Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Nozze d’argento con il pubblico per “Freak”, secondo progetto discografico di Samuele Bersani donato alle stampe l’8 aprile del 1994. A due anni di distanza dal precedente album d’esordio “C’hanno preso tutto”, il cantautore romagnolo mette a segno il suo primo reale successo commerciale. A fare da sfondo in questo progetto, rigorosamente in silenzio, troviamo il suo pigmalione Lucio Dalla, presente in veste di osservatore speciale (l’intero lavoro è prodotto dal suo fedele braccio destro Beppe D’Onghia), co-autore di  tre pezzi e musicista, suonando il clarinetto, la fisarmonica e partecipando ai cori, rigorosamente con lo pseudonimo di Domenico Sputo.

Ad aprire l’album la title track, nonché il primo singolo, un ironico omaggio alla sua terra d’origine e al suo maggiore simbolo gastronomico: la piadina, come si può notare anche dal videoclip cult del brano ambientato in India, come suggerito tra le righe del testo. Secondo estratto è “Cosa vuoi da me”, cover di una canzone del gruppo musicale britannico dei Waterboys, intitolata “Glastonbury Song”, il cui adattamento in italiano è stato curato dallo stesso Bersani.

Terzo singolo è la celebre “Spaccacuore”, pezzo che rappresenta insieme a “Giudizi universali” uno dei suoi più ispirati manifesti musicali, che verrà ripreso da Laura Pausini nel 2006 all’interno del suo album “Io canto”. Altro capolavoro è Barcarola albanese”, in assoluto la perla orchestrale del disco, brano sull’emigrazione che, purtroppo ancora oggi, possiamo considerare di estrema attualità.

Fatta eccezione della rivisitazione de “Il leone e la gallina” di Lucio Battisti, scritta in coppia con Mogol, che non riesce a raggiungere il carisma della versione originale, il resto dell’album scorre piacevolmente ed evidenzia tutta la poetica di Samuele, forse in maniera un po’ primordiale e meno a fuoco  rispetto ai futuri dischi “L’oroscopo speciale”, “Caramella smog” e “L’aldiquà”, decisamente più bilanciati.

In questo progetto quello che manca è un pizzico di equilibrio tra musica e parole, come accade in “Fedina penale”, “La fine di una storia”“Restiamo ancora qui (Due anni fa)” e come invece manca in “Cado giù”, “Piccolo macellaio” e “Capo”, pezzi decisamente più criptici a livello testuale, con la melodia e dal ritmo che prendono totalmente il sopravvento.

“Freak” rimane uno di dischi più importanti di Samuele Bersani, non certo per le comparsate televisive al Festivalbar o per gli innumerevoli passaggi radiofonici, piuttosto perché rappresenta un geniale connubio tra pop e canzone d’autore, un nuovo cantautorato più immediato e versatile, che non disdegna le sonorità leggere, seppur curate con gusto. Un album che si riascolta con piacere ancora oggi, forse con un po’ di nostalgia perché risulta più fresco, futurista e avanguardista rispetto alle tante e troppe attuali produzioni.

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Freak | Tracklist e stelline

  1. Freak
    (Samuele Bersani)
  2. Spaccacuore
    (Samuele Bersani, Lucio Dalla, Beppe D’Onghia)
  3. Fedina penale 
    (Samuele Bersani, Lucio Dalla)
  4. Cado giù