A tu per tu con il cantautore in gara a Sanremo Giovani 2024, per parlare del brano “Forse per sempre”. La nostra intervista a Selmi
Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, spicca il nome di Niccolò Selmi, in arte semplicemente Selmi, in gara con il brano “Forse per sempre” (Asian Fake / Warner Music Italy)
Una ballad dolce, delicata, in cui il cantautore toscano esplora il desiderio di un legame eterno, anche se, come canta nel ritornello con la voce quasi spezzata, fa paura. Il brano racconta al contempo tutta la potenza e la fragilità delle relazioni, ricordandoci che a volte per amore si è disposti a rischiare tutto, forse per sempre.
Durante la seconda puntata di Sanremo Giovani 2024, in onda su Rai2, martedì 19 novembre, Selmi si esibirà con il suo inedito “Selmi”. Conosciamolo meglio.
Sanremo Giovani 2024, Selmi: l’intervista
Il tuo nome compare tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024. Come sono andate le audizioni e come stai vivendo questo momento?
«Appresa la notizia, c’è stata assolutamente tanta soddisfazione, questo genere di traguardi servono per farti capire che stai facendo bene e che c’è un riscontro positivo. L’attesa, in realtà, non la soffro particolarmente. Magari posso avvertire il giorno stesso un senso di soggezione, una leggera ansia, però quella buona che ci vuole. Tendenzialmente, però, i giorni primi in realtà riesco sempre a trascorrerli abbastanza tranquillamente».
“Forse per sempre” è il titolo del brano che hai scelto di presentare in concorso. Com’è nato e cosa rappresenta per te?
«Il brano, nella sua primissima versione, nasce un po’ di tempo fa, in un periodo sicuramente differente da quello attuale. Per questo motivo, ho cercato di renderlo più attuale a quello che è il mio percorso e, soprattutto, a quella che è la mia persona adesso. Le riflessioni sono senz’altro sull’amore e quindi su quella doppia faccia della medaglia. I sentimenti, per forza di cose, includono sia il bello che il brutto e io ho voluto raccontare di questa contrapposizione».
Quanto è importante per te che il pubblico si immedesimi e si riconosca in ciò che racconti?
«È un po’ un obiettivo diciamo, quello che cerco sempre di fare è provare a instaurare un contatto molto empatico con l’ascoltatore. Quindi è sempre una bella soddisfazione notare come le persone possono sentirsi in dovere di piangere, di ridere, di ballare e di esternare emozioni che possono sembra anche facili, ma che ci connettono con ciò che abbiamo nel profondo. È sempre capitato anche a me da ascoltatore, la musica ha questo potere».
Sei sempre stata una spettatrice di Sanremo o come molti tuoi coetanei ti sei avvicinata al Festival più di recente?
«Sicuramente mi sono avvicinato più nell’ultimo periodo, anche se in realtà è un po’ una parabola discendente quella del mio proprio livello generale di interesse alla televisione. Ne ho sempre guardata poca, però l’interesse vero e proprio verso la musica mi ha portato ad apprezzare negli anni Sanremo. Tra le canzoni che ho più apprezzato e che ricordo in modo particolare, c’è sicuramente “Fai rumore” di Diodato».
Per concludere, al di là del passaggio e della possibilità di giocarti la finalissima di Sanremo Giovani a dicembre, cosa speri di ottenere attraverso questa esperienza?
«Sentirmi soddisfatto di me stesso. Direi questo. Come se mi ritrovassi davanti a uno specchio e mi dicessi: “cavolo, però grande Nico!”».
Nico Donvito
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