Il nostro personale bilancio musicale delle canzoni che hanno spopolato negli ultimi dodici mesi
Un altro anno se ne va, portandosi via brani poco incisivi (qui la nostra Top Of The Flop) ma anche diversi singoli memorabili che conserveremo nei cassetti dei nostri ricordi, oltre che nel nostro lettore mp3. Nell’eterna lotta tra indie e trap, il pop resiste e illumina il cammino a suon di ballad melodiche e brani uptempo degni di nota, grazie ad alcuni dei suoi storici rappresentanti e all’affermazione di interessanti nuove leve. Giunti alla fine di questo intenso 2018, vi proponiamo la top100 dei nostri singoli preferiti, tra conferme e immancabili sorprese.
100. “Una vita in vacanza” – Lo Stato Sociale
Vincitori morali di Sanremo 2018 i ragazzi de Lo Stato Sociale, stabili per intere settimane ai vertici delle classifiche radiofoniche con un brano che ha rappresentato, per molti, la morte dell’indie in diretta eurovisiva. Ma siamo sicuri che l’indie esista veramente? L’ho sempre considerata come una bella favola musicale, non un genere ben definibile o etichettabile, di conseguenza, i suoi esponenti sono paragonabili a creature leggendarie come gli elfi, le sirene, i chupacabra, i draghi, gli unicorni. In fondo cosa c’è di più commerciale di una vecchia che balla?
99. “Prima di ogni cosa” – Fedez
“C’era una volta il rap” avranno pensato i fan della prima ora di Fedez ascoltando questo singolo apripista del suo nuovo progetto discografico, una romantica ballata “melodically correct” dedicata al figlio Leone, a detta degli aficionados una mossa coraggiosa, per i detrattori una scelta abbastanza ruffiana. Dalla sua penna sarebbe potuta nascere la solita ed ennesima canzone piaciona capace di mettere d’accordo tutti, invece è arrivata una piccola prova di maturità artistica e, siamo certi, anche personale.
98. “Malibu” – Vegas Jones
Cosa salvare dell’infinità di roba trap prodotta in questo 2018? Sicuramente questo pezzo di Vegas Jones, orecchiabile e riconoscibile, un brano che non stanca già al secondo ascolto, caratteristica tipica di questo genere. Un pezzo-manifesto della poetica e del flow del giovanissimo rapper di Cinisello Balsamo, che pare abbia trovato la sua giusta collocazione mantenendo un giusto compromesso tra l’innovazione dettata dalla moda e gli insegnamenti trasmessi dall’hip hop old school, caratteristica assolutamente da non sottovalutare.
97. “Ciao” – Sonohra
A dieci anni di distanza dalla vittoria tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo, i Sonohra tornano più maturi e consapevoli, con un brano che non insegue logiche commerciali ma mette in risalto l’animo acustico del duo composto dai fratelli Luca e Diego Fainello. Senza filtri, paletti o sovrastrutture, la canzone si impone in tutta la sua delicatezza, frutto di un’attenta ricerca musicale, un processo creativo che regala ai due artisti veneti una nuova libertà, la voglia di rimettersi in gioco con una prospettiva diversa. Scusate se è poco.
96. “Eterno” – Giovanni Caccamo
Tra le canzoni più belle in concorso alla 68esima edizione del Festival di Sanremo, va riconosciuta la qualità di quella proposta da Giovanni Caccamo, che pecca di personalità e intonazione nell’esecuzione dal vivo, ma non convince totalmente nemmeno nella versione studio, seppur il testo e la melodia si incastrino alla perfezione. Uno di quei pezzi al di sopra di qualsiasi aspettativa che risplende di luce propria e che, forse, sarebbe stato meglio affidare a qualcun altro, col senno sia di prima che di poi.
95. “Vorrei sentirci litigare” – Elya
Un pezzo maturo e ispirato per Elya, che racconta l’incomunicabilità dei rapporti 2.0 tipici dell’attuale nostra società. Una ballad ben strutturata che analizza l’importanza del confronto, ben vengano i litigi a patto che il silenzio smetta di dettare le regole del gioco. Una bella dichiarazione d’amore e d’intenti, che invita a riflettere sulla necessità di stabilire un dialogo come punto di contatto per mantenere in piedi una storia, un’amicizia o qualsiasi tipo di relazione interpersonale, in maniera reale e non virtuale.
94. “Il congiuntivo” – Lorenzo Baglioni
Apprezzatissimo dall’Accademia della Crusca, il brano di Lorenzo Baglioni ironizza sul maltrattamento della sintassi, una battaglia che l’artista toscano ha portato avanti con dissacrante umorismo sul palco del Teatro Ariston lo scorso febbraio. Stile melodico, sanremese per l’appunto, per un brano di denuncia sociale nei confronti del maltrattamento della grammatica, che smuove le coscienze in maniera piuttosto convincente e scanzonata, rappresentando un primo passo verso la riabilitazione della nostra amata lingua italiana.
93. “C’era una volta” – Lisa
Composto insieme a Marco Colavecchio e Marco Ciappelli, il brano dimostra come una vocalità importante come quella di Lisa sia in grado di abbracciare mondi sonori contemporanei ed esplorare nuovi orizzonti musicali. Aprezzabile la scelta di “svecchiare” il repertorio dell’artista calabrese, uscendo dalla cosiddetta zona di comfort senza proporre la solita e scontata ballatona. Sarà scontato dirlo, ma con la voce che si ritrova può davvero cantare di tutto, anche brani meno all’altezza della situazione, risultando sempre convincente.
92. “Siamo uguali” – Luca Capizzi
Un’ossatura melodica e un vestito cucito su misura per incastrarsi alla perfezione nell’attuale scenario discografico, questa la ricetta alla base della nuova proposta discografica di Luca Capizzi, fedele a se stesso e alla propria identità artistica, ma con più consapevolezza rispetto al passato. L’amore per la musica, intesa come collante universale tra ogni individuo, è il tema ricorrente del testo della canzone, parole ispirate e molto sentite dallo stesso cantautore che, singolo dopo singolo, ha dimostrato una notevole crescita artistica.
91. “Cercami adesso” – Patrizio Santo
La ricerca della felicità alla base del nuovo inedito di Patrizio Santo, capace di mettere in musica un bello spaccato del nostro tempo, in bilico tra paura e speranza. Un testo semplice e diretto a servizio di sonorità attuali, fresche e in grado di mettere in risalto le caratteristiche vocali del giovane artista pescarese. La canzone appare orecchiabile sin dal primo ascolto, ma se ci si sofferma scavando nella sua struttura si nota una costruzione corposa, importante e quanto mai inusuale per un brano estivo. Si riassume così la vera bellezza della musica.
90. “Frida (Mai, mai, mai)” – The Kolors
Convincono e stravincono anche in italiano i The Kolors che, nonostante la loro giovanissima età, possiedono già uno stile ben definito, ispirato da ascolti internazionali e reso unico dall’inevitabile passaggio alla nostra lingua nazionale. Il loro processo di italianizzazione li ha visti debuttare in questa nuova veste al Festival di Sanremo, su uno dei palchi più ambiti e difficili, con un brano di rottura dal sound giusto e riconoscibile. Stash, Daniele e Alex, hanno ampiamente dimostrato di rappresentare un’inedita e solida realtà della nuova scena musicale italiana.
89. “Quante vite hai” – Marco Ligabue
Una tappa d’amore, questo il brano scelto da Marco Ligabue per il suo ritorno discografico, un messaggio racchiuso nel refrain che rappresenta una concreta dedica d’amore densa di significato e di valore.. Prenotarsi per tutte le prossime vite della persona amata, un concetto semplice quantomai ispirato e ricco di buone intenzioni, abilmente prodotto da Corrado Rustici. A livello di interpretazione, invece, la canzone regala un’interessante prova di maturità vocale, al punto da valorizzare la propria inconfondibile timbrica.
88. “Lucciole” – Mara Bosisio
Racconta se stessa Mara Bosisio, con trasparenza e una piena consapevolezza autobiografica maturata col tempo. Una ballata pop-elettronica che richiama sonorità anni ’80-’90, a dimostrazione che la sperimentazione può attingere dalla tradizione per esplorare nuovi orizzonti sonori. Più che un ritorno alle origini lo definirei una vera e propria riscoperta dei reali valori, all’essenzialità delle cose, affinché “dentro una canzone, dentro un calcio ad un pallone, ad un campo di granturco, a una birra sotto a un palco… troveremo un pò di noi”.
87. “Ora” – Jalisse
Alessandra Drusian e Fabio Ricci confezionano un pezzo su misura per le proprie caratteristiche vocali, che sbalordisce per la contemporaneità della loro proposta. Un attacco rock che sorprende dalla prima nota, bello l’impasto scaturito dall’unione delle due voci, per un inedito dal respiro internazionale, frutto di una continua sperimentazione e di un’innata predisposizione a ricercare nuove sonorità oltre confine. Un pezzo che ribadisce, semmai ce ne fosse ancora bisogno, un concetto ormai elementare: i Jalisse sono due grandi artisti… e tanti cari saluti a “Fiumi di parole”.
86. “Chiedere scusa” – Anna Tatangelo
Dismessi i panni di Lady Tata, la Tatangelo torna ad essere Anna, l’ex “ragazza di periferia” che ha imparato troppo in fretta ad “essere una donna”. Nella vita c’è un tempo per tutto, anche per rinascere e reinventarsi, un tempo per potersi ritrovare e, all’occorrenza, reinventare, lo sa bene Anna Tatangelo che si riscopre finalmente libera da ogni forma di pregiudizio, pronta a rimettersi in pista con un brano dalle venature elettropop, onesto e sincero. Perché dopo la tempesta, prima o poi, arriva sempre il sole.
85. “Amarsi non serve” – Francesca Miola
Non è passata di certo inosservata tra le proposte di Sanremo Giovani la canzone di Francesca Miola, composta da Zibba, Marco Rettani e Stefano Paviani, opera che rievoca atmosfere intime e soffuse per raccontare un messaggio universale e far riflettere sull’importanza dei sentimenti, in maniera chiara e coinvolgente, ascolto dopo ascolto. A tre anni di distanza dalla sua partecipazione ad Amici 15, ritroviamo una delle voci più interessanti e suggestive della nuova scena musicale italiana, perfettamente a suo agio con questo elegante abito musicale.
84. “Domani è un altro giorno” – Lene
Teniamoci stretti i nostri sogni perché il futuro è un’incognita, questo il messaggio alla base del nuovo singolo di Elena Ruscitto, in arte Lene. Una voce interessante accompagna un accurato testo che mescola elementi pescati dal passato con riferimenti presi in prestito dal nostro presente, da Dawson’s Creek a Netflix, il tutto rivestito da sonorità pop che rendono l’ascolto piacevolmente radiofonico. Un pezzo del genere negli anni ’90 sarebbe diventato una hit, benvenuti nell’immeritato scenario discografico del nuovo millennio.
83. “Irraggiungibile” – Seba Damico
Non ha paura di cantare i propri sentimenti Seba Damico, lo fa con una delicatezza atipica per la sua giovane età, dando prova che la musica italiana è viva e lotta ancora insieme a noi, perché solo il cantautorato fatto bene è in grado di superare la prova del tempo oltrepassando indenne le mode che, da sempre, si susseguono in qualsiasi ambito artistico. Una ballad che esplode nella melodia di un inciso ipnotico, di quelli che riescono a trasmetterti un messaggio positivo, in un’epoca in cui immedesimarsi in una canzone è diventata un’ardua impresa.
82. “Grazie a te” – Le Deva
Stile e affiatamento, questi gli elementi fondamentali alla base dello spirito de Le Deva, una bella scommessa in continua ascesa, frutto dell’unione artistica di Greta Manuzi, Roberta Pompa, Laura Bono e Verdiana Zangaro, quattro ragazze con storie e personalità differenti, ma con una smisurata e condivisa passione per la musica. Un brano ritmico e crescente, dal sound inedito e innovativo, un manifesto coinvolgente e coeso che, nota dopo nota, riesce a conquistare un pubblico quantomai trasversale.
81. “Non te ne vai mai” – Thomas
Nonostante la sua giovanissima età, Thomas ha già dimostrato tanto e continua ad indovinare la scelta dei singoli. La sicurezza della sua vocalità si fonde con un ritmo coinvolgente, che gioca con la dance e profuma di naturalezza. Il risultato? Ciò che canta è sempre molto spontaneo, nulla è lasciato al caso o studiato a tavolino. Un mondo sonoro che richiama chiaramente Michael Jackson, suo mito assoluto, senza storpiarlo né scimmiottandolo troppo, bensì omaggiandolo come solo gli artisti dotati di grande sensibilità sanno fare.
80. “Rambla” – Elodie e Ghemon
Seppur ricorda in maniera prepotente una hit assoluta degli anni ’80 come “La colegiala”, convince la nuova proposta musicale di Elodie che coinvolge il rapper campano Ghemon. Il brano, composto a quattro mani da Davide Simonetta e Alessandro Raina, invita a non lasciarsi sopraffare dallo scorrere del tempo, cogliendo l’attimo in ogni singola relazione, rapporto umano o storia d’amore che dir si voglia. Il tutto condito da un ritmo caliente e coinvolgente, che prosegue l’interessante discorso intrapreso con “Nero Bali”.
79. “Almeno tre” – Giulia Mutti
Serena e determinata, così si presenta Giulia Mutti al suo personale battesimo discografico proposto nel corso dell’ultima edizione di Sanremo Giovani. Appiglio decisamente grintoso, il brano rivendica con tenacia ed orgoglio sonorità da pop-rock, con il testo che fa riferimento al riscatto, inteso come atto di coraggio, e alla rivincita morale, dal quale tiriamo fuori una nuova consapevolezza. Una canzone in grado di infondere ottimismo, che mescola l’intensità alla leggerezza, in maniera chiara e trasparente.
78. “Un buon motivo” – Roberta Bonanno
Si sente più libera e positiva Roberta Bonanno, lo dimostra attraverso le note e le parole del suo ultimo progetto discografico “Io e Bonnie”, impreziosito dalla presenza di questo bel brano, in cui il pop si mescola al rock e formano il giusto tappeto per raccontare una storia d’amore giunta ormai al capolinea. In certi momenti bisogna sforzarsi nel trovare un motivo per rialzarsi e riprendere in mano la propria esistenza, anche da soli. Lo descrive bene l’artista milanese, credibile e perfettamente a suo agio in questo tipo di narrazione.
77. “Ricordami chi sono” – Epicoco
Ci sono momenti della vita in cui i rapporti diventano difficili da gestire, la persona che ami diventa fautrice del tuo dolore e non sai a chi rivolgerti per chiedere un aiuto. Lo racconta con maestria Davide Epicoco, in questo brano prodotto da Giulio Nenna e Andrea DB Debernardi, incentrato sull’amor proprio e sul coraggio di riprendere in mano la propria vita. Il risultato? Una di quelle canzoni in cui ci si può immedesimare, dalla quale si possono apprendere spunti di riflessione importanti. In fondo, è questa la caratteristica fondamentale della musica.
76. “Je suis” – Vincenzo Incenzo
Attinge dalla realtà per raccontare emozioni Vincenzo Incenzo, storico paroliere che ha deciso di “metterci la faccia” e debuttare in veste di cantautore. Un brano che trae dal sociale per descrivere il nostro quotidiano e l’attuale società in cui viviamo, con lo sguardo attento che solo i grandi artisti sanno tradurre in musica. La libertà di espressione difesa con estrema classe e professionalità, per smuovere coscienze e riprendere piano possesso del ruolo centrale e della responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dell’umanità.
75. “Ciao cuore” – Riccardo Sinigallia
A quattro anni di distanza dal lancio del suo ultimo disco di inediti, Riccardo Sinigallia torna sulle scene con un brano ispirato e di carattere. Un invito a liberarsi delle varie sovrastrutture della vita e tornare a respirare a pieni polmoni, godendosi ogni singolo istante, attimo dopo attimo. Una canzone-manifesto che mette in perfetta sintonia la musica e il testo, in maniera profonda e matura, senza seguire logiche o dettami discografici, donando risalto ad un discorso artistico di rara bellezza.
74. “Il tatuaggio” – Leda Battisti
Sound piacevole e stimolante, tra rock e reggae, il tutto condito con un feat molto interessante con Lion D, questi gli ingredienti che Leda Battisti ha inserito nella sua interessante proposta personale per l’estate 2018. Voce sporcata nelle strofe, che a tratti ricorda una Loredana Bertè prima maniera, e perfettamente cristallina nell’inciso, un seducente contrasto che si incastra magicamente nel repertorio della passionaria cantautrice reatina. Un brano che racchiude al suo interno verità e veracità, senza filtri.
73. “Una grande festa” – Luca Carboni
Dal successo di “Luca lo stesso” per Luca Carboni sono trascorsi ben tre anni, ma le sonorità di thegiornalistiana memoria sono rimaste le stesse, seppur tra gli autori non figuri Tommaso Paradiso. Si tratta del tipico brano fresco che parla d’estate in maniera non dichiarata, sviscerando tutta una serie di argomenti tabù che nella musica pop bisognerebbe evitare di cantare. L’ironia come chiave di lettura di un brano contemporaneo, frutto del genio di uno dei nostri più ispirati rappresentanti della canzone d’autore.
72. “Questa notte” – Ex-Otago
Romantica e di jovanottiniana memoria la ballad proposta dagli Ex-Otago, gruppo indie votato al pop che segue l’ondata nostalgica di sonorità appartenente agli anni ’80 e ’90. Convincono e si impongono come i veri outsider di questa annata, forti di una gavetta durata ben sedici anni, tra palchi e dischi in studio. Per la band genovese (composta da Maurizio Carucci, Simone Bertuccini, Olmo Martellacci, Francesco Bacci e Rachid Bouchabla) si tratta di un momento molto fortunato, sancito dall’annuncio della loro prima partecipazione sanremese con “Solo una canzone”.
71. “Centomila volte” – Einar
Si presenta con tutta la freschezza e l’entusiasmo dei suoi venticinque anni Einar Ortiz, fresco vincitore di Sanremo Giovani e prossimo concorrente del Festival della canzone italiana. Tempo di soddisfazioni per il ragazzo di origini cubane, che aggiunge un ulteriore importante tassello al suo percorso grazie a questo brano che vanta le firme di Tony Maiello, Ivan Bentivoglio ed Enrico “Kikko” Palmosi. Un pezzo sentimentale a metà tra leggerezza e profondità, il giusto mix per raccontare esperienze di vita trasversali e non solo generazionali.
70. “Piume” – Leo Gassman
Sfiora livelli di profondità che non si toccavano da tempo Leo Gassmann, tra i protagonisti della dodicesima edizione italiana di X Factor con questo inedito composto dallo stesso giovane artista romano e prodotto da Ioska Versari. L’amore inteso come la chiave della felicità, sinonimo di quella leggerezza che ti porta a stare bene tralasciando momenti di negatività. L’artista mette in mostra il suo lato più romantico con un brano di forte impatto emotivo, manifesto di un amore salvifico e denso di sfumature.
69. “Fall on me” – Andrea e Matteo Bocelli
Un linguaggio onesto, comprensibile e autentico, questi gli elementi alla base del duetto che vede protagonisti Andrea Bocelli e Matteo Bocelli, padre e figlio uniti sotto il segno del bel canto e della dolce melodia all’italiana. Una canzone d’impatto, che colpisce sin dal primo ascolto per la sua ossatura 100% made in Italy, resa internazionale dall’utilizzo della lingua inglese e dall’interpretazione del giovane artista classe ’97, che si presenta al grande pubblico nel modo migliore possibile con un gran bel pezzo e la giusta maturità nell’eseguirlo in maniera credibile.
68. “Criminale emozionale” – Ghemon
Mood leggero e accattivante per Giovanni Luca Picariello, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Ghemon, rapper avellinese prestato al cantautorato. Un brano fresco ed estivo dalle venature funky, che invita a non fermarsi all’apparenza in amore, ad aprire gli occhi per cercare nell’essenzialità la vera personalità, perché “ognuno in fondo ha qualche cosa da nascondere, ma io ti ho detto tutto di me” per poi arrivare alla conclusione che “la gente crede nell’aspetto e nell’effetto che gli fai e l’illusione che dai e l’impressione che fai”.
67. “Nella mia testa” – Marte Marasco
Solare e contagiosa, questo il biglietto da visita di Marte Marasco, artista milanese protagonista dell’ultima edizione di Sanremo Giovani, in gara con questo ipnotico brano composto per lei da Andrea Bonomo e Luca Chiaravalli. Un pezzo in grado di entrarti subito in testa e di picchiare forte come un martello, orecchiabile e trascinante, ma denso di significato anche a livello testuale, perché racchiude aspetti della quotidianità in cui possiamo ritrovarci, sottolineando il contrasto tra razionalità e follia che caratterizza l’esistenza di ognuno di noi .
66. “Custodire” – Renzo Rubino
Un testo crudo e autobiografico che parla di valori perduti che andrebbero riscoperti. Il protagonista immagina un dialogo tra i suoi genitori separati e propone una tematica delicata, attraverso l’acuta e indubbia capacità di scrittura di Renzo Rubino, cantautore che con le parole e le emozioni ci sa proprio fare. Una canzone pacata ma, al tempo stesso, violenta e che racconta una situazione di disagio per molti bambini, che si ritrovano a vivere l’allontanamento delle proprie figure genitoriali.
65. “Bolivia” – Francesca Michielin
Più indie dei Thegionalisti (che tanto poco ci vuole) questo brano di Francesca Michielin, manifesto della sua maturità artistica, nonché uno dei pezzi di maggiore impatto sonoro presenti in “2640”, terzo album di inediti dell’artista di Bassano del Grappa. Al grido di “E’ l’umanità che fa la differenza, portami in Bolivia per cambiare testa, portami in Bolivia per cambiare tutto”, il pezzo si impone per le sue strofe introspettive e l’inciso orecchiabile come un vero e proprio inno di libertà e indipendenza.
64. “Magari” – Andrea Vigentini
Interessante proposta per Andrea Vigentini, che confeziona una di quelle canzoni senza tempo quantomai oneste e ispirate, dalla forte ossatura melodica e tradizionalista, ma dal sound originale, attuale e parecchio innovativo. Il risultato? Un brano poetico e scanzonato, in grado di trasmettere con leggerezza frasi di significato senza troppi giri di parole. Una di quelle canzoni da canticchiare a dismisura e che, in un altro periodo storico, avrebbe scalato le classifiche delle emittenti radiofoniche libere, ormai estinte.
63. “Uramaki” – Mahmood
Se non ci fosse Alessandro Mahmood dovrebbero inventarlo, il suo timbro molto personale lo rende, di fatto, unico e stravagante. Questo è uno dei suoi pezzi migliori, perché incastra un sound adatto alle sue corde vocali con un testo accattivante e per nulla scontato, direi più da menù alla carta che da All You Can Eat. Un talento genuino, ma al tempo stesso istrionico, abile nel cucire su misura il giusto repertorio in grado di mettere in risalto la propria interessante vocalità, sempre più ipnotica e multietnica.
62. “Cherofobia” – Martina Attili
Su di lei si è già detto e scritto tutto, sin dalle prime fasi delle selezioni Martina Attili ha portato una ventata di freschezza nella dodicesima edizione italiana di X Factor e, tradotto in un linguaggio più contemporaneo, una vagonata di views. Un testo che mette in risalto l’incredibile lucidità artistica di una così giovane donna, che non vuole più essere considerata una bambina ma che, al tempo stesso, ha paura di spingersi oltre la propria età. La felicità può far paura, questo il tema del sorprendente inedito che contrappone stati d’animo in un’altalena di diverse suggestioni.
61. “La nostra ultima canzone” – Motta
Tempo di conferme per Francesco Motta, che invigorisce la propria credibilità di cantautore impegnato con questo brano rappresentativo della propria poetica. che ha rappresentato un po’ il suo salto di qualità, perché la genialità per essere compresa realmente ha bisogno di trovarsi al posto giusto e nel momento giusto, per non restare all’ombra della nicchia. Un pezzo che mette maggiormente a fuoco la poetica contemporanea e urbana che caratterizza fedelmente la scena indie-pop, riletta in chiave etno-folk.
60. “Ci credi ancora all’amore” – Massimo di Cataldo
Discograficamente parlando, un brano immediato e non molto distante dalle attuali logiche radiofoniche. Arriva perché è contemporaneo, pur rispettando la storia e la sua identità di cantautore sentimentale, capace di raccontare l’amore in tutte le sue mille sfaccettature. Una canzone che riporta al centro dell’attenzione la musica autobiografica e quel sano pop di cui lo stesso Massimo Di Cataldo è stato portabandiera negli anni ’90, riuscendo in diverse occasioni a varcare i confini nazionali.
59. “Sull’orlo di una crisi d’amore” – Federica Carta e La Rua
Interessante il duetto nato dalla collaborazione tra Federica Carta e i La Rua, singolo apripista per i rispettivi ultimi progetti discografici. Sonorità elettroacustiche si uniscono al pop e danno vita a un doppio racconto di coppia, sviscerando le dinamiche e le incertezze che si celano in una relazione dinanzi ad ogni singolo cambiamento, compreso l’epilogo di una storia d’amore. Le vocalità dei due interpreti si mescolano e danno vita ad un’introspettiva ed inedita narrazione dalla forte componente emotiva.
58. “Che cosa ci siamo fatti” – Briga
Una canzone che ci ripropone il talento di Briga, con un sorprendente brit-rock che idealizza il suo personale bagno di consapevolezza cantautorale e da un drastico cambio di rotta rispetto ai suoi precedenti lavori. Interessante svolta che ci restituisce un artista maggiormente ispirato, fattore che magari nell’immediato può non ripagare, perché si oppone in controtendenza alle attuali logiche commerciali ma che, a lungo termine, lo porterà a distinguersi e a restare a galla in questo mare di ripetitività discografica.
57. “Johnny” – Niccolò Agliardi
Ennesimo racconto ispirato che prende spunto dal vissuto personale dell’artista ma, allo stesso tempo, descrive ad ampio raggio la situazione dei giovani d’oggi, che avrebbero bisogno di meno ostacoli e qualche “buona fortuna” in più. Quella di Niccolò Agliardi è musica da difendere, con le unghie e con i denti, con gli ascolti e i sentimenti, perché c’è davvero poco da aggiungere a versi come: “Ti mangi il mondo e fai pure scarpetta con quel che rimane, perché la vita è bastarda ed il cuoco migliore è la fame”. Togliendo il quasi, “Johnny” è proprio magia!
56. “Tutte le volte” – Eman
La poetica evocativa di Eman a servizio di una storia d’amore come tante, ma osservata da un’angolatura differente. Il cantautore calabrese trova una chiave narrativa diversa, realizzando un’analisi lucida e introspettiva sulla chiusura di una relazione, quando si traggono le somme e solitamente si tende a vedere tutto nero, si arriva alla conclusione che non tutto ciò che è stato sia da buttare e che non serve attribuire colpe, perché la fiamma di una candela può spegnersi con il vento o, più semplicemente, consumarsi lentamente.
55. “Ipernova” – Mr. Rain
Tra i brani hip hop più belli del 2018 troviamo questa interessante proposta di Mattia Balardi, meglio conosciuto come Mr. Rain, rapper lombardo classe ’91 che in questa prolifica annata ha dato sfoggio della sua capacità di scrittura nelle rispettive collaborazioni con Annalisa e Benji e Fede. In questa canzone si racconta in maniera romantica e fuori dal coro tra le barre e l’inciso di un un pezzo che ha letteralmente conquistato gli utenti delle piattaforme digitali e meritatamente spopolato sul web.
54. “Pensami così” – Le Vibrazioni
Dopo il successo sanremese ottenuto con “Così sbagliato”, per Le Vibrazioni si tratta dell’ennesimo brano giusto al momento giusto, una coinvolgente rock ballad caratterizzata dal sound tipico del gruppo milanese capitanato da Francesco Sarcina, sempre a suo agio in questa dimensione sonora che mette in risalto tutta la sua forza vocale. Unica pecca? Far diventare questa preziosa canzone d’amore la sigla del programma televisivo “Vieni da me” di Caterina Balivo, snaturandola e trasformandola in un jingle.
53. “Generazione trentenni” – Daniele Stefani
Dopo aver sviscerato nel profondo le contraddizioni della nostra italianità, l’attenzione narrativa di Daniele Stefani si focalizza sulla generazione carismatica ed assai enigmatica dei trentenni, coloro i quali non si rassegnano allo scorrere del tempo, adattandosi all’evoluzione digitale, ma con un pizzico di nostalgia rispetto alla precedente vita analogica. Tra riferimenti a ricordi legati al nostro passato e l’uso smodato di terminologie di matrice statunitense-anglofona, va in scena l’attuale spettacolo della nostra umanità, rigorosamente in streaming.
52. “Cose che a parole non so dire” – Jacopo Ratini
Restituire centralità alla comunicazione, ridare importanza ai silenzi, contare fino a dieci prima di esprimere la propria opinione, centellinare ogni singola parola, indagare all’interno del reale significato della verità, ritrovare il sorriso: sono queste le molteplici chiavi di lettura del nuovo pezzo di Jacopo Ratini, che dipinge un ritratto contemporaneo dell’attuale nostra società. Con gli anni il cantautore romano non ha perso la propria raffinatezza poetica, semmai ha tonificato la sua attitudine espressiva, ne è la prova questa delicata bella canzone.
51. “Tra il tedio e il dolore” – JurijGami
Prosegue il personale viaggio alla ricerca dell’essenzialità delle cose di JurijGami, con un pezzo che analizza la visione pessimistica e vittimistica dell’essere umano, sempre più votato alla propria commiserazione piuttosto che focalizzarsi sulla soluzione di ogni singolo problema. Acutezza e ironia si incastrano alla perfezione, sviscerando quelle che sono le nostre più ingombranti contraddizioni, con leggerezza ed estrema inerenza. Se per Andy Warhol ogni individuo ha diritto al proprio quarto d’ora di celebrità, secondo il giovane cantautore comasco, per ciascuno di noi c’è a disposizione un intero castello di felicità.
50. “Semplifica” – Virginio
Ritorno denso di sorprese per Virginio, che si presenta con il giusto cocktail di sonorità e parole per il suo personale aperitivo estivo che, insieme a “Rischiamo tutto”, anticipa l’uscita della sua prossima fatica discografica. Un pezzo di quelli che non ti aspetti, in grado di rimanere in testa già dal primo ascolto, grazie al suo messaggio contagioso e più che mai condivisibile. Bello l’incastro tra strofe e inciso, riuscito e funzionale l’arrangiamento che si poggia su un’interessante struttura acustica, nell’insieme rasenta un tuffo nel mare della consapevolezza.
49. “Battaglia navale” – Lorenzo Fragola
Nell’epocale esodo di artisti che passano dall’indie al pop, a volte, capita di assistere al tragitto contrario, definiamola pure un’inconsueta transumanza ma, dopo Francesca Michielin, anche Lorenzo Fragola si è convertito a nuove sonorità, ad uno stile musicale più underground e sempre meno commerciale. Insieme a “Bengala” e “Super Martina”, questo brano prosegue in una nuova direzione, una strada non asfaltata e sicuramente più incerta, ma decisamente rappresentativa del proprio essere e distante dalla sue scanzonate precedenti produzioni.
48. “Ti ricordi di me?” – Alessio Bernabei
Ha il sapore e il retrogusto di una nuova vita artistica il brano che ci restituisce un Alessio Bernabei nella sua forma migliore, vincente la scelta di puntare su questo genere di sound per valorizzare al meglio le proprie velleità vocali. Un ritorno frutto di un prolifico e azzeccato anno sabbatico, arrivato dopo la sovraesposizione del triennio sanremese, una pausa servita per meditare e reinventarsi, pur rimanendo fondamentalmente se stesso. Standing ovation per il ritrovato vecchio caro Jack.
47. “Figurati noi” – Shade e Emma Muscat
Il genio creativo di Vito Ventura, alias Shade, incontra la voce cristallina di Emma Muscat per dare vita ad un soffice ed avvolgente plaid musicale che potremmo definire come un bel tormentone invernale. Nelle strofe il rapper piemontese sfoggia tutto il proprio estro incastrando abilmente una raffica di parole che raccontano una storia d’amore in stallo, raffreddata da dinamiche di coppia, tra recriminazioni varie e accuse reciproche, il testo invita alla ricerca del dialogo, anche quando tutto sembra sciogliersi come ghiaccio tra le nostre mani.
46. “Cara Italia” – Ghali
Nell’oceano sconfinato e inquinato della trap, Ghali rappresenta la cosiddetta “luce in fondo al tunnel”, un mammone romantico con uno stile di scrittura caratteristico, ben distinguibile e carico di contenuti. “Cara Italia” è il manifesto di questo suo positivo e sorprendente 2018, abilmente prodotto da Charlie Charles, che ha superato qualsiasi genere di record. Un pezzo che potremmo definire quasi un inno nazionale 2.0, fatto di integrazione e di apertura a nuove frontiere sia umanitarie che tecnologiche.
45. “Pesto” – Calcutta
L’indie che abbraccia il mainstream, in questo modo potremmo definire la poetica di Edoardo D’Erme, alias Calcutta, cantautore in grado di comporre una musica fuori dagli schemi e da ogni tipo di contesto. Questo pezzo colpisce sin dal primo ascolto perché rappresenta qualcosa di nuovo nell’attuale scenario musicale italiano, semplicemente perché attinge da sonorità passate, per certi versi quasi dimenticate e offuscate dai vari loop tanto in voga oggi che uniformano e rendono gli ascolti quasi tutti uguali. Intuizione a dir poco geniale.
44. “La nostra vita” – Cordio
Composto a sei mani con Ermal Meta e Simone Pavi, questo brano rappresenta il personale e ispirato biglietto da visita di Pierfrancesco Cordio, una riflessione sullo scorrere del tempo e sulla nostra fragile esistenza. Un messaggio positivo, perché sottolinea quanto sia importante lasciare un segno tangibile che resti nel tempo, un invito a condividere le cose belle con le altre persone. Un brano che arriva proprio per la leggerezza delle sonorità mista alla profondità del suo significato, un equilibrio che il giovane artista siciliano ha centrato alla prima prova.
43. “Ti voglio” – Artù feat. Rino Gaetano
Un brano lasciato nel cassetto per troppi anni, affidato nelle mani di Artù, che è riuscito a donare nuova vita al pezzo senza alterare l’equilibrio narrativo-musicale tipico di Rino Gaetano. Una canzone che dimostra quanto la bellezza sia immortale, perché resta nel tempo, è nostro compito valorizzarla e restaurarla di tanto in tanto, come le opere d’arte. Il giovane cantautore romano ha il merito di aver ristrutturato la Cappella Sistina, ravvivando i colori e i suoni di un’opera che, altrimenti, sarebbe rimasta sconosciuta al grande pubblico.
42. “La complicità” – Carmen Ferreri
Interpretazione introspettiva e carica di pathos per Carmen Ferreri, con questa canzone in grado di valorizzare la sua intensa vocalità, sempre molto profonda anche in territori sonori più spensierati, come ampiamente dimostrato nel corso della sua partecipazione nell’ultima edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi. Per la giovane artista siciliana potrebbe trattarsi della giusta strada da perseguire per raggiungere la piena consapevolezza e la tanto ambita personale collocazione discografica.
41. “Quanto dura un’ora” – Malika Ayane
Il brano più riuscito del suo ultimo album “Domino”, Malika Ayane gioca con l’elettronica per dare sfoggio della propria raffinatezza vocale. Un testo importante, scritto dalla stessa cantautrice milanese e musicato con Alessandra Flora, che analizza lo scorre del tempo, una riflessione che non spetta soltanto a coloro i quali vivono a stretto contatto con la fretta e i frenetici meccanismi dell’attuale società, ma che spinge chiunque a razionalizzare l’infinito in un ogni singolo ricordo che resta, domandandosi “Quanto dura un’ora?”.
40. “La verità” – Vasco Rossi
Un dissacrante e platonico elogio alla verità per Vasco Rossi, che estremizza con sarcasmo ed ironia questa sorta di scenario social-apocalittico. In un mondo di fake news e di filtri tecnologici, in cui tutto diventa virale e sempre meno reale, il cantautore emiliano riesce a cogliere nel segno spingendo l’ascoltatore ad un’accorta riflessione, senza passare per un nostalgico predicatore, bensì come un attento e scrupoloso osservatore dei nostri tempi. In un mondo in cui nessuno si schiera, il Blasco invita a prendere una posizione perché “la verità è che tutti possono sbagliare, devi sapere da che parte stare”.
39. “Come una danza” – Raf Tozzi
Un pianoforte introduce il duetto che segna l’inizio del nuovo sodalizio artistico tra Raf e Umberto Tozzi, un pezzo che ti entra subito in testa, ma in punta di piedi, per poi esplodere sul finale in un corale slogan a favore dell’amore, nobile sentimento per antonomasia sempre più bistrattato e dimenticato da coloro i quali si arrogano, oggi, il ruolo di fabbricanti di canzoni. Un brano che ci riconsegna due baluardi della canzone d’autore, capaci di dispensare messaggi importanti anche attraverso la leggerezza di sonorità pop sempre attuali e contemporanee.
38. “Quando ho incontrato te” – Cosmo
Sonorità minimali che sfociano in un inciso arioso e canticchiabile per Cosmo, che manifesta tutta la sua crescita artistica in un brano che mescola i principi del cantautorato ai dogmi dell’elettronica. Una poetica surreale che descrive il mondo colorandolo di emozioni senza tempo, perché racconta cose semplici come la famiglia e i sentimenti che non passeranno mai di moda. Se Lucio Battisti e Franco Battiato avessero scritto qualcosa insieme, avrebbero dato vita a questa canzone, un inno alla vita senza filtri e senza schemi.
37. “Universale” – Benji e Fede
Superano a pieni voti l’esame di maturità Benji e Fede, che mettono a segno un ulteriore convincente tassello nel loro percorso discografico. Per il duo modenese è arrivato il momento di mettere in mostra la propria crescita, cantando con convinzione l’universalità dei sentimenti, perché la parola amore può assumere diverse sfumature e abbracciare rapporti a qualsiasi età, senza distinzioni di sesso o razza. Un testo importante firmato insieme a Tony Maiello, Piero Romitelli, Epicoco e Nicolò Restaini.
36. “Finalmente” – Federica Abbate
Federica Abbate sa scrivere, questo è fuori da ogni tipo di discussione. In questo pezzo cresce anche come cantante, affinando sia la comunicazione che l’interpretazione, sempre molto introspettiva e profonda. Il testo descrive appieno la sua personalità, la complessità e la bellezza custodite da una ragazza di 27 anni, tra paranoie e voglia di leggerezza che, finalmente, riesce a gridare la propria voglia di indipendenza, attraverso un’importante presa di coscienza. Buona la produzione di Takagi e Ketra, il brano resta e si lascia ricordare.
35. “Sopra” – Gazzelle
L’ascolti la prima volta e già te ne innamori, succede con questa bella proposta di Gazzelle, uno di quei pezzi in grado di trascinarti in un turbinio di pensieri e di ricordi, scavando negli angoli più reconditi del nostro animo. La formula? Una melodia apparentemente leggera e spensierata a disposizione di un testo malinconico, introspettivo quanto basta. Tristezza: una parola che ci spaventa ma che, se ci pensiamo bene, rappresenta una costante della nostra vita, con cui dobbiamo cercare di convivere o, se proprio non ci riusciamo, di metabolizzarla anche attraverso una canzone.
34. “Babilonia” – Loredana Bertè
Tra i dubbi e i misteri che caratterizzano l’attuale scenario musicale, una cosa è certa: Loredana Bertè è da considerarsi un’autentica creatura leggendaria, metà leonessa e metà araba fenice, rinata dalle proprie ceneri per tornare a ruggire più forte di prima. Nonostante l’esclusione al Festival di Sanremo 2018, proprio con questo brano, la rocker ha tirato fuori la propria tempra da combattente mediante una trascinante interpretazione. Quello che sembrava ormai un fuoco quasi spento, ha ripreso a divampare alimentando la propria carismatica fiamma.
33. “La fine del mondo” – Anastasio
Tira fuori tutta la sua “cazzimma” Marco Anastasio, vincitore della dodicesima edizione italiana di X Factor, grazie alla carica di un brano stilisticamente potente, impreziosito dalla sapiente produzione di Don Joe, che ha valorizzato la versione originale senza snaturarne il senso e la resa emotiva. La rivoluzione interiore dell’artista trova sfogo attraverso una grande forza comunicativa, precisa ed eloquente, tenace e tangibile, a tratti sorprendente se si considera la sua giovanissima età.
32. “Una foto di me e di te” – Marco Carta
A un anno e mezzo di distanza dalla pubblicazione suo ultimo album in studio, Marco Carta torna a farsi sentire e lo fa con un gran bel pezzo firmato da Raige e Davide Simonetta, due tra i nostri migliori songwriter. Una canzone autobiografica, quantomai ispirata, che racconta il vissuto del cantante sardo con un tocco di poesia, il tutto impreziosito da un’interpretazione profonda e sentita. Una lettera intensa carica di intenti, ricordi e gesti incompiuti, tra tenerezza e introspezione, perché l’amore va oltre ogni forma di discriminazione e di ignoranza.
31. “Il viaggio dei pensieri” – Simonetta Spiri
Confluire la sofferenza in un fiume in piena di parole e note, razionalizzare il dolore e tramutarlo in arte, questa l’impresa di Simonetta Spiri: trasformare attimi struggenti in una ritrovata consapevolezza, arrivando a toccare l’animo e la sensibilità di qualsivoglia tipo di ascoltatore. Un omaggio, una dedica, una preghiera, una poesia che racconta di un amore infinito, con un linguaggio universale che solo l’eternità di certi sentimenti può rappresentare, un grido che squarcia il cielo e arriva lassù, fino agli angeli.
30. “Complici” – Enrico Nigiotti e Gianna Nannini
Duetto importante per Enrico Nigiotti che, in questa canzone, collabora con un mito del calibro di Gianna Nannini. La chitarra acustica iniziale si fonde con gli archi tipici delle molteplici produzioni di nanniniana memoria, esplodendo in un inciso trascinante e in netto contrasto con il flow delle strofe discorsive, quasi sussurrate, che delineano il tratto distintivo dell’intero pezzo. I due artisti toscani riescono ad incastrare le loro rispettive personalità, restituendoci un’atmosfera positiva, intima, coinvolgente, familiare e genuina, proprio come una bella chiacchierata tra amici.
29. “Inciampando dentro un’anima” – Valerio Scanu
Ennesima intensa interpretazione per Valerio Scanu, che festeggia i suoi primi dieci anni di carriera con questo singolo composto nuovamente per lui da Pierdavide Carone. Un’onirica dichiarazione di buoni propositi, al tempo stesso concreta e positiva, proprio come il significato custodito all’interno di un messaggio universale, che rivela i tratti somatici della nostra esistenza fatta di incontri casuali e appuntamenti col destino, di anime gemelle e anime solitarie, di seduzione e di abbandono, di realtà e fantasia, di musica e poesia.
28. “Risparmio un sogno” – Bianca Atzei
Prendete Bianca Atzei (fatto?), toglietele da dosso il tocco di Kekko dei Modà e fatele cantare una canzone di un artista diverso (fatto??), magari uno dei cantautori più interessanti tra le nuove leve, che ne so, ad esempio Ultimo, sì lui potrebbe andare (fatto???). Il risultato sarà piacevole come una fresca fetta di anguria sulla spiaggia, un brano che commuove regalando spunti di riflessione, al punto da chiedersi come mai non sia stata proposta a Sanremo, piuttosto che finire a fare da colonna sonora al filmino delle vacanze di Santorini.
27. “Terremoto” – Tony Maiello
Ballad intima e introspettiva per Tony Maiello, che riflette sulle difficoltà e le delusioni che, senza fare sconti a nessuno, fanno parte del grande gioco della vita di ognuno di noi. Quante volte ci siamo persi, altrettante ci siamo ritrovati, forgiati dall’esperienza e da errori che difficilmente commetteremo ancora. O forse sì. Proprio come la terra sotto in nostri piedi, a volte crolliamo, ma ripartiamo sempre dalle nostre fondamenta per ricostruire un’esistenza più solida e matura. Non è facile ma, alla lunga, diventa molto più istintivo arginare ostacoli e farsi scivolare di dosso determinate spiacevoli situazioni.
26. “Almeno pensami” – Ron
La suggestione di sentire un brano firmato da Lucio Dalla c’è, ma è inversamente proporzionale all’emozione e dall’interpretazione di Ron, uno dei più completi artisti italiani di sempre. Un testo che racconta di un amore non corrisposto, quasi platonico, in un modo schietto ma al tempo stesso intimo, come solo la penna di Lucio ha dimostrato più volte di saper fare. Una canzone che ha nobilitato la passata edizione del Festival di Sanremo, classificatasi al quarto posto, ma prima tra le emozioni e nel cuore di molti.
25. “Camilla” – Hale
Non è facile affrontare certe tematiche attuali e brutali come il femminicidio, ci prova e ci riesce Pasquale Battista, in arte Hale, giovanissima promessa del nuovo cantautorato italiano. Un testo che descrive un triste spaccato della nostra società che fa molto riflettere, in cui una vittima, paradossalmente, finisce per essere considerata colpevole dal pregiudizio della gente. Una problematica affrontata con estrema delicatezza, con convinzione e una minuziosa cura delle parole, un po’ come facevano una volta i grandi poeti della canzone d’autore.
24. “Nina è brava” – La Zero
E’ un’artista poliedrica Manuela Zero, meglio conosciuta con lo pseudonimo di La Zero, cantautrice selezionata tra i ventiquattro talenti emergenti di Sanremo Giovani con un pezzo che affronta la delicata tematica della condizione minorile in carcere. Un brano intenso ed emozionante, dalla struttura teatrale e non convenzionale che mescola il canto alla recitazione, firmato insieme a Francesco Morettini, Emiliano Palmieri, Luca Angelosanti e Giorgia Facchini. Chi non si emoziona ascoltando le parole di questa canzone, non può essere considerato a tutti gli effetti un essere umano.
23. “Stiamo tutti bene” – Mirkoeilcane
Secondo classificato tra le Nuove Proposte di Sanremo 2018 Mirkoeilcane, con un brano impegnato che smuove coscienze per arrivare a più persone possibili. Un tema importante, più che mai attuale, raccontato attraverso gli occhi di un bambino migrante. Il cantautore romano racconta una storia e lo fa in maniera adulta e coscienziosa, senza sfociare neanche lontanamente nelle insidie della retorica, un’impresa certamente non facile quando si affronta una così delicata tematica sociale, perché si corre il rischio di commettere una “poviata”.
22. “Caramelle” – Pierdavide Carone e Dear Jack
Ci sono canzoni che definirle tali è estremamente riduttivo, è proprio il caso del singolo composto da Pierdavide Carone inciso insieme ai Dear Jack. Il testo racconta la storia di Marco e Marika, rispettivamente di dieci e quindici anni, due giovanissimi che entrano in contatto con la crudezza e il marcio della vita. Versi che descrivono uno spaccato terribile e purtroppo attuale della nostra società, affrontando in punta di piedi il tema delicato e drammatico della pedofilia. Una canzone che fa bene al cuore di tutti e, proprio per questa ragione, supererà la prova del tempo, il riconoscimento più importante per qualsiasi opera musicale.
21. “Ti insegnerò a volare” – Roberto Vecchioni e Francesco Guccini
C’è qualcosa di estremamente trascinante ed incredibilmente magico nella poetica di Roberto Vecchioni, sempre carica di pathos, che riesce ancora una volta a realizzare un’affascinante e travolgente traversata nei sentimenti, quelli che non smetteresti mai di ascoltare e provare. Un brano che si avvale dell’amichevole partecipazione di un altro patriarca del cantautorato italiano: Francesco Guccini. I due artisti si stringono in unico e corale invito a riprendere in mano la propria esistenza, in un coinvolgente inno alla vita.
20. “Imparare ad amarsi” – Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico
Una canzone matura e consapevole, che si incastra alla perfezione nel vasto repertorio di Ornella Vanoni, una grande interprete che ha sempre dato voce ad alcuni degli autori più importanti della scena musicale nazionale e che, in questa occasione, ha deciso di dare spazio a Bungaro e Pacifico portandoli con sè sul palco dell’Ariston. Un testo vissuto, che racconta l’amore sotto la lente d’ingrandimento delle forti emozioni, fino ad arrivare alla conclusione che l’unico sentimento eterno, in fondo, è il perdono.
19. “Un altro giorno sulla terra” – Dolcenera
Ed è subito Brasile per Dolcenera che torna a contaminare la propria musica elettronica con sfumature urbane prese in prestito dai “peggiori bar” della periferia di San Paolo. Nel corso della sua poliedrica carriera, l’artista salentina ha sperimentato restando sempre fedele alla propria arte, con la solita disinvoltura che contraddistingue ogni suo gradito ritorno. Originale ed istrionica, la cantautrice non smette di stupire e regalarci sonorità innovative grazie ad un arrangiamento che, molto semplicemente, è da ritenersi pura avanguardia musicale.
18. “Adesso” – Diodato e Roy Paci
Brano incisivo e arioso che ci ha restituito la grazia di una delle più interessanti vocalità della nostra attuale riserva naturale di promesse della musicale leggera italiana. Ipnotico e mai banale, Antonio Diodato riesce a risultare contemporaneo pur ispirandosi ai grandi cantautori del passato, mediante un’orchestrazione armonica, fresca e accattivante, impreziosita dalle presenza di un musicista del calibro di Roy Paci. Votato alla riflessione, il brano descrive l’attuale società 2.0 in maniera chiara e diretta.
17. “Chiaro di luna” – Jovanotti
Pochi accordi e un’infinità di parole d’amore per Jovanotti, che rispolvera l’innata capacità di dedicare versi profondi e incisivi alla propria partner, talento che negli anni ha saputo affinare scrivendo alcune delle canzoni d’amore più belle. Grazie al suo arrangiamento essenziale, il brano rappresenta un diamante musicalmente prezioso e di inestimabile valore, il tutto impreziosito da una romantica poetica fanciullesca, da eterno e inguaribile Peter Pan, capace di non risultare mai banale o stucchevole, ma sempre ispirato, profondo e all’altezza della situazione.
16. “In primo piano” – Eros Ramazzotti
Eros Ramazzotti sta alle ballad come il cacio sta sui maccheroni, questa in matematica si chiama proporzione, mentre in musica prende il nome di poesia. Composto per lui dall’amico Jovanotti, il pezzo racconta di un amore vissuto a distanza, lontano ma al tempo stesso vicino, tanto da passare “dall’orizzonte al primo piano”. Tra le righe del testo emerge la potenza del pensiero, capace di abbattere ogni barriera o pensiero negativo, di rendere realtà la fantasia e di assaporare ogni giorno un’emozione nuova.
15. “La felicità” – Maldestro
“Affidarsi al dolore per ritrovare la gioia” questo il mantra musicale di Maldestro, che racconta il suo vissuto con scioltezza, mettendosi a nudo e mostrando le proprie fragilità, senza mai stancare o risultare noioso, perché la verità non conosce regole e l’istinto rappresenta il carburante che alimenta il motore della nostra coscienza. Il cantautore campano riesce nel complicato intento di fotografare, sviscerare ed esorcizzare il malessere, in maniera poeticamente spontanea e quantomai sublime.
14. “Il mondo prima di te” – Annalisa
Bella prova di maturità per Annalisa, bella e brava cantante savonese che torna al Festival per la quarta volta con un brano che parla della rinascita dopo la conclusione di una storia d’amore. Un testo che guarda con ottimismo al futuro, con un occhio rivolto al passato, mentre dal punto di vista sonoro il brano rappresenta un giusto compromesso tra le sue precedenti produzioni e l’attuale desiderio di diversificazione. Riscopre se stessa, senza fronzoli e si mostra matura e, al tempo stesso, rigogliosa di una ritrovata identità, sinonimo di un cambiamento e di scelte di vita personali che, da sempre, combaciano con quelle artistiche.
13. “Bella e rovinata” – Irama
Non utilizza programmi di fotoritocco Irama, per raccontare una storia d’amore intensa e reale, vissuta in maniera fugace ma, al tempo stesso, tangibile. Il testo racconta uno spaccato di giovinezza, quella autentica che descrive fedelmente le fragilità del periodo post adolescenziale. La difficoltà di chi riconosce di essere “abituato a rialzasi a furia di cadere”, che si ritrova a condividere le proprie insicurezze con una ragazza a lui affine, abbandonandosi “prima ad una chiacchierata e poi all’amore in autostrada”. Così, tra “la notte con i sedili giù e con un’alba in più”, il tempo si ferma e cinque minuti diventano ore.
12. “Trova un modo” – Alessandra Amoroso
Tra i segreti del decennale successo di Alessandra Amoroso vi è, senza ombra di dubbio, l’innata capacità di cucirsi addosso con cura il proprio repertorio, di canzone in canzone, emozione dopo emozione. Ne rappresenta un esempio lampante questo brano composto a quattro mani da Roberto Casalino e Dario Faini, una ballad che prende forma e sostanza in un crescendo strumentale, spinto dalla ritmica di un inciso facilmente riconoscibile. Un pezzo che nasce dalla necessità di non lasciarsi contaminare da logiche di mercato, una mossa che si rivelerà vincente per i prossimi giorni, mesi e anni.
11. “Questa nostra stupida canzone d’amore” – Thegiornalisti
Una ballata intensa e radiofonicamente impeccabile, che rappresenta un punto di svolta per la carriera dei Thegiornalisti, una canzone che sviscera il nobile sentimento attraverso parole dirette e, al tempo stesso, travolgenti. Un brano che riporta alle cronache una delle realtà discografiche più interessanti degli ultimi anni, non più una sorpresa ma una certezza dello scenario musicale italiano. Tommaso Paradiso e compagni riescono nell’intento di risultare credibili anche lontano dalla loro zona di comfort balneare rappresentata dai tormentoni estivi.
10. “Solo è solo una parola” – Tiziano Ferro
Non delude nemmeno il quinto estratto de “Il mestiere della vita”, l’ultimo valido progetto discografico di Tiziano Ferro, Sono lontani i tempi delle “sere nere”, quando l’amore faceva male da morire ed era inutile farneticare, la gioia e il dolore avevano lo stesso sapore e l’unica autodifesa era ripetere a oltranza che la paura, in fondo, non esisteva. Con l’età della maturità il cantautore ha scoperto una nuova consapevolezza e affrontato i propri fantasmi, fino a sfidare e vincere il timore di restare da solo, imparando a convivere con la solitudine.
9. “Il coraggio di andare” – Laura Pausini e Biagio Antonacci
Il prolifico sodalizio tra Laura Pausini e Biagio Antonacci è sancito da questo inedito duetto sulle note del brano composto dall’interprete romagnola insieme a Tony Maiello, Sabatino Salvati, Enrico “Kikko” Palmosi e Marco Rettani. Un inno di chi non si arrende e con tenacia non molla, perché non dobbiamo mai aver paura di cominciare tutto da capo, anche quando ci ritroviamo a fare i conti con gli anni e i ricordi si fanno sempre più stretti, bisogna trovare la forza per rialzarsi, allacciarsi le scarpe e ripartire da zero.
8. “Non mi avete fatto niente” – Ermal Meta e Fabrizio Moro
Un brano importante che ha consegnato ad Ermal Meta e Fabrizio Moro la vittoria della 68esmima edizione del Festival di Sanremo, a dimostrazione che il testo che rischia di più è sempre quello più genuino e, di conseguenza, il migliore. Rischiavano la “paraculata”, ma sono riusciti a mettere in musica una triste realtà di questa nostra epoca, come solo due attenti narratori sanno fare. Non c’è retorica, non c’è “abuso indebito del tema”, ma solo la verità e la forza di un pensiero comune che appartiene al cuore di molti.
7. “Sale, amore e vento” – Tiromancino
Sonorità malinconiche e senza tempo che non seguono diktat discografici dettati dalla moda di un momento, questo il tappeto musicale che accompagna questo inedito dei Tiromancino, un’autentica perla di rara bellezza che evoca suggestioni cinematografiche di felliniana memoria, velatamente latineggianti, il tutto impreziosito dalla voce suadente del leader Federico Zampaglione, solito a questo tipo di intense interpretazioni. Poetica e phatos vanno a braccetto in un’unica direzione, quella dei sentimenti più romantici e fuori da ogni collocazione temporale, perché autentici e fedeli a qualsiasi epoca.
6. “Mi parli piano” – Emma
Un brano che si incastra alla perfezione tra le corde vocali di Emma che, dopo tanto sperimentare, decide di farsi una bella vacanza nella sua zona di comfort. Una canzone che arriva come una manna dal cielo in un’epoca dove cantare di pene d’amore sembra essere fuori moda, che piace perché è autentica, dall’animo onesto e melodico. Il tema dell’incomunicabilità trattato con i guanti, da due solide realtà autorali come Roberto Casalino e Davide Simonetta, cantato magistralmente dalla grintosa interprete salentina.
5. “Volevo scriverti da tanto” – Mina
Un testo credibile, a tratti sussurrato e non urlato, come in alcune delle sue ultime produzioni, Mina regala un’interpretazione eccelsa al brano che evoca alcune delle sue migliori ballate anni ’70, grazie ad un arrangiamento raffinato e scarno, che esplode sul finale nel graffio rock di una chitarra elettrica. Una canzone d’altri tempi che dimostra come certe voci autentiche e certe sonorità struggenti possano essere considerate ancora contemporanee ai giorni nostri, suscitando incanto e commozione in maniera trasversale.
4. “Nessuno vuole essere Robin” – Cesare Cremonini
Bologna e Gotham City non sono mai state così vicine, un gemellaggio voluto fortemente da Cesare Cremonini che confeziona una ballad introspettiva e suggestiva, impreziosita da uno dei testi più belli e profondi scritti dall’artista. L’incoerenza dell’essere umano riversa nell’attuale momento storico in cui viviamo, con questo attento sguardo sulla società e sulla digitalizzazione che ha reso le persone più distanti e, di conseguenza, sempre più sole. Musica suonata al servizio di un testo intimo e pragmatico, fonte d’ispirazione per un auspicabile risveglio delle nostre coscienze.
3. “Hola (I Say)” – Marco Mengoni e Tom Walker
Dopo aver sperimentato e giocato con nuovi sound, per Marco Mengoni è arrivato il momento di consolidare il suo status di artista di punta della nuova scena italiana, per farlo ha scelto un brano immediato ma, allo stesso tempo, stiloso e melodicamente riconoscibile sin dal primo ascolto. Un caleidoscopio di sonorità impreziosito dal duetto con il talentuoso cantautore scozzese Tom Walker, due vocalità timbricamente differenti che viaggiano all’unisono in un’unica sorprendente e ispirata direzione.
2. “Il ballo delle incertezze” – Ultimo
Manifesto plurigenerazionale per la consacrazione di Niccolò Morriconi, alias Ultimo, vincitore della sezione Nuove Proposte di Sanremo 2018. Diventato un fenomeno senza un particolare ausilio dei media e senza aver preso parte ad alcun talent show, il successo del giovane cantautore romano è da attribuire alla forza del proprio linguaggio e alla capacità di realizzare una musica adulta in grado di essere compresa dai millennials. Niente male per un ventunenne che, nel giro di pochissimi mesi, ha scalato le classifiche e centrato le preferenze di un pubblico estremamente trasversale.
1. “Torna a casa” – Måneskin
Fanno breccia nel nostro animo i Måneskin, che giocano il jolly della carta-ballad per il singolo che accompagna l’uscita del loro disco d’esordio, una gradevole sorpresa. Senza tralasciare l’innata energia e il loro inconfondibile carisma, Damiano, Victoria, Ethan e Thomas mescolano poesia e pathos in una ballata rock sospesa a metà tra grinta e introspezione. L’avanguardia e il cuore si fanno sentire, tra rispetto della tradizione e fame di innovazione, tra forma e sostanza. A loro spetta l’arduo compito di portare alta la bandiera del talento e abbattere il muro del non-suono restituendo valore e potenza al contenuto.
Nico Donvito
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