale in normalità. Non c’è sguardo giudicante nella scrittura di Kekko Silvestre, non c’è nemmeno la sensazione di volerli compatire. L’unica volontà è quella di renderli simbolo di un’emozione che parla a tutti, far diventare il loro rapporto un amore universale. È una narrazione che abbatte ogni confine e barriera e così non stupisce che “Quel sorriso in volto“, da quel 2019, non si sia mai fermata e oggi, sulle piattaforme, ottenga addirittura dei risultati superiori a quelli del periodo in cui è uscita. Su TikTok, ad esempio, il brano è diventato virale nell’ottobre 2021, a più di due anni dall’uscita, e oggi il suono è ancora tra i popolari, con quasi 23.000 video realizzati con la canzone in sottofondo.

Ma sono i numeri su Spotify quelli ancora più clamorosi: “Quel sorriso in volto” ha, infatti, superato i 29 milioni di streams pur non essendo mai stata inserita in nessuna delle playlist di punta della piattaforma, e quasi dieci di questi sono stati ottenuti solo nell’ultimo anno. Tuttora viaggia tra i 20 e i 25 mila streams al giorno, un conteggio giornaliero che oggi è superiore a quello di quasi tutti i tormentoni usciti in quell’estate 2019, come “Jambo” di Takagi & Ketra con Giusy Ferreri, “Mambo salentino” dei Boomdabash con Alessandra Amoroso, “Arrogante” di Irama, “Ostia lido” di J-Ax e “Playa” di Baby K.

Premio alla coerenza di una band che non ha mai tradito sè stessa |

Risultati oggi senza eguali per una canzone di questo tipo e, soprattutto, per una band che ha costruito il proprio successo a suon di dischi venduti e concerti sold-out, ma che qui ha dimostrato di saper strizzare l’occhio anche a un pubblico profondamente diverso come quello dello streaming, pur rimanendo sempre ciò che vuole essere.

Un disco di platino che non è quindi solo un riconoscimento per una canzone che, in poco tempo, è diventata tra le più rappresentative dell’intero repertorio della band capitanata da Kekko Silvestre. È anche un premio alla loro coerenza, alla loro scelta di non cercare mai strade che oggi sarebbero più furbe e comode, e al continuare a credere nelle canzoni senza tempo. Perché ci sono canzoni pensate per esaurirsi solo in una stagione e altre che invece col tempo continuano a crescere, diventando veri e propri classici. E i Modà hanno sempre percorso la seconda strada.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.