Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli
“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere. L’altro mondo Cosmo
In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.
Dillo con una canzone: “L’altro mondo” di Cosmo
Le idee posson raggiungerci solo quando la nostra mente non è occupata. Quindi mai, per un trentenne in una multinazionale finanziaria che vive a Milano con in tasca un iPhone, al polso un Apple Watch e sei abbonamenti PayTV pro-divano.
Progetti validissimi sono nati da uno sguardo al finestrino, sulle scale della metro, nel guardare vecchie foto. Se la musica accompagna, meglio ancora. Uno dei problemi che ha portato la comunicazione oggi è l’inflazione degli stimoli: una tempesta. Uccidono la concentrazione e la possibilità di “vagare” in possibili scenari che si contendono la nostra attenzione. Le idee sono anarchiche: non rispondono a comando. Provate a sedervi alla scrivania, schiena dritta-petto in fuori, e pensare: “Adesso mi faccio venire in mente una buona idea. Anzi, tre buone idee.” Ditemi poi se funziona.
La scienza la chiama “Wandering Mind”, è l’esperienza del vagabondare mentale, assecondare pensieri sparsi verso diverse direzioni, senza meta precisa né connessione con la realtà che si sta vivendo. Situazione impossibile da sperimentare se siamo sempre occupati (o peggio pre-occupati). Fa bene anche allo spirito, non solo a quello creativo, concedersi qualche libera associazione in più, contrasta il pilota-autmatico e riporta a colori le esperienze sensoriali. La musica è senz’altro uno strumento in nostro soccorso, per liberare la mente almeno un po’.
Cosmo – che all’anagrafe si chiama Marco Jacopo Bianchi – è uno dei più interessanti artisti del panorama italiano odierno. É una figura versatile: scrive, suona e arrangia, ha dato vita ad un suo stile fortemente personale, riconoscibile, mescolando la tradizione dei grandi cantautori italiani (incredibili le sue cover di Battiato e Battisti) con il sound della musica elettronica. Una macedonia visionaria che lui stesso racconta provenire da influenze diverse: nel suo bagaglio musicale, tra Battiato e D’Agostino, anche Radiohead e Grimes. La sua musica incarna perfettamente quello strumento libera-mente di cui ci possiamo servire per evadere dal meccanicismo, ciò che Cosmo riesce a fare è una magica trasposizione verso un “altro mondo”
“L’altro mondo” è un brano del 2016, vive all’interno dell’album “L’ultima festa”, un flusso di coscienza alla James Joyce, con una nostalgia del presente pervasiva. Il testo appare come un elenco di azioni, disordinato ma coerente, ripercorre in successione veloce un’esperienza immediata del mondo in prima persona…
Sorrido a un tizio che sale
mentre scendo le scale
parlo con i miei fantasmi mentre volo via
il sole scalda la faccia
e sudo senza la giacca
guardo foto di un bambino che somiglia a me
sfreccio un treno e lo sento
sento lo spostamento
sento l’aria, chiudo gli occhi ed entro in galleria…
Sedetevi qualche istante, ascoltatela e fatela vostra, replicate la scrittura con le vostre azioni quotidiane concentratevi su non concentrarvi. Vi è venuta una buona idea?
Sara Garlaschelli
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