giovedì 21 Novembre 2024

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“Musica che resta”, l’evoluzione in modalità silenziosa de Il Volo – RECENSIONE

Il trio di “Grande amore” torna al Festival di Sanremo con un brano adulto e dal registro pop

Classico ma non troppo, a questo giro Il Volo dimostra la volontà di lasciarsi alle spalle qualsivoglia genere di etichetta. “Musica che resta” è il brano che ci restituisce il talento di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, in gara per la seconda volta al Festival della canzone italiana di Sanremo, a quattro anni di distanza dall’eclatante vittoria con “Grande amore”. Registro meno lirico rispetto al passato, più vicino all’universo pop, ma con vocalità sempre notevoli e poderose, al limite dell’impressionante.

A firmare il pezzo Gianna Nannini, Emilio Munda, Piero Romitelli, Pasquale Mammaro e Antonello Carozza, prestigiosi autori che hanno confezionato su misura il giusto brano per il trio vocale italiano popolarissimo nel mondo. Nessuna standing ovation può rendere l’idea tangibile del loro successo all’estero, ciononostante hanno scelto di tornare a gareggiare in una kermesse che potrebbero tranquillamente frequentare solo in veste di superospiti. Coraggio che va riconosciuto ai tre giovani e talentuosi artisti, cresciuti sotto tutti i punti di vista e, in questa circostanza, leggermente fuori dalla consueta zona di comfort. Nel testo viene sviscerato l’amore in senso universale, inteso come sentimento in grado di infondere forza e determinazione.

Musica che resta ha un’impostazione meno classica rispetto alle aspettative, sfumature che all’estero verranno sicuramente meno apprezzate, ma questo è il prezzo che i ragazzi hanno deciso di pagare per tentare l’impresa di diventare profeti in patria. Il bel canto che da secoli esportiamo, sembra ormai essere stato rinnegato dalla nostra cultura, cancellato dal nostro vocabolario e destinato ad essere oggetto da mercatino dell’antiquariato. Ma la musica è ciclica, questo Il Volo lo ha capito più di tanti altri artisti che giocano a fare gli innovativi a tutti i costi, scimmiottando mode dall’estero e andando anche contro la propria natura, proprio come Don Chisciotte con i mulini a vento. Per il resto, le chiacchiere stanno a zero, non serve trovare chissà quali paroloni o terminologie per infondere qualsivoglia tipo di messaggio, a volte basta soltanto una soave melodia, di quelle che non passeranno mai.

Musica che resta | Video

Musica che resta | Testo

Leggo in fondo ai tuoi pensieri
cerco in un sospiro i tuoi desideri
Mostrami la parte del tuo cuore che
nascondi nel profondo
ascolto tutti i tuoi silenzi
come è bello perdermi dentro ai tuoi occhi
sono io il tuo sogno? quando resti sveglia
e senza niente intorno
tu che sei la forza e il coraggio
la meta in un viaggio
il senso dei giorni miei
io ci sarò da ora e per sempre

Amore abbracciami
voglio proteggerti
siamo il sole in un giorno di pioggia
stanotte stringimi
baciami l’anima
siamo musica vera che resta

Tra miliardi di persone
ti ho riconosciuta nella confusione
sciogli quel sorriso dal tuo viso e
andiamo via lontano
tu che sei davvero importante
in ogni mio istante
sei la melodia
e non passerai, mai

Amore abbracciami
voglio proteggerti
siamo il sole in un giorno di pioggia
stanotte stringimi
baciami l’anima
siamo musica vera che resta
non siamo un soffio di vento
non siamo un momento
lo sai che il tuo posto è per sempre qui

Amore abbracciami
voglio proteggerti
siamo il sole in un giorno di pioggia
stanotte stringimi
baciami l’anima
siamo musica vera che resta
siamo musica vera che resta

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.