Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
rnOgni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “I treni a vapore“, l’album di Fiorella Mannoia pubblicato nel 1992 dalla Sony.
Solchi [episodio 04] – “I treni a vapore” di Fiorella Mannoia
Fiorella Mannoia è indubbiamente tra le più grandi interpreti italiane. La sua voce unica, è stata sempre modellata sulle canzoni, attraverso le canzoni, con le canzoni. Non ci sarebbe Mannoia senza canzoni. Moltissimi i cantautori che le hanno affidato brani che sono diventati successi di pubblico critica e vendite, come le varie reinterpretazioni di tracce già incise.
“I treni a vapore” è una poesia scritta da Ivano Fossati, con la sua visione sempre a metà tra immagini forti e metafore abbaglianti. De Gregori scrive “Tutti cercano qualcosa” che ci porta giù dentro l’abisso dei rapporti umani. Poi arriva “Il cielo d’Irlanda” scritta da Massimo Bubola, ancora oggi un pezzo apprezzato per le atmosfere positive, la musica danzabile e il testo splendido.
Fossati firma inoltre “1991: L’amore per amore”, cupo racconto sul ritorno dell’amore al mondo una volta che questo viene respinto, geniale. Altro grande e bellissimo successo “I venti del cuore” firmata da Bubola e Piero Fabrizi, singolo che ebbe un ottimo AirPlay. Eugenio Finardi scrive “Sull’orlo” nel suo stile/marchio di fabbrica che anche in questo caso viene interpretato magistralmente.
La coppia Enrico Ruggeri-Luigi Schiavone regala “Inevitabilmente: Lettera Dal Carcere”, emozionante racconto di un detenuto. Prima di chiudere questi 38 minuti di splendore con un reprise de “I treni a vapore”, c’è spazio per un adattamento in italiano, “Piccola serenata diurna” originariamente scritta dal cantautore cubano Silvio Rodriguez, l’amore per queste sonorità verrà sempre più a galla attraverso altri dischi con il tempo per Fiorella.
Un piccolo spunto di riflessione, questo album ha più di trent’anni, ogni brano (fatta eccezione di Fossati e Bubola che sono presenti in 2 tracce) è scritto da un autore diverso. E casualmente (assolutamente no) è bellissimo. Avrò sicuramente modo di riparlarne ma…Cosa è successo alla musica italiana da allora ad oggi? Chissà.
Marco Baroni
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