A tu per tu con Giuse The Lizia in occasione dell’uscita del nuovo album “Internet”, fuori per Maciste Dischi a partire dallo scorso 18 ottobre
Tempo di nuova musica per Giuse The Lizia, disponibile sia con la versione fisica (in vinile e in vmusicasetta) che in digitale del nuovo album “Internet”, fuori per Maciste Dischi, distribuito da EMI / Universal Music Italy, da venerdì 18 ottobre.
Un album che racconta tutta la fatica e la bellezza dei vent’anni, quando ancora si sta cercando il proprio posto nel mondo. L’artista ha sperimentato molto a livello di sound, passando dal cantautorato al rap, al pop punk e al funky, dimostrando una grande crescita a livello musicale.
Giuse The Lizia, l’intervista
Come si è sviluppato il processo creativo di questo lavoro?
«Si è sviluppato in circa un annetto e mezzo, un bel periodo in cui abbiamo accumulato tante canzoni in varie fasi. Successivamente le abbiamo lavorate tanto, ci siamo presi il tempo che serviva per fare tutto con la dovuta attenzione. Man mano che siamo andati avanti siamo diventati un po’ più pignoli a livello produttivo e di arrangiamenti. Il risultato sono queste canzoni che parlano di me e delle cose che ho vissuto in questo lasso di tempo. Sono molto fiero per come le ho messe giù, per come sono venute fuori alla fine del lavoro».
Hai raccontato che il titolo dell’album è legato al tema delle relazioni e del mondo digitale. Da quali riflessioni sei stato ispirato e come hai tradotto queste esperienze in musica?
«Dietro il titolo del disco c’era sostanzialmente il pensiero che tutte le cose che racconto si sviluppano con uno sfondo che è sempre uguale, quindi una cornice che non puoi togliere da tutte le esperienze che fai, vale a dire il fatto che viviamo immersi dentro internet. Mi hanno fatto notare un termine un po’ boomer, perché ormai si usa meno, però effettivamente qualsiasi parte della nostra vita, della mia almeno e di chi come me è un nativo digitale, ha a che fare con la rete. Le informazioni ormai si apprendono attraverso questo strumento e molte relazioni nascono proprio da lì. Molti come me non conosco un mondo senza queste interconnessioni e quindi era interessante come parola perché racchiudeva un po’ questo concetto».
La tracklist è impreziosita da due featuring con Centomilacarie e Mecna. Come sono nate queste due collaborazioni e come ti sei trovato con loro?
«Mi sono trovato benissimo con entrambi, sue belle persone stra disponibili. Con Simone è più facile descrivere la collaborazione perché siamo amici e facciamo parte della stessa etichetta. Il rapporto è nato a livello umano, prima che artistico, quindi poi è arrivato tutto in maniera naturale. Con Mecna, invece, non ci conoscevamo. Nel brano “Tonight gospel” ci siamo accorti che ci voleva un featuring e personalmente ho pensato subito a lui che, nel mondo dei rapper, è stato sempre quello diverso per una particolare penna che ha sempre mostrato di avere, per quel suo modo di affrontare determinate tematiche che è molto simile al mio. Per questo motivo ero certo che il nostro sarebbe stato un bell’incontro stilistico».
Per concludere, hai detto che “Internet” racconta una generazione incompresa. Quali messaggi speri di trasmettere ai tuoi coetanei e al pubblico più adulto attraverso queste canzoni?
«Intanto cerco di trasmettere un messaggio di unione, nel senso che non siamo soli nel vivere determinate situazioni. Credo molto nell’immedesimazione, perché i legami che si creano ai concerti o tramite l’ascolto di un disco sono incredibili e raccontano la vita di un singolo, che non è poi così diversa da quella degli altri. Gli stati d’animo che racconto anche in questo disco sono ricorrenti e sintomatici della nostra generazione. Una sensazione che mi piacerebbe trasmette attraverso queste nuove canzoni è maggiore consapevolezza nei gestire i rapporti, provando a trasmettere messaggi che io stesso ho assimilato e imparato sulla mia pelle nel rapportarmi con gli altri e con il prossimo. Insomma, c’è un po’ più di positività e un po’ più di consapevolezza rispetto al passato».
Nico Donvito
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