Si avvicinano gli appuntamenti con Sanremo Giovani 2024, ecco le nostre pagelle dei 24 brani presentati dai semifinalisti del contest volto a selezionare le Nuove Proposte del Festival
Sono stati pubblicati i ventiquattro brani dei semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, a sceglierli è stata la commissione musicale presieduta dal direttore artistico Carlo Conti. Abbiamo ascoltato le proposte e stilato le nostre pagelle, in attesa dei “gironi eliminatori” che andranno in onda in seconda serata su Rai2, e in simulcast su Rai Radio2, il 12, il 19, il 26 novembre e il 3 dicembre, con la finalissima attesa su Rai1 il 18 dicembre, trasmessa in diretta dal Teatro del Casinò di Sanremo.
Ci siamo presi del tempo, qualche giorno e qualche ascolto in più per assimilare al meglio le proposte e stilare al meglio questi giudizi che, naturalmente, tengono conto della versione in studio ed esulano dalla prova live, dove l’interpretazione può sempre riservare sorprese sia in positivo che in negativo. Il livello generale è buono, al punto che siamo curiosi di capire la reazione del pubblico giovane, visto che l’abbassamento della soglia anagrafica mette ancora più in evidenza il target di riferimento, anche se diverse tra queste proposte possono essere tranquillamente apprezzate anche dalle generazioni precedenti. Di seguito le pagelle dei pezzi di Sanremo Giovani 2024.
Sanremo Giovani 2024, le pagelle delle canzoni in gara
Alex Wyse – “Rockstar”
L’ordine alfabetico ci fa partire casualmente dalla proposta più a fuoco, l’unica dotata a tutti gli effetti di un crescendo sonoro-emotivo. Il giovane cantautore lombardo si mette in mostra in una luce diversa, meno ripetitiva rispetto a ciò che già conosciamo di lui e, proprio per questo, il fattore sorpresa penderà dalla sua parte. Scorre del british nelle vene di Alex, che non a caso ha studiato musica in un collage di Cambridge. Questo nelle strofe si sente, mentre il ritornello più aperto rende giustizia alle sue radici italiane, come se James Blunt e Tananai si mettessero a scrivere un pezzo insieme da sbronzi dopo essersi fatti un rewatch della saga di Harry Potter e un relisten di tutta la discografia dei Beatles. Voto 9.
Angelica Bove – “La nostra malinconia”
Il brano migliora sul finale, ma non rende giustizia all’originalità di Angelica, almeno per quello che abbiamo avuto modo di ascoltare con le cover proposte ad X Factor lo scorso anno. Detto onestamente, anche in questo caso, più che un pezzo inedito… sembra di ascoltare una cover. Le sonorità richiamano qualcosa di già sentito da vocalità simili, come da Annalisa o da Chiara Galiazzo una decina di anni fa, o più recentemente da Levante. Quando nasci con una timbrica che può richiamare marcatamente quella di altri artisti, devi tenerti lontano anni luce da certi territori, cercando piuttosto di avvicinarti a un sound che ti valorizzi e che, soprattuto, non riporti alla mente qualcosa di già esistente. Angelica si giocherà tutto con l’interpretazione dal vivo, nella quale dovrà raddrizzare il tiro e spingere a più non posso sul pedale della singolarità. Voto 5.5
Angie – “Scorpione”
E dire che dalla sua partecipazione alla quarta edizione di “Ti lascio una canzone” Angie ne ha fatta di strada. Guizzi interessanti e qualcosa di già sentito anche per lei, che si muove leggiadra tra pop e R&B. Lo special cantato sorprende e spezza la monotonia dell’ascolto, migliorandolo propio sul finale. Voto 6
Arianna Rozzo – “J’adore”
Prima quota partenopea, nonostante il titolo della canzone possa trarre in inganno. A parte il miscuglio di idiomi, il guazzabuglio non è da meno anche per quanto concerne le sonorità, in una specie di tagadà che sembra non avere né capo né coda. Se le canzoni di Sanremo Giovani devono rappresentare in qualche modo un biglietto da visita fedele e riassuntivo del percorso di un novo artista, non si capisce in che direzione si dirige la giovane Arianna: tra parlato e cantato, tra urban ed elettronica… forse c’è troppa roba tutta assieme. Voto 5
Bosnia – “Vengo dal sud”
Restiamo alle pendici del Vesuvio, ma questa volta a trarre in inganno potrebbe essere lo pseudonimo dell’artista più che il titolo. Qui il cocktail è servito con meno ingredienti e il risultato è coerente dall’inizio alla fine, fino a distinguersi da tutte le altre proposte in gara. A prescindere dai gusti, Bosnia si presenta come un artista originale e contemporaneo, figlio del suo tempo. Convince e funziona senza l’ausilio di effetti speciali. Voto 6.5
Ciao sono Vale – “Una nuvola mi copre”
Un racconto introspettivo per un tessuto emotivo importante, abilmente costruito dalla penna e dall’animo di Ciao sono Vale. La cantautrice esorcizza il dolore con sonorità soft afrobeat che fanno da tappeto al racconto di una storia vicina al capolinea. Originale sia nel sound che nelle intenzioni. E il coraggio di osare va sempre premiato. Voto 7
Cosmonauti Borghesi – “Aurora tropicale”
L’ascolto parte che sembra “Freeway” dei Bee Hive, per poi virare verso un mondo meno animato e più reale, ma sempre riconducibile agli anni ’80, del tipo A-ha ed Eighth Wonder, anche se un giro melodico ricorda un passaggio centrale di qualcosa di più recente, vale a dire “Basta!” di L’Aura, proposta proprio a Sanremo nel 2008. Ma l’ispirazione è palesemente del secolo passato, addirittura c’è anche l’assolo di chitarra elettrica sul finale, nostalgico e paraculo al tempo stesso. Insomma, queste operazioni revival non ti fanno mai capire di primo acchito l’intenzione che c’è dietro, ma nel dubbio rimaniamo bassi per schivare i sassi. Voto 6
Dea Culpa – “Nuda“
Arrangiato in salsa contemporanea, “Nuda” è uno di quei pezzi dalla natura senza tempo: una bella canzone, senza girarci troppo intorno. Il sound e l’adattamento del messaggio virano verso la contemporaneità, ma dietro c’è molto di più. Dea Culpa ha talento da vendere e il suo modo di cantare è molto internazionale, il che rende il ritornello accattivante e non una cantilena, come sarebbe potuto essere. In attesa dell’interpretazione live, resta tra i pezzi più efficaci e immediati in concorso. Tradizionale e innovativo al tempo stesso.. Voto 7.5
Giin – “Tornare al mare”
Ha un timbro interessante Giin, ma non regge un pezzo monotono, che non prende mai il volo, nemmeno quando sembra che la pista sia libera e che la torre di controllo abbia dato l’ok per il decollo. In alcuni passaggi, sembra proprio che il brano sia stato cucito addosso per qualcun altro. Non si capisce molto, c’è un po’ troppa confusione. Voto 5
Grelmos – “Flashback”
Da influencer a rapper il passaggio può essere tortuoso, ma il risultato è convincente, contro ogni aspettativa direi. Superato lo scoglio del pregiudizio, Grelmos ci conduce nel suo mondo tormentato fatto di barre affilate come lame. In maniera credibile, rappresenta un mondo e lo fa pure bene. Voto 7
Mazzariello – “Amarsi per lavoro”
L’indie è ancora vivo e lotta insieme a noi. Mazzariello ne rappresenta l’esponente più fresco, credibile e originale. Sceglie il brano giusto per questo tipo di esperienza, portando con sé un pezzetto del suo background, pur tenendo conto del contesto. Come quando stai per andare a casa di qualcuno e prima di passare dalla pasticceria cerchi di sondare con una telefonata i gusti di chi ti ospita per poter prendere il dolce più gradito. Le buone maniere prima di tutto. Voto 7
Mew – “Oh my God”
Spiazza ancora una volta Mew che, dopo aver scelto di lasciare Amici per prendersi cura di sé, torna con un brano centrato nei versi e nelle sonorità, frutto di una marcata evoluzione sia personale che artistica. “Oh my God” ha tutte le carte in regola per diventare virale e funzionare anche al di fuori del palcoscenico di Sanremo Giovani 2024. Noi glielo auguriamo, perché la sua non è solo una bella storia da raccontare, ma anche e soprattutto da ascoltare. Voto 8.5
Moska Drunkard – “Trinacria”
Racconta la sua terra Moska Drunkard, la Sicilia, utilizzando alcuni termini in dialetto con parsimonia ed efficacia. Un omaggio già dal titolo, che richiama il simbolo che rappresenta l’isola sia nelle tradizioni che nello stemma. Potrebbe sembrare assurdo, ma la storia che racconta è la stessa che Marcella Bella raffigurava tra le sue montagne verdi, con tanto di coniglio dal muso nero, ormai più di cinquant’anni fa. A cambiare è il modo di esporre la narrazione, in una veste certamente più contemporanea. Voto 6.5
Nicol – “Come mare”
“Non può piovere per sempre, ma può piovere per settimane” è il mantra di questa bella proposta presentata con trasporto dalla talentuosa Nicol. L’inquietudine si trasforma presto in consapevolezza e da sfogo sul finale, in un canto decisamente liberatorio, personale quanto collettivo. Può crescere ascolto dopo ascolto. Voto 8
Orion – “Diamanti nel fango”
Giovane, ma già con le idee chiare. Partiamo dal fatto che Orion non ricorda prettamente qualcuno a livello vocale, e questo è decisamente un vantaggio. D’altro canto, però, il brano non brilla per originalità, specie nel testo. Apprezzabile il mood scanzonato, specie dopo tutti questi ascolti abbastanza introspettivi, ma per scrivere cose leggere, alla Daniele Silvestri di ieri o alla Fulminacci di oggi per intenderci, ci vuole sicuramente esperienza. Anzi, forse è più difficile convincere con pezzi up che down. Non lascerà il segno con “Diamanti nel fango”, ma siamo certi che risentiremo parlare di lui. Voto 5.5
Questo e Quello – “Bella balla”
Un potenziale tormentone, sulla carta martellante, che mi ha ricordato per attitudine “Sarà la primavera” dei Dual Gang. Se non vi viene subito in mente ciò di cui sto parlando e avete bisogno di googolare, allora sì, avete afferrato il concetto. I Questo e Quello sono bravi, hanno un bel flow e un pezzo orecchiabile tra le mani, ma c’è qualcosa che non va e che francamente non riesco a individuare. C’è un filo sottile che separa una hit da un brano da villaggio turistico e francamente il limite in questo caso è molto labile. Giocheranno a favore o sfavore l’interpretazione dal vivo e l’atteggiamento, compresi gli opinabili passi di danza del video che ci sentiamo vivamente di sconsigliare durante la performance e che lascerei alla riproduzione delle classi di zumba su Tik Tok. Difficile ipotizzare come possa essere recepita questa sorridente e scanzonata proposta, anche se francamente tendo a ipotizzare che non ci possa essere una via di mezzo: o ce la ricorderemo anche tra vent’anni o faremo fatica proprio come per la canzone dei Dual Gang. Voto 6 (di più per ora non me la sento)
Rea – “Cielo aperto”
Proposta strana, diciamo che il ritornello corre in soccorso e salva il pezzo. Cresce ascolto dopo ascolto, ma anche durante, e non è detto che questo sia uno svantaggio, diciamo che Rea se la deve giocare bene con la performance. Ecco l’esempio di un brano costruito ad hoc su misura per un’artista. Difficilmente altri potrebbero interpretarlo. Certo, non lascerà il segno, ma è un buon punto di partenza su cui costruire la propria identità e rimarcare ancora di più in futuro la propria unicità. Voto 6
Sea John – “Se fossi felice”
Forte questo ragazzo, forse la proposta musicale non è all’altezza, ma ci permette di intravedere la purezza di un talento autentico. Scrive e canta bene Sea John, e “Se fossi felice” ci fa un compendio di queste sue evidenti skills, anche se non aggiunge quel guizzo in più che in contesti come questo fanno sempre la differenza. Voto 6.5
Selmi – “Forse per sempre”
Alza l’asticella testuale Selmi che, seppur giovanissimo, sembra essere dotato di una poeticità appartenente a un’altra epoca. Chiamatela sensibilità spiccata e innata, ma questa è la quota che può mettere d’accordo l’intera famiglia, nel solco di un cantautorato contemporaneo, che si rinnova e sa come colpire nel segno. Voto 8
Settembre – “Vertebre”
Discorso molto simile a quello di Angelica Bove. Anche Settembre ha fatto X Factor e ha dimostrato nel suo percorso una certa personalità cantando cover, così come nei precedenti inediti pubblicati. Ecco, se hai una timbrica naturale che in alcune atmosfere tende a ricordare Michele Bravi, che senso ha realizzare una canzone alla Michele Bravi? È una tendenza che non riesco proprio comprendere. La canzone è ben fatta e lui ha talento, il segreto sta semplicemente nel muoversi verso altre direzioni, possibile che chi ha intorno non riesca a rendersene conto? Anche lui se la giocherà comunque con l’interpretazione dal vivo, nella quale dovrà provare a essere il più originale possibile, per non dare reference all’ascoltatore medio che, in un modo veloce come quello di oggi, tende ad etichettarti senza pietà. Conoscendo il talento di Settembre e, considerata la sua giovanissima età, ci auguriamo naturalmente che questo non avvenga, consigliandogli di spingere nella performance più sul suo graffiato, sin dall’inizio, a partire dalle strofe. Occhio anche al parlato, sul finale troppo Bravi-style. Per ora… Voto 5.5
Sidy – “Tutte le volte”
Uno dei testi più ispirati, che ben si sposa con la voce calda e avvolgente di Sidy. Certo, il risultato non spicca per originalità, ma è certamente più contemporaneo di uno Yuman, per esempio, giusto per citare un’altra grande voce passata di recente da Sanremo Giovani. Se dobbiamo trovargli un difetto è che è troppo perfetto, troppo vocalist, non a caso ha partecipato come corista al tour 2022 di Mahmood. Ecco, Sidy dovrebbe apprendere dall’ugola di “Brividi” l’importanza del trovare una propria unicità nel timbro, anche a dispetto di un’esecuzione pulita e super perfetta. Perché la verità è che oggi cantare bene delle belle canzoni non basta, serve una marcia in più e vince chi la ingrana per primo. Confidiamo nella prova dal vivo. Voto 6
Synergy – “Fiamma”
Per un attimo mi sono venute in mente le Erredieffe. Ve le ricordate? Loro erano in quattro, ma non è questa l’unica differenza. Ho provato a cercare informazioni sulle Synergy in giro, per ascoltare anche altro, e francamente non ho trovato niente. Stranamente nemmeno sulle piattaforme, ma non vigeva la regola che ogni candidato a Sanremo Giovani dovesse aver pubblicato almeno due inediti? Ditemi dove posso trovarli, per favore. Giusto per farmi un’idea e poter magari rivalutare quella attuale. Voto 4
Rettifica: Da quanto abbiamo appreso dall’ufficio stampa Red&blue music relations, la situazione su Spotify è stata risolta e quindi, in ottemperanza al regolamento, i due brani in questione sono presenti sulle piattaforme al seguente link.
Tancredi – “Standing ovation”
Ci aveva provato anche l’anno scorso con “Perle”, ma forse era meno a fuoco. Dodici mesi dopo Tancredi si ripropone a Sanremo Giovani con il pezzo giusto per questo tipo di palcoscenico, dove premia sicuramente più l’immediatezza dell’introspezione. Il punto è che dopo Amici e una hit come “Las Vegas”, da lui ci si aspetta un po’ questo. E forse è giusto che sia così, tanto ci sarà tempo e modo per far vedere di che pasta è fatto davvero Tancredi in altri luoghi e in altri laghi. Per il momento becchiamoci questa bella “Staaaaanding ovation”. Voto 8.5
Vale LP e Lil Jolie – “Dimmi tu quando sei pronto a fare l’amore”
Tra di loro c’è chimica, forse più che tra Ditonellapiaga e Rettore. E non è che ci volesse poi tanto… avrà pensato qualcuno di voi. Ma la combo tra Vale LP e Lil Jolie ha una marcia in più e va oltre anche la bontà della canzone stessa. Pur essendo due artiste diverse, insieme si divertono e si completano. E direi che anche noi siamo più che pronti, fate un po’ voi. Voto 8
Nico Donvito
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