Un disco di duetti estremamente convincente, riuscito dalla prima all’ultima nota, che attraversa le generazioni e spazia tra generi musicali diversi
“C’era una volta…”, e per fortuna c’è ancora, una musica in grado di emozionarci e teletrasportarci nei più reconditi sentieri inesplorati della nostra infanzia. Chi meglio di Cristina D’Avena può mettersi alla guida di questa incantevole macchina del tempo? Una vera e propria carovana dei sogni con a bordo sedici passeggeri, rinomati big ed interessanti nuove leve della scena musicale italiana, ospiti d’eccezione che non potevano di certo mancare all’appello per questo battesimo pop della regina dei cartoni animati (come da lei stessa anticipato in una nostra recente intervista). Un progetto impreziosito dal genio di J-Ax, dall’esplosiva spontaneità di Giusy Ferreri, dall’intima armonia di Francesca Michielin, dall’energia senza filtri di Loredana Bertè, dall’effervescenza radiofonica di Baby K, dalla vellutata voce di Arisa, dalla stilosa interpretazione di Annalisa, dalla grintosa geninuità di Emma, dalla garbata purezza di Michele Bravi, dalla sagace irriverenza di Elio, dal ritmo urbano dei La Rua, dalla coinvolgente intensità di Noemi, dalla freschezza di Benji e Fede, dalla nobiltà vocale di Chiara, dal tocco cantautorale di Ermal Meta e dalla convincente naturalezza di Alessio Bernabei. “C’era una volta…”, ci siamo detti, uno di quei generi musicali senza tempo, riletto in chiave contemporanea assieme ad alcuni artisti di punta della nostra attuale discografia (come da noi stessi anticipato in una accurata guida all’ascolto). Questo e molto altro ancora è “Duets – Tutti cantano Cristina”, un progetto tanto semplice quanto ambizioso, che celebra i trentacinque anni di carriera di una delle icone più amate dal pubblico. Sigle rivisitate e trasformate in canzoni fatte e finite, tutte potenzialmente dei singoli, evergreen dotati di un’anima che spalancano i cassetti della nostra memoria.
L’ascolto del disco ha inizio con la storica “Pollon, Pollon combina guai”, impreziosita dalle barre di mister J-Ax che fungono da intro e da outro di un brano intramontabile pubblicato nel lontano 1982, arricchito da un arrangiamento fedele all’originale ma al tempo stesso al passo coi tempi (con accenni di reggaeton) prodotto da Roofio dei Two Fingerz. “Sulla cima dell’Olimpo c’è una magica città ma in terra ad essere adorate sono le celebrità, qua la gente cambia gusti cerca una faccia nuova, ma le sigle dei cartoni non passano mai di moda ed i rapper fanno i duri però è solo recitare, come Poseidone dio del mare che non sa nuotare, io invece ammetto di essere cresciuto con Bim bum bam e faccio il pezzo con Cristina perché sono ancora un fan!”. Che dire? Bella Zio!
Da un novello papà passiamo direttamente alla neo mamma Giusy Ferreri, che rende vocalmente giustizia a quella che possiamo considerare un po’ come la chicca di questo album, ovvero “Naná supergirl”, la sigla meno popolare tra la moltitudine di hit presenti in scaletta. Una scelta azzeccata, con l’interprete lombarda che si mostra in tutto il suo splendore, perfettamente a suo agio con la melodia e in sintonia completa con Cristina, insieme giocano e si scambiano i versi di un pezzo ricco di sfumature ritmiche e melodiche, composto per la parte musicale (esattamente come la traccia precedente) da Piero Cassano, noto chitarrista e fondatore dei Matia Bazar. Una scoperta per molti, una conferma per altri. Decisamente un bel sentire.
Accenni di disco music e di elettronica per l’inciso di “Parimpampum”, sigla del 1985 meglio nota con il titolo dell’omonimo cartone “L’incantevole Creamy”, scritta a quattro mani da Alessandra Valeri Manera e Giordano Bruno Martelli. Esperimento riuscito grazie ad un arrangiamento che rappresenta il giusto compromesso tra sonorità del passato e quelle del presente, con una Cristina in grande spolvero che dimostra tutta la sua maturità e consapevolezza artistica. Prova superata anche per la giovanissima Francesca Michielin, che riesce a donare nuova linfa vitale ad un pezzo che tutti cantano e conoscono, senza alcuna esitazione e nessun grado di separazione.
Standing ovation per “Occhi di gatto”, resa unica dalla grintosa interpretazione più rock che mai di Loredana Bertè. Quella che sulla carta poteva sembrare un po’ come la strana coppia del disco, prende forma e sostanza in un duetto esplosivo. Durante l’ascolto si sente con prepotenza quanto la Bertè si sia piacevolmente divertita incidendo il pezzo e questa, permettetemelo, è davvero la sorpresa più bella di tutto il progetto, che personalmente mi ha profondamente toccato. Da appassionato ascoltatore del repertorio di Loredana e attento osservatore della sua turbolenta esistenza, posso affermare con convinzione di non sentirla eseguire un pezzo con così tanto splendore dai tempi di “Traslocando” e “Carioca”, due dei suoi migliori lavori. Un gioiello, musicalmente e umanamente parlando.
Non mi ha per niente convinto, invece, la nuova veste affibbiata a “Kiss me Licia”, uno dei cavalli di battaglia più famosi di Cristina, riletto con la rapper e hit-maker del momento Baby K, regina incontrastata della scena hip hop italiana (forse perché l’unica), cintura nera di tormentone e campionessa nazionale di view su YouTube. Pur riconoscendo il valore e l’intuizione commerciale di questa collaborazione, il mio gusto personale mi porta a preferire maggiormente la versione originale e, udite udite, persino l’intero e discutibile repertorio dei Bee Hive.
Elegante, anzi elegantissimo, il nuovo abito cucito addosso a “Magica, magica Emi”, che si trasforma in una fiabesca e disneyana ballad, suggellata dalla soffice interpretazione di Arisa, una delle migliori voci femminile italiane, in grado di unire un’elevatissima tecnica alla capacità di emozionare, fattore per nulla scontato. Il risultato di questo duetto è soddisfacente, quasi al limite dello stupefacente, una canzone interpretata in maniera così intensa e spontanea da ambo le parti, al punto da sembrare più una versione dal vivo che confezionata in studio. Sicuramente tra i pezzi più di classe dell’intero disco.
L’ascolto continua a ritmo incessante con “Mila e Shiro due cuori nella pallavolo”, interpretata insieme alla bravissima Annalisa che, in questa circostanza, subisce un po’ il peso della canzone, forse non proprio adattissimo alle sue corde. Lei bravissima, la canzone stupenda, ma i due corpi insieme non interagiscono secondo il terzo principio della dinamica, teoria che la stessa giovane e talentuosa interprete ligure avrà sicuramente approfondito nel conseguire la sua laurea in Fisica. Per dirla in maniera un po’ più semplice, è come se fosse stata diciamo schiacciata dal pezzo e, in riferimento proprio alla pallavolo, direi proprio che il termine “schiacciata” ci sta benissimo.
Si prosegue a suon di rock con “Jem”, una delle canzoni che non poteva non essere inserita in questo progetto, travolta dall’uragano Emma, che è riuscita a donare nuova energia ad un brano che proprio quest’anno compie trent’anni di vita. Una versione che mette in mostra tutta la versatilità di Cristina, che si adatta alle caratteristiche musicali dei suoi ospiti, giocando con ognuno di loro anche su nuovi terreni, quasi più in trasferta che da padrona di casa, tirando fuori tutta la poliedricità che l’ha sempre contraddistinta, dimostrando la propria esperienza, sempre ammesso ci sia davvero ancora qualcosa da dimostrare.
Altro brano che rievoca in me i nostalgici ricordi dei pomeriggi passati sul divano a vedere “Bim bum bam”, è “I Puffi sanno” interpretato in questa occasione in coppia con Michele Bravi, che regala introspezione e profondità ad un testo socialmente importante, che invita al rispetto e alla cura della natura che ci circonda. Ebbene sì: i Puffi sono fondamentalmente ecologisti e hanno molto da insegnare a noi essere umani in termini di impatto ambientale. Uno dei duetti meglio riusciti, che mescola momenti di riflessione alla leggerezza, un po’ il fil rouge dell’intero album. E comunque Michelino che sussurra “puffaffero” ha vinto.
Si aggiudica il titolo di pezzo più divertente del disco “Siamo fatti così”, grazie alla singolare interpretazione fuori dagli schemi di Elio, che con il suo vocione si fa largo nel ritornello con la stessa simpatia dei globuli rossi che colorano e trasportano il nostro sangue. Sigla dell’omonimo e formativo cartone animato del 1987, musicata da Massimiliano Pani, la canzone si auto-inietta una dose di acido ialuronico grazie al moderno arrangiamento dal respiro internazionale curato da Roofio. Il contrasto delle due voci rappresenta la vera carta vincente di questo esilarante duetto, che conquista di diritto l’ambito Premio della Critica.
I La Rua sono di certo gli outsider di questo progetto, fortemente voluti da Cristina, hanno saputo donare una nuova pelle a “E’ quasi magia Johnny!”, curando nei minimi particolari l’arrangiamento e arricchendolo di percussioni. Indubbiamente si tratta del pezzo più “suonato” del disco, si sente lo zampino di una vera band, una delle più giovani e promettenti dello scenario italiano. Il brano è rivisitato in chiave urban pop, con un pizzico di folk, ritmato e coinvolgente da renderlo dal punto di vista sonoro il più internazionale di questo progetto.
Si prosegue con una vigorosa sezione di fiati che accompagna l’introduzione della nuova versione di “Una spada per Lady Oscar”, riletta con trasporto in compagnia di Noemi, intensa e coinvolgente fino al midollo. Le due voci si fondono all’unisono e risultano estremamente credibili, al punto da farci quasi rivivere l’intera Rivoluzione francese. Cristina ha scelto accuratamente i suoi ospiti, tutti con caratteristiche diverse ma con in comune un grandissimo e smisurato talento. Non è facile mettersi alla prova con grandi classici appartenenti alla memoria collettiva di tutti, ci sarà stato pure tanto divertimento dietro, ma la professionalità di chi ha preso parte a questo progetto và riconosciuta in toto. Chapeau.
E’ il turno di un curioso esperimento generazionale che ha coinvolto i due giovani idoli delle ragazzine Benji e Fede, che non potevano esimersi dall’eseguire “Che campioni Holly e Benji”. Fantasia a parte, il duo modenese porta con sé una manciata di spensierate e fresche sonorità estive, rendendo il pezzo ancora più scanzonato di quanto già fosse nella versione originale. Forse una dimensione più acustica avrebbe regalato al brano maggiore identità, per due artisti che sono considerati il futuro della nostra musica leggera… Chissà, sicuramente rappresentano un’interessante scommessa per la Nazionale Italiana Cantanti, che è sempre un buon punto di partenza, insomma. Il mio pensiero onirico và comunque a Marco Destro, a cui mando un grande abbraccio virtuale.
Sorprende la nuova versione di “Sailor Moon”, eseguita in maniera magistrale da Chiara, che sembra essere venuta al mondo con il solo scopo di incidere questo brano. Le si addice in una maniera così impressionante al punto da farmi pensare che la vittoria di X-Factor e le successiva pubblicazioni dei suoi tre album di inediti, siano stati solo un pretesto per arrivare un giorno a cantare questa canzone, semplicemente perfetta per il suo stile e per le sue corde vocali. Bello l’arrangiamento, soprattutto gli archi che sposano l’elettronica sul finale.
Capitolo Ermal Meta che con “Piccoli problemi di cuore” ha sicuramente fatto la scelta più facile, giocando sul sicuro, selezionando una delle canzoni più pop del repertorio di Cristina, scritta dal Maestro Franco Fasano, autore di grandissimi capolavori italiani (da “Mi manchi” a “Ti lascerò”). Ma in musica nulla è scontato e dopo l’ascolto mi sono dovuto ricredere, perché l’arrangiamento dalla seconda strofa in poi prende una piega elettro-funk decisamente inedita, che stravolge completamente da lì in poi il pezzo, avvicinandosi a piacevoli sonorità che ricordano il miglior Bruno Mars. Se a questo ci aggiungiamo l’eccellente interpretazione di uno dei migliori cantautori del momento, questo basta per poter affermare che si tratta del pezzo che personalmente preferisco di questo lavoro.
Conclude l’ascolto “All’arrembaggio!”, il brano più giovane presente nella tracklist, impreziosito dall’interpretazione del bravo Alessio Bernabei che, dopo ben tre Festival di Sanremo consecutivi, si candida come erede naturale di Giorgio Vanni. La canzone racchiude al suo interno una sorta di lieto fine, quel classico “e vissero tutti felici e contenti”, proprio come nelle migliori favole, e chissà non rappresenti anche un “arrivederci”. In definitiva, “Duets – Tutti cantano Cristina” rappresenta un disco senza tempo, che difficilmente passerà inosservato perché arriva in un momento storico in cui tutti abbiamo bisogno di ritrovare dentro di noi un po’ di serenità, di magia, d’incanto. Perché è vero che “c’era una volta…”, ma se davvero lo vogliamo può esserci ancora!
Nico Donvito
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