venerdì 22 Novembre 2024

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“Un’altra estate”, Diodato e il valore terapeutico di una bella canzone – RECENSIONE

L’analisi sull’ultimo singolo del cantautore pugliese che, dopo “Fai rumore“, pubblica un altro brano giusto al momento giusto

Tra gli anti-tormentoni che hanno accompagnato questi lunghi e inediti mesi, troviamo “Un’altra estate” di Diodato (qui la nostra ultima intervista), composto durante il lockdown dalla necessità di creare nuova musica, di rendere più attuale possibile il proprio messaggio, restituendo senso e valore a ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, sia fuori che dentro ciascuno di noi.

Reduce dal trionfo sanremese, il cantautore pugliese ha deciso di tirar fuori dal proprio cilindro un nuovo brano, non contenuto all’interno del suo ultimo lavoro Che vita meravigliosa, stravolgendo quelli che erano probabilmente i suoi piani, quindi l’uscita come singolo di “Ciao, ci vediamo”, candidato numero uno per la stagione estiva.

Passati tutti questi mesi, possiamo considerarla una scommessa vinta, soprattutto se analizziamo l’andazzo generale, l’ingente quantitativo di progetti che non hanno subito alcuna revisione e sono stati pubblicati come se nulla fosse, come se tra il 2019 e il 2020 non vi siano differenze. Certo, per alcuni può essere stato pure così, a causa di un incomprensibile ma umano tentativo di rimozione.

Diodato ci ricorda quanto è bella la vita, quanto è necessario tornare a restituire valore ad ogni singolo aspetto della nostra esistenza, perché l’estate è uno stato d’animo, la metafora della nostra rinascita, dopo il buio dell’inverno e l’immobile primavera che abbiamo vissuto, chi più e chi meno da vicino. “E ce ne andiamo al mare, chissà che effetto fa, vediamo se questo tempo ci rincuora, se questa estate ci consola” recita l’arioso ritornello.

Strumenti acustici e sonorità analogiche fanno da tappeto a Un’altra estate, un brano semplice e sincero, che descrive per filo e per segno questa stagione ancora prima di averla vissuta. Dopo averci invitato ad abbattere le barriere dell’incomunicabilità con Fai rumore, il cantautore continua questo viaggio introspettivo attraverso la ricerca della pace, quella interiore, quella più difficile da calibrare.

“Nuoteremo con il cuore in gola fino all’orizzonte, perché in fondo noi in quell’orizzonte ci crediamo ancora” canta Diodato, portandoci a riscoprire il valore terapeutico di una bella canzone. Uscire in estate con un brano dal senso così profondo poteva sembrare un azzardo, invece sottolinea la grandezza di un artista che finalmente sta ricevendo la giusta e meritata attenzione. Chapeau.

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Un’altra estate | Video

Un’altra estate | Testo

Lo vedi? Arriva un’altra estate
lo so, non ci credevi più
che è stato buio l’inverno, troppo duro, un inferno
è così immobile la primavera

Ma tu ora dove sei?
dimmi dove sei
che oggi ti porto via

E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa
(chissà che effetto fa)
vediamo se questo tempo ci rincuora
se questa estate ci consola

Lo vedi, amico? Arriva un’altra estate
e ormai chi ci credeva più
che è stato duro l’inferno ma non scaldava l’inverno
hai pianto troppo questa primavera

Ma tu ora dove sei?
dimmi dove sei
che oggi se vuoi ti porto via

E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa
(chissà che effetto fa)
vediamo se questo tempo ci rincuora
se questa estate ci consola

E nuoteremo con il cuore
in gola fino all’orizzonte
perché in fondo noi
in quell’orizzonte ci crediamo ancora
ci crediamo ancora
tu ci credi?
Io ci credo ancora

E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa
(lo vedi? Arriva una tempesta)
e ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa
(che poi magari ci consola)

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.