venerdì 22 Novembre 2024

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Francesco Foti: faccio il cantautore nel 2016 con “Tan tan tan”

Torniamo a dare spazio alla musica cantautorale a testimonianza del fatto che tutt’ora questo genere fondante della musica italiana è vivo e sorprendete come nei gloriosi anni ’60-’70-’80. Questa volta al tutto aggiungiamo un regionalismo palesemente forte e presente nel progetto che viene ad essere condito dai sapori e dai profumi della terra che Francesco Foti, classe 1979, racconta nei suoi brani: la Sicilia. E così, in una domenica pomeriggio sfuggendo agli stretti orari d’ufficio, abbiamo contattato telefonicamente Francesco che ci ha raccontato di questo suo nuovo progetto discografico e di qualche curioso aneddoto. Ecco l’intervista:

Allora, partiamo dal tuo ultimo singolo “Tan Tan Tan” che è il tuo secondo brano pubblicato a distanza di tre anni dall’esordio. Che cosa rappresenta per te questo traguardo e questa canzone?

<<”Tan tan tan” rappresenta la mia svolta al rock dopo il mio primo singolo più classicamente cantautorale (“L’uomo nero”). La canzone è particolare perché rimane comunque un brano di denuncia ma racchiude il mio desiderio di svoltare al rock>>.

fotiIl testo del brano racconta una denuncia sociale incitando a “lottare giorno dopo giorno”. Qual è il messaggio del brano e come mai hai scelto questo tema? C’è una speranza nel futuro da parte tua?

<<Il testo del brano è una denuncia alle malattie della società che vengono “sfruttate” dall’industria farmaceutica. “Lottare giorno dopo giorno” risulta comunque un’utopia ma io conservo la speranza e la voglia di lottare che viene testimoniata dal verso finale in cui dico “io non mi arrendo”. C’è molto rispetto nei confronti di chi è ammalato sia fisicamente che psicologicamente e a queste persone è rivolto il mio invito a non mollare, ad andare avanti>>.

Al giorno d’oggi stanno aumentando di molti i brani di denuncia verso i problemi della società, piuttosto che verso le libertà negate che siano politiche, religiose o sessuali. Secondo te come mai nella musica si stanno imponendo questi temi di denuncia?

<<Credo che un lavoro importante lo stia svolgendo l’evoluzione tecnologica che permette di scoprire molte cose che prima venivano camuffate o nascoste. Siamo in un periodo storico di svolta in cui noi italiani in primis ci stiamo rendendo conto che così non possiamo andare avanti. Il bene più prezioso è la vita ed è normale che la musica si dedichi della vita comprendendo anche gli aspetti della vita che non vanno come vorremmo. Per quanto mi riguarda ho scritto per esempio anche una canzone contro l’omofobia, “L’amore è amore”, che è stata cantata da Alessandro Canino oppure contro la militarizzazione camuffata in un brano inedito intitolato “Stiamo attenti sugli attenti”>>.

Che cos’è questo “tan tan tan” di cui parli nel brano incitando a scovarlo?

<<”Tan tan tan” è un suono onomatopeico che può essere interpretato in vari modi: nella mia idea originaria con questo suono mi riferivo al male fisico e soprattutto al tumore contro il quale incoraggio a non arrendersi perché la condizione psicologica è importante nella lotta contro la malattia. Chi ha ascoltato la canzone in realtà poi l’ha fatta propria dando la propria interpretazione e questa è sicuramente la cosa più bella perché mi rende orgoglioso del fatto di essere riuscito a creare una canzone che può essere fatta propria. C’è chi mi ha detto che identifica il “tan tan tan” come il battito del cuore, come il rumore del mare che si infrange sugli scogli oppure come il “tran tran” quotidiano tipico della grande città>>.

Leggendo la tua bografia ho notato che oltre alla musica ti dedichi anche di poesia e letteratura. Cosa possono dare queste discipline alla musica? E credi che possa essere ancora possibile la figura dell’artista attivo su può campi oppure siamo troppo dentro una specializzazione dei ruoli sociali?

<<La musica, la poesia o la letteratura ti scelgono facendoti provare un trasporto fortissimo. Credo che l’arte sia vita. Riguardo alla figura dell’artista specializzato piuttosto a quello universale è una cosa complicata: la cosa importante è fare ogni cosa nel miglior modo possibile. Sia per il primo che per il secondo singolo mi sono affidato a dei grandi professionisti che mi hanno aiutato nella produzione, nella ragia del videoclip e nella registrazione. Il problema fondamentale è proprio quello di riuscire a fare l’arte nel miglior modo possibile perché i costi sono davvero molto elevati, per esempio io stesso non avendo un’etichetta alle spalle devo gestire questa mia passione come posso. E’ molto difficile fare molte cose, anzi è già molto difficile farne anche solo una come la musica. E’ una cosa molto triste per chi vorrebbe dedicarsi all’arte in più campi>>.

Negli ultimi anni (ormai direi quasi decenni) in Italia abbiamo visto ridursi sempre di più le figure dei cantautori soprattutto nel grande mercato discografico anche se la scena underground ne è ancora ricchissimo. Secondo te chi sono i nuovi cantautori dei nostri giorni da classifica? Oppure, ce ne sono davvero?

<<Concordo con la lettura che hai fatto della situazione e personalmente gran parte della colpa l’attribuisco ai talent show che non accolgono quasi mai i cantautori vecchio stampo che se riescono ad entrare in quel mondo vengono ad essere assorbiti dal mercato discografico per poi sparire in pochissimo tempo. Fortunatamente ci sono moltissimi cantautori e credo che presto torneranno alla ribalta anche nel mercato discografico perché le canzoni stagionali finiranno con l’essere stancanti. Se devo fare dei nomi dei cantautori dei nostri giorni che ascolto personalmente mi dirigerei soprattutto verso le band degli Afterhours, che comunque non fanno delle canzoni di denuncia come invece fanno Il teatro degli orrori a volte in modo anche molto forte. Uscendo dall’ambito band credo che Niccolò Fabi e Daniele Silvestri siano due dei cantautori più genuini che abbiamo oggi in Italia>>.

La nostra ultima domanda rimane la stessa per ogni intervista perché ci piace confrontare le risposte, quindi ti chiedo qual è la canzone del tuo repertorio che un ascoltatore che non ti conosce dovrebbe ascoltare per avere un’idea più completa possibile del tuo essere musicista e quale brano, invece, della storia della musica italiana ti rappresenta di più?

<<(ride) Considera che finora ho pubblicato solo due singoli cantati da me ma comunque quella che mi identifica di più è “Tan tan tan” sia perché la più recente sia perché è quella che mi piacerebbe m’identificassero gli altri. Per quanto riguarda i brani della musica italiana penso sceglierei “Destra e sinistra” di Gaber ma amo moltissimo il repertorio anche di Lucio Dalla e Rino Gaetano. Per me questi sono dei miti assoluti che purtroppo non ci sono più e ai quali non potrei mai avvicinarmi perché capolavori come i loro difficilmente potranno essere riscritti da qualcun altro.>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.