sabato 7 Settembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Pamela Prati: “Abbiamo bisogno di positività, di coraggio e di forza” – INTERVISTA

A tu per tu con la popolarissima showgirl, in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Mariposita

La musica allevia, rilassa e regala positività. L’allegria è uno degli elementi principali di “Mariposita”, il nuovo singolo di Paola Pireddu, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Pamela Prati. Una lunga carriera nel mondo dello spettacolo suggellata dagli anni trascorsi con la compagnia del Bagaglino, le varie esperienze televisive e teatrali, con la musica che ha sempre accompagnato il suo percorso, dalle memorabili sigle tv ai singoli rilasciati nel corso degli anni. In occasione di questa nuova avventura discografia, l’abbiamo raggiunta via Skype per approfondire la conoscenza di questa sua grande passione.

Ciao Pamela, benvenuta. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Mariposita”, un brano dedicato alla tua mamma, un inno alla vita. Com’è nato?

«Dalla voglia di positività, soprattutto in un momento come questo, tutti abbiamo bisogno di sognare e di buttarci alle spalle questo 2020 e di sperare al futuro. Sono felice che questa mia canzone stia piacendo così tanto. L’idea è nata da una farfalla che si è posata sulla mia mano a fine estate, l’ho fotografata e me la sono tatuata sul braccio, perchè mi sono ricordata che mia mamma mi chiama così da bambina, ripetendomi sempre che la mariposa portava fortuna. Ho sentito il suo profumo, tutto il suo calore e il suo abbraccio. Un messaggio per dirmi che non sono sola, che lei è sempre con me».

Dal punto di vista delle sonorità, c’è questo ritmo latineggiante e l’uso dello spagnolo che hanno contraddistinto anche in passato le tue produzioni discografiche. Cosa ti affascina esattamente di questo sound così caliente?

«Mi affascina tutto, il flow, come dicono i sudamericani. Il reggaeton e questo sapore latino mi appartengono da quando ero bambina, in una parte della Sardegna si parla il catalano, in passato è stata invasa anche dagli spagnoli. Mio papà era di origine iberica, suonava la chitarra e la passione per la musica me l’ha trasmessa lui. Come dire, tutto ciò che è latino… me encanta mucho! Sto già lavorando alla prossima canzone per l’estate, che sarà una bomba anche quella, balleranno anche i sampietrini di Roma e la Madunina de Milan! (sorride, ndr)».

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano? Quanto tempo le dedichi?

«Tanto, la musica è la colonna sonora della nostra vita, accompagna ogni nostro stato d’animo. Parliamo di magia, vibrazioni, carezze e ricordi, la musica è fondamentale. Tante volte ascoltando canzoni mi metto a ballare, questo mi permette di scaricare. La musica è davvero tutto».

Quali sono gli artisti che più ti piacciono in questo momento?

«Io amo un po’ tutta la musica, a cominciare dal mondo latino che abbiamo già detto, arrivando al repertorio italiano. Sono da sempre innamorata della nostra mitica Mina, ultimamente sono impazzita per Diodato e anche per Achille Lauro, che sto corteggiando perchè mi piacerebbe fare un duetto con lui, lo trovo pazzesco».

Per quanto riguarda il Festival di Sanremo, se potessi scegliere, ti piacerebbe più condurlo o presentarti in gara?

«Tutte e due! Io sogno sempre, fino all’ultimo giorno della mia vita, spero il più tardi possibile, sognerò di poter scendere quelle scale sia come cantante che come conduttrice. Perchè no? Cantare, ballare, presentare, è un po’ quello che faccio da sempre, da appena quarant’anni… insomma!».

In Italia c’è però un po’ di pregiudizio a riguardo, soprattutto rispetto agli Stati Uniti, dove se ti misuri con più discipline artistiche è un vantaggio, un valore aggiunto. Tu che ne pensi?

«Beh sì, all’estero esiste il termine showgirl, qui da noi è stato tradotto in soubrette. Trovo che un artista debba saper fare un po’ di tutto, in Italia se canti non puoi recitare e viceversa, mentre in America è normale misurarsi in entrambe le cose. Qui da noi Elettra Lamborghini sta facendo un bellissimo percorso, mi è molto simpatica, la amo tantissimo, mi diverte. Ha degli ottimi arrangiatori, fa dei bei pezzi che mi ricordano molto i miei, sia nei balletti che nelle sonorità».

Per concludere, abbiamo parlato di vita, di musica e di spettacolo, ma c’è una tua passione che pochi conoscono: la cucina, hai anche aperto una pagina Instagram a tema (Il piccante ce lo metto io). Ecco, dacci qualche consiglio per il menù di Natale, cosa non dovrà mancare sulle nostre tavole in un anno così particolare?

«Mi piace molto condividere questa mia passione con gli altri, cucinare mi rilassa ed è un po’ come se mangiassi in compagnia, non mi sento sola, è come se mi sedessi a tavola con l’Italia intera. Questo sarà un Natale diverso, che ci riscalderà il cuore e che sicuramente ricorderemo. Invito tutti quanti a non abbattersi, a festeggiare ancora di più a casa, brindando alla vita che è il bene più prezioso. Dobbiamo uscire fuori da questa pandemia che ci ha devastati, tornando a godere di quello che abbiamo. Per il menù di Natale, basta mettere in tavola un po’ d’amore e condividerlo con chi potremo fisicamente e con tutti gli altri a distanza. Alla base consiglio piatti semplici e invito tutti a comprare prodotti italiani. Abbiamo bisogno di positività, di coraggio e di forza. Buon Natale e buona “Mariposita” a tutti!».

Pamela Prati

© foto di Giulia Santarelli

The following two tabs change content below.

Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.