giovedì 21 Novembre 2024

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Solchi, parliamo di “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni

In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.

In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste e che meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.

Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.

Il nostro viaggio parte con Destinazione Paradiso, il primo album di Gianluca Grignani pubblicato nel 1995 dalla Polygram.

Solchi [episodio 01] – “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani

Quando uscì il singolo “La mia storia tra le dita” il giovane Grignani era un fantasma per il pubblico. La canzone (richiestissima) suonava in heavy rotation alla radio ma il suo viso coperto a metà dai lunghi capelli, apparì solo sulla copertina del cd singolo. Da allora, l’uragano Grignani prima travolse l’universo femminile, poi tutto il pubblico, sconvolgendo anche la discografia che di certo, non si aspettava un risultato così impattante.

Grande cantautore, con un gusto per le melodie semplici e i testi poetici e introspettivi, personaggio controverso, dall’atteggiamento essenzialmente rock, vocalmente riconoscibile ma anche un po’ impreciso, contro una marea di ugole perfette, fuori dagli schemi, con “Destinazione Paradiso”, presentata a Sanremo, rinnovo’ il concetto di canzone d’autore italiana, riportando alla ribalta nella generazione dei ‘90 i suoi miti, Battisti su tutti.

Brani come “Falco a metà”, “Primo treno per Marte”, “Una donna così”, oltre le già sopracitate, sfondarono il muro del milione di copie, consacrandolo artista dell’anno e aprendogli un varco anche nel mercato latino. Il periodo era ancora molto florido e il music business si poteva permettere investimenti che oggi con l’avvento del web non sono più nemmeno immaginabili. Eppure più che la casa discografica, il rischio di quel disco se lo prese Grignani, come dichiarato in decine di interviste. Solo dopo il grande boom ebbe più potere decisionale.

Questo tema è importantissimo oggi, dove il concetto di “rischio” viene affidato a una “giuria” di vari personaggi (spesso fuori dal contesto musicale) che attraverso il format tv cercano di costruire carriere. Un altro mondo, quello di Grignani e di chi ha vissuto quel periodo. Negli anni, Gianluca Grignani ha continuato con il rischio, tra folate di vento a suo favore, periodi più statici, tanta musica, apici e dischi meno ispirati. Il mito, perché per me di mito si tratta, dura ancora oggi. E questa sua opera prima resta un disco da a riscoprire.

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Marco Baroni

Marco Baroni nasce a Sassuolo (Mo) il 27 febbraio 1983. Fin dall'infanzia respira musica, prevalentemente influenzata dai vinili del padre, giornalista e appassionato di cantautori. Inizia la sua carriera nel 1999, nel 2007 partecipa al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte con il brano "L'immagine che ho di te". Vanta tre album in studio (l'ultimo "Luoghi comuni" pubblicato nel 2023) e diverse collaborazioni in veste di autore.