venerdì 22 Novembre 2024

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“Stato di natura”, l’urban-rock di Francesca Michielin feat. Maneskin – RECENSIONE

Disponibile da venerdì 13 marzo il nuovo singolo della cantautrice veneta, dal titolo “Stato di natura

E’ una Francesca Michielin che non guarda in faccia alle convenzioni quella che, da qualche tempo a questa parte, abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. “Stato di natura” è il singolo designato per accompagnare l’uscita del suo quarto album di inediti, pubblicato lo scorso 13 marzo, un lavoro all’insegna della varietà e della contaminazione. Undici tracce frutto di collaborazioni con alcuni artisti di spicco dell’attuale scena musicale nazionale, tra i quali proprio i Maneskin, la band rivelazione dell’undicesima edizione italiana di X Factor, che insieme alla cantautrice veneta danno vita ad un pezzo potente, a metà strada tra rock e urban.

Sonorità al completo servizio del contenuto, di un messaggio socialmente e umanamente importante contro la violenza verbale e gratuita che colpisce, purtroppo ancora oggi, le donne di tutto il mondo. In una società apparentemente evoluta tutto ciò è inammissibile: “rivendichiamo per il corpo la libertà, ma critichiamo una ragazza che si veste come le va” canta Francesca Michielin, “non è un complimento urlare che bel culo, ricorda, non ti rende uomo saper dare un pugno” sottolinea con decisione Damiano, donando quel punto di vista maschile necessario per rendere questa problematica universale, condannata da entrambi i sessi.

La presenza dei Maneskin non fà altro che caricare il brano di quella giusta dose di “cazzimma”, utile per rendere ancora più incisivo il significato dell’intera narrazione. In tal senso, Stato di natura è un manifesto struggente e urgente, dalla tematica estremamente e terribilmente attuale, che può spiazzare al primo ascolto perché mostra una rabbia inedita per Francesca Michielin, una ragazza che è cresciuta e che è diventata donna, anche se nell’immaginario collettivo è da molti ricordata come la cantante di “Distratto”. Questo nuovo brano vuole essere una sorta di secchiata d’acqua gelida in faccia per coloro i quali non si sono ancora accorti della sua evoluzione, che col tempo è stata graduale, ma mai così schiacciante. Il risultato? Un taglio netto che spezza qualsivoglia tipo di cordone col proprio passato.

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Stato di natura | Audio

Stato di natura | Testo

Quando parli non capisco, sembra che ci sputi
oppure urli perché devi amplificare quattro versi muti
sei già un pezzo grosso solo dopo due starnuti
ma il tuo concerto dura quindici minuti
perché spaccare tutto o essere aggressivi?
Cani che ringhiano, ma con in tasca gli antidepressivi
e con gli altri parassiti criticare il prossimo
per farci grandi, ma sotto la foto mettere la “cit” di Gandhi

Non è nella mia natura
farmi fischiare per strada come se fossi un cane
non è nella nostra natura
dire di amarci e alla fine amarci così male

Rivendichiamo per il corpo la libertà
ma critichiamo una ragazza che si veste come le va
c’insegnan che la donna è madre
una pin up che guida male
ma il navigatore ha quella voce là
dell’immagine servile con cui ci avete dipinte
con il fatto di sentirci obbligate a esser spinte
usate il nostro seno ovunque, una cosa normale
ma se allattiamo in pubblico? (Non si fa, è immorale!)

Non è nella mia natura
farmi fischiare per strada come se fossi un cane
non è nella nostra natura
dire di amarci e alla fine amarci così male

Siamo schiavi di una cultura patriarcale, la cultura del possesso
dove nessuno può più scegliere da che parte stare
dove una madre è solo madre, una figlia è solo figlia
un uomo è solo uomo e l’amore è solo uno
e ho visto troppe mani non alzarsi
in aiuto degli altri e diventare schiaffi
e non è un complimento urlare “che bel culo”
ricorda, non ti rende uomo saper dare un pugno

Non è nella mia natura
farmi fischiare per strada come se fossi un cane
non è nella nostra natura
dire di amarci e alla fine amarci così male
non è nella mia natura
farmi fischiare per strada come se fossi un cane
non è nella nostra natura
dire di amarci e alla fine amarci così male

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.