venerdì 22 Novembre 2024

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Mostro: “La rabbia resta, ma ho imparato a trasformarla in qualcosa di costruttivo”- INTERVISTA

A tu per tu con il rapper romano, pronto a ripartire più carico che mai il suo nuovo progetto dal titolo The Illest vol. 2

Mancava sul mercato dal 2017, anno in cui uscì Ogni maledetto giorno, stiamo parlando di Mostro, rapper romano classe 1992 che da oggi, venerdì 26 aprile, è fuori con il suo nuovo progetto di inediti The Illest Vol. 2, street album prodotto da Honiro Label che prosegue la serie iniziata nel 2015 con il primo volume della saga.

Giovane ma già molto attivo, nella sua carriera Giorgio Ferrario, in arte Mostro, ha già partorito numerosi progetti: partendo dall’underground romano, passando per la collaborazione con Low Low e gli ultimi successi da solista, riuscendo a mantenere sempre intatta la sua identità musicale. Contemporaneamente alla pubblicazione dell’album parte oggi anche l’instore tour durante il quale l’artista incontrerà i propri fan in giro per l’Italia (sotto tutti gli appuntamenti), in attesa delle due date evento del prossimo settembre: il 25 ai Magazzini Generali di Milano e il 27 all’Orion di Campino (RM).

Ciao Giorgio, bentrovato. Come stai vivendo questi giorni? Immagino siano abbastanza impegnati…

<<Impegnati sì, però sinceramente sto molto bene. Io non sono un artista che fa un disco all’anno, ci metto sempre un po’ di più, spesso e volentieri anche 1 anno e mezzo o due. Mi piace prendermi tutto il tempo necessario per lavorare al disco per far si che poi io ne sia sicuro al 100%, ci arrivo con molto entusiasmo. Ho lavorato tanto e mi sento sicuro, in questo momento non c’è negatività>>.

Cosa ti ha spinto ad uscire oggi con questo tipo di progetto?

<<Questa saga, che poi una saga ancora non è perché siamo solo al volume 2, rappresenta quel tipo di progetto a cui inizio a lavorare dopo un lavoro ufficiale, come Ogni maledetto giorno. L’approccio a questo tipo di lavoro è totalmente diverso, io credo di essere un artista che tanto ancora ha da dare e tanto ancora deve scoprire di sé stesso e se non lo faccio attraverso ai miei dischi non saprei quando farlo. E’ un momento più spensierato, più uno sperimentare andando alla ricerca di cose che non avevo mai fatto prima o di suoni nuovi. Un modo per far capire a me stesso se posso fare anche cose fuori dalla cosiddetta comfort zone, ovviamente così facendo esce un disco molto particolare e vario, con brani che fanno assolutamente parte del mio mood artistico e altri che magari non ti aspetti>>.

Un po’ come se fosse la tua palestra per allenarti?

<<Esatto, alcuni esercizi mi vengono bene e altri c’è il rischio che si spingano un po’ al limite. Ad esempio nel vol. 1 ci sono brani che magari oggi non rifarei, ma dei quali comunque non mi pento>>.

Passano gli anni e arriva il successo, però ascoltando il disco si ha ancora la sensazione che quella rabbia che da sempre ti caratterizza sia ancora lì, forse narrata qui con più consapevolezza.

<<Credo che quella cosa sarà sempre una parte di me. Io spero un giorno di fare un disco più felice, non che oggi non lo sia, però sicuramente faccio fatica a raccontare le cose che mi rendono felice, preferisco tenerle per me. Riesco a trarre molta più energia dalle cose che mi fanno incazzare, oggettivamente è come se fosse la mia benzina. Allo stesso tempo ho cercato negli anni di far si che questo sentimento, questa rabbia, non sia fine a sé stessa ma possa diventare qualcosa di costruttivo, canalizzandola in una direzione senza far sì che si disperda>>.

Secondo te il tuo pubblico percepisce questo? Ti senti capito dai tuoi fan?

<<Assolutamente sì. Penso che la mia musica sia catartica, anche quando faccio le cose più estreme ho capito che i ragazzi si rivedono tantissimo e non sono spaventati al primo impatto dalla violenza o dalle parolacce ma anzi, spesso riescono ad andare oltre e vedere cosa si nasconde dietro a questa forma abbastanza estrema, arrivando al nucleo, al centro vero e proprio. E’ da lì che mi rendo conto che si sentono capiti come allo stesso tempo io mi sento capito da loro>>.

Anche perché, spiandoti sui social, si ha la sensazione di un legame stretto tra te e loro…

<<E’ così. Credo molto dipenda anche dal genere di musica che propongo, forse meno leggera rispetto a quella che va oggi. Non che sia un difetto fare musica più happy, solo che a me proprio non riesce. Penso che raccontando molto di me, delle mie emozioni e delle mie esperienze personali, sia inevitabile questo tipo di legame con chi mi segue, sia dal punto di vista musicale che da quello prettamente umano>>.

Tu sei riuscito ad avere successo e a ritagliarti la tua fetta di pubblico senza il bisogno di puntare su hit radiofriendly e allo stesso tempo senza appoggiarti in maniera esagerata sulle sonorità tanto di moda oggi. Credi che questo rappresenti un grosso vantaggio per la tua creatività?

<<Questo non lo so, io faccio così perché ho capito che so fare solo così. So che difficilmente un mio pezzo passerebbe in radio ma sinceramente non mi interessa più di tanto. Nel momento in cui cominciassi a pensare di fare il pezzo con il ritornello più melodico per la radio, sono sicuro andrei in studio a fare un qualcosa che non mi apparterrebbe. Meglio rischiare ma fare qualcosa in cui credo e in cui mi rivedo al 100%>>.

Nell’ultima traccia dell’album ripeti con fierezza “so chi sono”. Oggi chi è Mostro? Cos’ha in più (o in meno) rispetto al passato?

<<Ha molto di più. La musica mi ha dato un’opportunità, un lavoro e un nome, oggi grazie alla musica posso dire io sono Giorgio Ferrario in arte Mostro e questo è il mio percorso. Da ragazzino subivo tantissimo questa cosa di non sentire un mio posto nel mondo, mi trovavo con gli amici o a scuola e mi sentivo sempre l’ultimo del gruppo, all’Università ad esempio mi sembrava di impazzire. Poi è arrivata la musica ed è stata la mia primavera, anzi ogni giorno per me è la primavera, ho trovato una strada da percorrere>>.

Nonostante questo però, citando il pezzo Non voglio morire, dici: “so che ho bisogno ancora di soffrire”; sarà sempre così?

<<Sempre non lo so, so che fa parte del mio essere e del mio fare musica. Ho sempre quella sensazione di poter fare ancora un ulteriore passo in avanti. Un po’ come quando si dice “il mio disco migliore sarà il prossimo”, ecco io spero di non farlo mai e di continuare a migliorarmi. In generale quando cominci a sentirti arrivato sei finito, io smetterò proprio quando avrò capito di non aver più nulla da dire e di non aver più quello stimolo per garantire il meglio a quello che faccio, ho troppo rispetto per la musica e per l’arte>>. 

A parte la collaborazione con Low Low ad inizio carriera sei sempre stato un artista abbastanza isolato all’interno della scena. Per caratteristiche e anche un po’ per scelta immagino…

<<Sì, lo spiego anche in Cani Bastardi, se non ci vogliono per i featuring o per le serate vuol dire che ci vedono appunto come dei cani bastardi (ride, ndr). Adesso che l’ho capito non c’è nessun problema e posso continuare così come sto facendo, forse all’inizio un po’ mi dispiaceva per certe situazioni, poi ho capito che in realtà può essere solo un punto di forza. Nel disco inizialmente c’erano anche dei brani positivi, visto che avevo iniziato a scriverlo legato all’entusiasmo del precedente. Poi arriva sempre quella nuvola nera e mi ritrovo con un mood che non coincide con il momento.>>.

Alla fine arrivare con i propri mezzi e le proprie forze risulta sicuramente più appagante.

<<Esatto. All’inizio ero un po’ preoccupato, nel momento in cui avevo pubblicato la tracklist con due soli featuring e temevo in una reazione del pubblico un po’ titubante, anche visti i progetti che stanno uscendo in questo periodo. Invece devo dire che c’è stato un grande riscontro, la gente voleva la mia musica e questo mi ha dato tantissima energia>>.

Come hai già detto troviamo due sole collaborazioni ma pienamente a fuoco: Madman e Nick Sick, come sono nate?

<<Quella con Mad era nell’aria da mesi, forse anni. Tra il pubblico si era creato questo hype per questo pezzo e non mi andava di farlo morire abbandonandolo su un pc, quindi mi sono impuntato per pubblicarlo, anche perché è un pezzo che mi piace veramente tanto. Con Nick Sick c’è un’amicizia oltre che la stima, un vero fratello per me. Il primo progetto lo abbiamo realizzato insieme ed era giusto unirci ancora quest’anno in questo lavoro. Io sono molto geloso dei miei brani quindi collaboro solo con artisti che stimo e che so che possono aggiungere qualcosa al pezzo, come è stato ovviamente in questo caso>>.

A parte le collaborazioni passate e presenti, ce n’è una che rappresenta un po’ un sogno per te?

<<In Italia ci sono un sacco di artisti validi, primo fra tutti Salmo, mi piacerebbe collaborarci e conoscerlo. Gli chiederei come si fa ad essere sempre così originali e coerenti riuscendo allo stesso ad ottenere risultati enormi>>.

Segui il rap italiano? Secondo te oggi come sta?

<<Lo seguo e sono super contento. Bisogna saper leggere le cose e soprattutto i momenti, oggi il rap italiano sta benissimo, ogni volta che esce un disco è primo in classifica, se guardi la classifica Fimi i dischi hip hop sono sempre lì in alto e ci restano per parecchio. Non posso non essere contento che il mio genere stia spopolando finalmente anche qui>>.

A proposito di classifica Fimi, credo che al momento comandi ancora un certo ragazzo che, oltre a fa parte della tua etichetta, è anche un tuo grande amico. Lo andrai ancora a trovare in tour tra un impegno e l’altro?

<<Niccolò (Ultimo) è un bravissimo ragazzo che si stramerita tutto il successo che sta avendo, è umile e semplice e sono veramente felice per lui. Quello che gli sta accadendo è semplicemente incredibile, tour nei palazzetti, dischi di Platino, Stadio Olimpico… E’ veramente una figata e mi sento di dire che la sua forza sono i concerti dal vivo, è un fuoriclasse vero. Per ora abbiamo controllato e mentre lui è in tour io sarò a fare gli instore, ma non è detto che possa comunque fargli una sorpresa e sbucare da qualche parte>>.

A proposito di concerti, nel 2019 anche tu avrai due appuntamenti importanti in due città altrettanto importanti. 

<<Assolutamente, suoneremo il 25 settembre ai Magazzini Generali di Milano e il 27 settembre all’Orion di Ciampino (RM). Sicuramente ci saranno anche altri appuntamenti quest’estate in ambienti più ristretti e poi arriveremo a quelle due grosse date, sono due appuntamenti importanti ai quali voglio arrivare pronto, ovviamente sono già estremamente teso però c’è la volontà di portare live la mia musica per divertirmi e far divertire il mio pubblico>>.

Ci sarà la band con te?

<<Stiamo valutando, a me piacerebbe molto perché credo che portare dal vivo anche la musica suonata sia il massimo. Ci saranno un sacco di chicche, voglio portare uno show unico ed esclusivo>>.

Anche perché, per il tipo di strumentali che proponi, comprese quelle di questo ultimo lavoro, ci starebbe a pennello.

<<Sì, questo è un disco come ho già detto abbastanza vario da tutti i punti di vista, ci sono brani come Non voglio morire tutto al pianoforte ed altri più ritmati e violenti del punto di vista sonoro come Diavolo magro>>.

Se ti chiedessero una canzone che sintetizza al meglio quello che sei oggi, quale sceglieresti?

<<Di questo progetto forse proprio Cani bastardi, anche se è una domanda difficile perché la mia musica va da un estremo all’altro, muovendosi su diversi binari. Con Ogni maledetto giorno puntavo più su una sorta di continuità tra le tracce, qui invece mi sono mosso molto più liberamente>>.

Per concludere: nel futuro, cosa dobbiamo aspettarci da Mostro?

<<Non lo so sinceramente. Io dentro di me ho la sensazione di voler fare prima o poi un disco country, quindi di tutt’altro genere, anche se so che difficilmente capiterà. Sicuramente dopo aver chiuso questo ciclo mi prenderò un momento per riflettere e fare un po’ il punto della situazione, continuerò a scrivere e fare musica, questo è poco ma sicuro. So che al giorno d’oggi nella musica devi produrre tanto e in poco tempo ma i miei fan in un certo senso si sono abituati e sanno che per me c’è bisogno di tempo. Ho sempre preferito puntare sulla qualità che sulla quantità, l’ho capito soprattutto con l’ultimo album, uscito in un momento in cui il mercato era pieno di dischi e io mi sentivo completamente tagliato. Invece dopo due anni di silenzio siamo tornati ed il lavoro è stato ripagato eccome, puoi sparire anche 10 anni ma se poi torni con qualità la gente apprezza>>.

Date instore:

26 Aprile   Torino – Mondadori ore 14.30 / Genova – Mondadori ore 18.30
27 Aprile   Lucca – Sky Stone ore 14.30 /  Firenze – Galleria del Disco ore 17.30 28 Aprile
28  Aprile  Forlì – Mondadori ore 15.00 / Bologna – Mondadori ore 18.00
29 Aprile   Roma – Discoteca Laziale ore 16.00
30 Aprile   Frosinone – Mondadori  ore 15.00 /  Viterbo – Mondadori ore 18.00
1° Maggio Nola –  Mondadori ore 15.00 / Salerno –  Disclan ore 18.00
2 Maggio   Milano – Mondadori ore 15.00 / Varese – Varese Dischi ore 18.00
Foto: Lorenzo Piermattei