venerdì 22 Novembre 2024

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Virginio e la sua musica “se prima aveva un senso adesso è solamente quel che ho”

Virginio Simonelli non è certo un nome nuovo per la musica italiana. I più penseranno a lui ricordandolo come il trionfatore di Amici 10 ma i più attenti sapranno ricollegarlo ad un Festival di Sanremo di ben 10 anni fa o alle esperienze prestigiose da autore affianco di sua maestà Laura Pausini degli ultimi anni. Quello che abbiamo raggiunto telefonicamente per una chiacchierata in occasione dell’uscita del suo ultimo singolo (“Hercules”) è un Virginio cresciuto, più maturo e consapevole con il quale abbiamo tracciato un profilo del suo percorso artistico in questi anni e non solo.

Vorrei partire dall’ultimo capitolo della tua carriera, Hercules, che presenta non poche novità per te: primo brano interamente in inglese, sound che guarda anche al soul, al gospel, al rock e non solo al più tradizionale pop. Cosa rappresenta per te questo brano?

virginio (hercules)<<Hercules ha queste sfumature soul e anche un intermezzo rock nella parte della chitarra elettrica suonata da Corrado Rustici e rappresenta quella parte di me che ho utilizzato di meno nei miei dischi precedenti. Gran parte della produzione del disco nuovo avrà questi suoni ed Herules rappresenta il sunto dei suoni che caratterizzeranno il nuovo progetto. Il fatto di cantarlo in inglese è venuto abbastanza naturale perché il brano l’ho scritto in inglese con due autori americani a New York e poi abbiamo deciso di mantenere il testo così com’era stato scritto senza tradurlo>>.

Andando all’indietro nella tua carriera discografica, l’ultima volta che ti abbiamo sentito era il 2012 con un album dal titolo Ovunque. Che cosa ha fatto Virginio in questi 3 anni e come è cambiato?

<<In questi tre anni ho preso del tempo per fare una ricerca personale per quello che riguarda la mia indole musicale. Non è casuale questo ritorno al soul come non è casuale il viaggio in America, prima a New York e poi a San Francisco, per scrivere e produrre il disco con Corrado Rustici. Mi sono preso del tempo per focalizzare quella che è la mia identità musicale. Nel frattempo ci sono state anche delle belle parentesi come quella di scrivere per e con Laura (ricordiamo che Virginio nel 2013 ha scritto assieme a Laura Pausini i singoli “Limpido” e quella perla di “Dove resto solo io”, due dei tre inediti contenuti nella speciale raccolta “20 – The greatest hits” pubblicata in occasione dei 20 anni di carriera dell’artista romagnola) e con Raf che mi hanno permesso di prendermi questo tempo e di lavorare sulla mia musica>>.

Sono passati appunto tre anni da quando hai pubblicato Ovunque, il tuo terzo album. Se dovessi parlarne adesso come lo descriveresti usando 3 parole?

virginio simonelli (ovunque)<<Faccio fatica a usare tre parole però ti posso dire la sensazione che ho provato poco tempo fa quando l’ho riascoltato. Ci sono dei suoni che ho molto amato e che con il precedente produttore avevamo ricercato e mantenuto in tutto il disco. Sento anche che negli ultimi tre anni la mia vocalità è cambiata e maturata moltissimo acquisendo delle sfumature e delle armoniche differenti. Lo noto sia quando sono dal vivo che quando sono in studio. Poi, la modalità di scrittura evolve con il tempo ma resta anche un po’ la stessa nella sostanza. Anche in questo prossimo disco ci saranno brani che rimandano ad Ovunque come anche brani, come Hercules, che guardano all’estero sia per le sonorità che per la scrittura, forse dovuto anche al fatto che nascono lì>>.

Finalmente, invece, era il tuo secondo album che ti ha consacrato vincitore diAmici 10, dato tanta visibilità e anche regalato un disco d’oro certificando i risultati di vendita davvero ottimi. Come ricordi quel periodo della tua carriera?

Virginio (Finalmente)<<E’ stato un periodo difficile da un certo punto di vista perché sono passato da un semi-anonimato ad una popolarità molto evidente che regala la televisione in questi casi. Ho dovuto imparare a gestire il tutto compresa la mia ricerca artistica perché poi, quando ti trovi in un meccanismo così grande, peccare di superficialità nelle scelte artistiche è facile. Si tende a strizzare l’occhio ad un pubblico sempre maggiore, che per certi versi va bene, ma poi si deve anche avere la possibilità di essere fedele a se stesso mantenendo la propria identità>>.

Tu, però, nasci artisticamente al Festival di Sanremo in gara tra le Nuove Proposte con “Davvero” a soli 21 anni. Oggi che sono passati 10 anni da allora come ti ricordi quell’esperienza ed il palco dell’Ariston?

virginio (virginio)<<Eh, me lo ricordo complicato (ride). Nel senso che mi ricordo una grande tensione. Inizialmente io non volevo partecipare perché mi sembrava tutto troppo prematuro, ed effettivamente in un certo senso era così. Mi sono reso conto che avrei avuto bisogno di più tempo ed, infatti, Amici è arrivato molto dopo. Però è stata la prima esperienza con il grande pubblico in un certo anche traumatica, non lo nascondo. Lì veramente passavo dal completo anonimato, e da tutta una serie di scelte artistiche che fino ad allora avevo fatto solo per me stesso, a scontrarmi con la realtà discografica che non avevo mai vissuto. Nel complesso poi è stata un’esperienza bellissima perché ho conosciuto tanti artisti e persone che hanno iniziato a seguirmi. Anche lo stesso disco era molto ascoltato nel sottobosco musicale dalle persone e mi ha dato molte soddisfazioni>>.

Ricollegandoci proprio a Sanremo, quest’autunno il tuo era uno dei nomi più blasonati per il prossimo Festival. In realtà, a posteriori, è evidente che non sarai in gara tra i big quest’anno ma erano soltanto supposizioni quelle che giravano oppure eri davvero interessato ad una partecipazione?

<<In realtà abbiamo parlato inizialmente con la commissione riguardo ad alcuni brani ma poi abbiamo rinunciato perché il mio disco non era ancora pronto e avremmo dovuto fare tutto di corsa risultando poco coerenti con le scelte fatte finora. Tra le possibilità c’è stata anche quella del Festival di Sanremo ma poi abbiamo scelto diversamente in comune accordo con la commissione>>.

Hai dichiarato più volte di aver voluto prenderti una pausa dalla tv per scrivere e fare una musica più sincera. Qual è, oggi, la tua idea di uomo e artista più maturo sulla dimensione della televisione e dello spettacolo che ruota attorno alla musica?

Trasmissione Amici La Finale

<<Diciamo che ora che ho osservato le dinamiche da diversi punti di vista c’è un grande rischio per chi nasce cantautore, ma anche per gli interpreti tutto sommato. Il cantautore ha una sua identità molto precisa e questo lo rende meno malleabile e meno posizionabile in varie situazioni; mentre l’interprete diventa più flessibile il che lo rende, però, anche più volubile e fragile, parlando sempre in termini discografici. Anche guardando ai telent show, tranne i grandi esempi, molti altri hanno pagato le conseguenze di questo meccanismo, soprattutto nel caso in cui si parli di interpreti. Quello che io cerco sempre di portare avanti con le persone che approcciano a questo mestiere è il fatto di dover scrivere per avere una propria identità ben precisa perché, altrimenti, si è facilmente rimpiazzabili>>.

1° domanda-fan: Com’era Virginio bambino e com’è oggi Virginio uomo?

<<Sotto certi punti di vista non trovo sostanziali differenze se devo essere sincero. Forse ho un po’ più di consapevolezza ma non è mai una consapevolezza veramente adulta: mi rivedo ancora piccolo per certi aspetti e questo lo difendo sempre con grande forza perché è una cosa a cui tengo che secondo me va conservata>>.

In Hercules emergono due lati importantissimi per vivere nella società di oggi. Il primo è quello della forza, della determinazione, del coraggio: che valore hanno per te questi elementi nel mondo contemporaneo?
Virginio-Simonelli-freddo-in-amore<<Lo sono sempre stati ma oggi diventano ancora più complicati da portare avanti ma fondamentali. Complicato perché oggi si rischia di diventare cinici ma è un “principio imprescindibile”, come dice Laura in una canzone che abbiamo scritto insieme. Sono i valori fondamentali per essere coerenti con le proprie idee pur essendo sempre aperti verso un mondo fluido che cambia rispetto al quale sarebbe stupidi non essere pronti al cambiamento>>.

Il secondo tema toccato è quello dell’amore che oggi è una tematica di assoluta centralità non solo nelle canzoni ma anche nel campo sociale. Collegandoci al fatto che proprio oggi molte persone e molti artisti sono in piazza per celebrare l’amore aderendo all’iniziativa #SvegliaItalia, alla quale anche tu hai aderito nella tua pagina ufficiale, che ruolo ha, secondo te, l’amore nella nostra società?

<<E’ l’unico vero valore che ci rimane perché l’unica cosa che non è controllabile, è il nostro spazio libero. Chi riesce a controllare il sentimento dell’amore, secondo me, non sta provando amore. Io non credo che sia normale che una persona oggi debba combattere per dei diritti che il resto del mondo ha già riconosciuto da tempo. La libertà delle persone dovrebbe essere totale per tutti. Quando si parla di “famiglia tradizionale” mi viene un po’ da ridere: io stesso vengo da una famiglia che non rientra negli schemi classici dato che i miei genitori sono separati ma questo non mi impedisce di pensare alla mia come una famiglia. Questo atteggiamento del puntare il dito diventa anche ridicolo per un Paese come il nostro che è estremamente in ritardo verso il mondo che è già andato avanti>>.

2° domanda fan: Sei stato autore per Laura Pausini, Raf, Chiara, Francesca Michielin, Paola e Chiara ma, se tu dovessi tornare interprete per una volta, quale grande firma vorresti scrivesse un brano per te?

<<Mi piace molto la penna di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e di Malika Ayane>>.

E se, invece, tu dovessi dare nuovamente la tua firma ad un brano per una grande voce chi sceglieresti?

<<Forse un’artista per cui non ho scritto ma mi piacerebbe scrivere è Fiorella Mannoia e anche per Malika Ayane. Nell’ambito maschile in realtà ci sono più cantautori quindi diventa meno semplice. Anche per i giovani non mi dispiacerebbe; ci sono tanti artisti giovani che mi piacciono come per esempio Lorenzo Fragola che ha un atteggiamento rivolto all’estero>>.

Ovviamente tantissime sono le domande riguardo al nuovo progetto. C’è chi chiede la data d’uscita, il sound che lo caratterizzerà, dove lo stai producendo, se sarà in inglese o in italiano… Cercando di riassumere al massimo: qualche anticipazione la possiamo dare?

vi2<<(ride). Per la fine dell’anno vorrei che uscisse questo disco, adesso è ancora presto per dare una data precisa. Per quanto riguarda il sound, Hercules rappresenta già qualcosa di nuovo che comunque sarà ripreso anche da altri brani. Ci saranno pezzi sia in italiano che in inglese>>.

3° domanda fan: Qual è l’immagine più bella che porti con te dei tuoi fan?

<<Hanno fatto tante cose in realtà per esempio al mio ultimo compleanno hanno donato dei soldi a mio nome alla scuola di musica dove ho studiato da adolescente. Mi hanno regalato poi un pianoforte. Ma poi, anche il fatto stesso di superare queste attese e continuare a seguirmi per me è un bellissimo regalo>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.