E’ un ragazzo giovane, acqua e sapone, che guarda al futuro come ad una sfida e ad un grande sogno il Marco Rotelli che abbiamo raggiunto ieri via Skype per fare insieme una chiacchierata riguardo alla sua musica e al percorso che in un anno è riuscito a percorrere con le proprie forze. Un ragazzo che parla usando il “noi” quando racconta le tappe del suo cammino nel mondo della discografia ben consapevole che molto di quello che ha ottenuto lo deve anche alle persone che l’hanno sostenuto e che hanno creduto in lui in questi anni a partire dal proprio staff di lavoro fino all’ultimo dei suoi fan ai quali è sinceramente legato. Eccovi la nostra intervista:
Vorrei partire da “Il mio domani”, il tuo primo album uscito a novembre 2015. Che cosa rappresenta per te questo traguardo?
<<Significa tanto perché è un lavoro lungo che arriva dopo un po’ di anni che ce la mettevo tutta e degli incontri fortunati che ho avuto. E’ dal dicembre scorso che siamo sul mercato discografico e in un anno sono usciti cinque singoli e il 27 novembre scorso è uscito proprio il mio primo album che s’intitola, appunto, “Il mio domani”>>.
Mercoledì hai presentato dal vivo tutto il tuo album a Milano per la prima volta in una sorta di grande festa con i fan che sono venuti ad ascoltarti. Che cosa hai provato in quell’occasione?
<<E’ stata una serata bellissima. Mi sono divertito tantissimo con una band pazzesca. Non è stato solo uno showcase ma credo sia stato un vero e proprio show>>.
Sei davvero uno dei pochissimi giovani ad essere riuscito ad emergere senza l’aiuto della televisione ma piuttosto alla vecchia maniera attraverso le radio e un lavoro su un progetto costruito nel tempo. Che valore dai a tutto il tuo percorso?
<<Noi ce la stiamo mettendo tutta perché sappiamo che non partecipare ad un talent show o non uscire dalla tv oggi è molto più difficile rispetto ad anni fa perché in televisione, anche solo per una sera, si canta davanti ad 8 milioni di persone; noi per raggiungere 8 milioni di persone ce ne dobbiamo mettere… E’ sicuramente un percorso molto più lungo e faticoso ma allo stesso tempo è molto più gratificante. Credo che sia anche una cosa che può durare anche di più nel tempo perché, molte volte, i prodotti che escono dai talent durano poco: il tempo che inizi una nuova edizione dello stesso talent e tutto quello che c’è stato l’anno prima viene spazzato via. Noi stiamo facendo la strada vecchia che è quella che comporta molti più sacrifici ma che credo possa portare anche molte soddisfazioni, che già ci sono comunque.>>.
Cosa si prova a vedere il proprio album sugli scaffali dei negozi dopo tutto questo percorso?
<<E’ un’emozione grandissima per uno come me che ha sempre comprato i dischi fisici. Oggi molti scaricano gli album da iTunes, che è giustissimo, o anche senza spendere niente ma quella è una cosa che davvero non so fare e poi mi piace avere in mano il disco fisico. E’ una cosa che si è un po’ persa forse ma che secondo me è un qualcosa di insuperabile a livello di emozione. Poi, andare in un centro commerciale e vedere che affianco ai grandi nomi della musica c’è anche il mio che è piccolo piccolo è un’emozione grandissima>>.
Hai dichiarato più volte che Fragile e Corro distratto sono i due brani a cui sei più legato del tuo album. Qual è invece la canzone meno “tua”?
<<Non c’è una canzone meno mia. Ogni canzone è un ricordo, segna una parte di me perché io scrivo solo cose che vivo e quindi non ci può essere un ricordo più importante o un ricordo meno importante: ci può essere un ricordo che si è vissuto molto tempo fa e che quindi forse si sente un po’ di meno, e ci può un ricordo vissuto l’altro ieri e che quindi è ancora fresco. Sono tutti figli miei, ne ho già 10, anzi molti molti di più quindi sono molto fortunato>>.
Qual è il videoclip che ti è piaciuto di più girare?
<<Se devo dire la verità è stato quello per il regalino che ho fatto ai miei fan per Natale (sul brano inedito “E’ Natale”) perché in quell’occasione mi sono divertito moltissimo. Anche il secondo videoclip (Parlami…Cercami) con la regia di Gaetano Morbioli è stata una cosa fenomenale perché lui è veramente un numero uno>>.
I prossimi obiettivi e appuntamenti dopo l’uscita di questo album?
<<Ora credo che dovremmo organizzare un po’ di live in tutta Italia dopo lo showcase di mercoledì nell’auditorium di Radio Italia a Milano. Mi hanno detto che ci si sta già attivando per le date e poi stiamo pensando anche ad un possibile singolo inedito per l’estate. E’ tutto work in progress, si capirà meglio nei prossimi giorni. Per ora del futuro so ben poco>>.
Come vedi “il tuo domani”?
<<Quello che mi auguro è quello di fare sempre musica a prescindere dal fatto se sarà dentro ad uno stadio o in un pub sperduto. Io ho cominciato a fare musica per esprimere delle cose quindi è il mio modo di comunicare prima che la passione per diventare una pop star quindi voglio continuare a fare musica perché è la cosa che mi fa stare bene. Qualunque cosa venga sarà spettacolare, basta che ci sia sempre la musica che mi accompagni>>.
Tra le voci italiane chi ti piace di più?
<<Io la musica italiana la ascolto proprio tutta; ovviamente tra i preferiti ho Gigi d’Alessio, il mio maestro di sempre che ora è anche un mio amico, e poi Kekko dei Modà che è un altro artista che apprezzo tanto. La musica italiana la ascolto tutta mentre quella straniera non la conosco bene>>.
Con Deborah Iurato hai duettato inFermeremo il tempo. Come è nata questa collaborazione?
<<Ci siamo incontrati in studio casualmente e io quando incontro un’artista mi fiondo subito al pianoforte e in quell’occasione le ho detto “sai che ho scritto questa canzone, sentila un po’” e da lì è iniziato tutto. E’ uscito come quarto singolo cantato da me e da lei ed è stata una cosa bellissima. Sarà anche all’interno del nuovo album di Deborah che uscirà il 12 febbraio e sarà intitolato “Sono ancora io” e anche questo per me è un grande risultato>>.
Tu oltre ad essere un ottimo interprete sei anche autore di tutti i tuoi brani. C’è una canzone scritta da altri che avresti voluto scrivere tu?
<<Tantissime, troppe, non posso dirne una sola>>.
Se, invece, qualcuno scrivesse un brano per te. Chi vorresti fosse a farlo?
<<Ovviamente Gigi d’Alessio che per me rimane sempre il numero uno e poi a me piacerebbe davvero tantissimo fosse Renato Zero o Claudio Baglioni, ma sto sparando proprio alto>>.
Sappiamo che quest’anno hai tentato la carta di Sanremo giovani ma non sei rientrato tra gli 8 che saranno all’Ariston a febbraio. Ci riproverai in futuro? Magari già l’anno prossimo?
<<Io credo che ci riproveremo sicuramente. Quest’anno purtroppo non potevo fare parte dei giovani perché non ero del tutto “giovane” come quelli che stanno partendo e non ero big perché non sono big come quelli che ci sono. Ero un po’ in una categoria di mezzo e quindi mi sono trovato fregato. Però ci riproveremo perché il palco dell’Ariston è il sogno di tutti quelli che fanno musica in Italia>>.
Com’era Marco bambino?
<<Ero molto diverso da come sono ora. Dato che non sono stato bambino quando dovevo esserlo lo sono più ora ma lo sono come voglio esserlo. Adesso sembra di essere da Marzullo (ride). Una grande parte di me oggi è un bambino che si diverte, gioca e prende con leggerezza tutto>>.
Che rapporto c’è con i tuoi fan?
<<Un rapporto bellissimo, loro mi seguono ovunque e questa è una cosa che mi fa davvero molto piacere anche perché, è banale dirlo, ma se non ci fossero loro tutto quello che sto vivendo ora non sarebbe possibile>>.
In questo album emerge nettamente la predominanza del tema dell’amore nei testi. Che valore dai a questo sentimento?
<<E’ il sentimento base. Io credo che oggi come oggi debba ritrovare in tutti un po’ di amore. Stiamo tanto tempo sui social ma bisognerebbe guardarsi anche un po’ di più in faccia a volte. E visto tutto quello che sta capitando nel mondo credo che non sia scontato parlare d’amore oggigiorno, anzi, credo sia una cosa fondamentale. Mi fa molto piacere cantare e scrivere d’amore>>.
Nel ritornello de “Il mio domani” dici “non pensare che tutto l’amore fa male ma è vero”. Esperienza personale di un amore difficile oppure frutto di fantasia?
<<E’ un’esperienza personale di un amore difficile. Punto (ride).>>.
Per un’artista, si sa, è fondamentale anche la capacità di evolvere restando però sempre fedele a se stessi. Tu sei uno di quegli artisti che mutano molto velocemente oppure sei uno che predilige una continuità nel proprio percorso?
<<Io ogni giorno cambio, mi appassiono molto velocemente ad una cosa diversa. Sono uno che cambia molto anche perché mi annoio spesso quindi ho bisogno di cambiare>>.
Ora ti dirò delle parole, vorrei che tu rispondessi con la prima cosa che ti salta in mente:
– Il mio domani: la partenza
– Marco Sfratato: la svolta
– Sanremo: il sogno
– Modà: l’amicizia
– Talent show: l’opportunità
– Chitarra: uno strumento
– Notte: la tranquillità
– Ariston: il mio cagnolino e il sogno
– Milano: la mia città
– Deborah Iurato: la voce più bella degli ultimi 10 anni
– Famiglia: i valori
– Marco Rotelli: una persona sincera
In bocca al lupo Marco! Noi siamo con te e la tua sincera musica d’amore
Ilario Luisetto
Ultimi post di Ilario Luisetto (vedi tutti)
- Le 20 canzoni più ascoltate su Spotify – Settimana 2 del 2024 - 15 Gennaio 2024
- Classifica degli album più ascoltati su Spotify – Settimana 2 del 2024 - 15 Gennaio 2024
- Classifica dei cantanti più ascoltati su Spotify – Settimana 2 del 2024 - 15 Gennaio 2024
- SuperHits, la classifica delle canzoni del momento – Settimana 2 del 2024 - 13 Gennaio 2024
- Coez e Frah Quintale in concerto con il “Lovebars Tour 2024” – Scaletta, date e biglietti - 13 Gennaio 2024