giovedì 21 Novembre 2024

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“Viva da morire Tour”, la doppia anima di Paola Turci – Recensione concerto

Il racconto e le immagini dello show andato in scena lo scorso 13 maggio al Teatro Degli Arcimboldi

Comincia con le due anteprime di Milano e Roma l’ennesimo viaggio nella dimensione dal vivo di Paola Turci, alle prese con il suo nuovo Viva da morire Tour. Quello che è andato in scena lo scorso 13 maggio al Teatro Degli Arcimboldi è uno spettacolo completo, autentico e dinamico, ricco di risvolti e carico di sostanza, in grado di esprimere sia l’anima più matura che quella più fanciullesca della cantautrice romana. Leggerezza e profondità sono gli elementi che contraddistinguono un percorso iniziato trentuno anni fa, sotto il segno dell’energia e del divertimento.

In scaletta alcuni estratti dal suo quindicesimo album in studio Viva da morire, dato alle stampe lo scorso 15 marzo, più i grandi classici che arricchiscono il suo variopinto repertorio. Ad aprire lo spettacolo alcuni interessanti nuovi inediti, tra cui spiccano L’arte di ricominciare”, “L’ultimo ostacolo” (pezzo in concorso all’ultimo Festival di Sanremo) e “Prima di saltare”. L’ascolto prosegue con un tuffo nel passato, passando dalla recente “La vita che ho deciso” del 2017 (brano che dà il titolo al suo penultimo disco Il secondo cuore), per poi andare ancora più indietro di oltre venticinque anni con “Stato di calma apparente”, proposta in una versione meno incisiva rispetto all’originale, decisamente più sanremese di quella proposta nel ’93 sul palco dell’Ariston.

Si continua a tutto rock con “Frontiera” e “Mani giunte”, per poi tornare ad atmosfere un filo più soft con “Volo così”, “Off-line”, “Piccola” (una delle gemme contenute all’interno della sua ultima fatica discografica) e “L’uomo di ieri”.  Il ritmo torna sostenuto con “Ringrazio Dio”, per poi rarefarsi nuovamente sulle note della cover “Dio come ti amo” di Domenico Modugno e l’ispirata ballata in romanesco, intitolata “Ma dimme te”, contenuta nel suo precedente lavoro. C’è ancora spazio per evergreen come “Io e Maria” e “Saluto l’inverno”, oltre a proposte più vicine nel tempo come “Io sono” e la cover di Un’emozione da poco di Anna Oxa, sempre molto incisiva e trascinante.

Prima dei saluti finali, non può mancare l’inno Fatti bella per te, diventato ormai un classico del suo repertorio, l’intramontabile “Bambini”, la delicata “Attraversami il cuore” e la poetica “Ti amerò lo stesso”, resa ancora più coinvolgente dall’ottima acustica del Teatro Degli Arcimboldi, per poi concludere e congedarsi con la celebre hit anni ’90 “Questione di sguardi”. Ad accompagnare l’artista una band di tutto rispetto, composta da Fernando Pantini alla chitarra elettrica, Pier Paolo Ranieri al basso, Fabrizio Fratepietro alla batteria e Roberto Procaccini alle tastiere.

Un concerto concreto, che strizza l’occhio a più generazioni, adatto alle famiglie e alle persone di qualsiasi età, proprio come la musica di Paola Turci, che non conosce confini spazio-temporali. Il prossimo 20 maggio l’artista tornerà a casa nella sua Roma, dove si esibirà all’Auditorium Parco della Musica, per poi concentrarsi su quella che sarà la vera e propria tournèe autunnale.

Viva da morire Tour | Scaletta

  1. L’arte di ricominciare
  2. Viva da morire
  3. L’ultimo ostacolo
  4. Prima di saltare
  5. La vita che ho deciso
  6. Stato di calma apparente
  7. Frontiera
  8. Mani giunte
  9. Volo così
  10. Off-line
  11. Piccola
  12. L’uomo di ieri
  13. Ringrazio Dio
  14. Dio come ti amo
  15. Ma dimme te
  16. Io e Maria
  17. Saluto l’inverno
  18. Io sono
  19. Un’emozione da poco
  20. Fatti bella per te
  21. Bambini
  22. Attraversami il cuore
  23. Ti amerò lo stesso
  24. Questione di sguardi
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.