giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 1955, viaggio nella storia del Festival

Quinta edizione della kermesse musicale, che viene stravinta dal Reuccio della canzone italiana Claudio Villa con “Buongiorno tristezza”.

In scena dal 27 al 29 gennaio dal Salone delle Feste del Casinò municipale di Sanremo, le tre serate del Festival della canzone italiana del 1955 vengono per la prima volta trasmesse in differita in televisione, sul primo canale della neonata Rai in seconda serata, subito dopo il varietà “Un, due, tre” della coppia Vianello-Tognazzi. La formula rimane pressoché la stessa, a parte la conduzione affidata al giornalista Armando Pizzo e all’annunciatrice Maria Teresa Ruta (zia dell’omonima presentatrice) che diventa di diritto la prima storica valletta della manifestazione canora. Si chiude la parentesi della conduzione di Nunzio Filogamo, troppo legato alla tradizione radiofonica delle prime quattro edizioni, ritenuto poco adatto alla messa in onda televisiva. Quindici interpreti per sedici canzoni in gara, eseguite sempre in duplice veste con la doppia orchestra. Nel cast soltanto le due conferme dall’anno precedente di Gianni Ravera e Natalino Otto, oltre a una vasta schiera di esordienti, tra cui: Antonio Basurto, Bruno Pallesi, Bruno Rosettani, Clara Jaione, Julia De Palma, Marisa Colomber, Narciso Parigi, Nella Colombo, Nuccia Bongiovanni, i Radio Boys, il Trio Aurora e i due vincitori Claudio Villa e Tullio Pane, che ottennero i favori delle giurie con “Buongiorno tristezza”.

Top e Flop di Sanremo 1955

Top
1. Claudio Villa – Tullio Pane – “Buongiorno tristezza” 
2. Tullio Pane – Claudio Villa – “Il torrente” 
3. Claudio Villa – Narciso Parigi – “Incantatella”

Flop
1. Narciso Parigi e Radio Boys – Natalino Otto e Trio Aurora – Ci ciu cì (Cantava un usignol)
2. Natalino Otto – Nuccia Bongiovanni e Radio Boys – I tre timidi
3. Bruno Pallesi – Jula de Palma – Sentiero

Questa edizione viene ricordata anche per essere stata la prima ad aver fatto uso del playback, per Claudio Villa colpito da un’improvvisa faringite nel giorno della finale ma, nonostante la registrazione fonografica della canzone, vince la competizione e traccia il primo traguardo del suo lungo cammino sanremese. Il futuro Reuccio della canzone italiana parteciperà al Festival in tutto per tredici volte, trionfando ben quattro volte, record di vittorie che detiene a pari merito con il suo collega ed eterno rivale Domenico Modugno.

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Il 1955 è l’anno in cui nasce davvero il Festival di Sanremo per come lo conosciamo noi oggi. Arriva la trasmissione, seppur in differita, sui canali televisivi della Rai (che vine trasmessa anche in Eurovisione per Francia, Belgio, Germania, Olanda e Svizzera nella serata finale) e trionfa Claudio Villa, artista che da allora strinse con la kermesse ligure un legame a doppio filo lasciando la sua impronta per ben 13 edizioni ed influenzando non poco, da questa accresciuta dimensione festivaliera, il cantato italiano. A Sanremo Claudio Villa arriva da assoluto protagonista, indiscutibilmente più popolare di ogni altro partecipante e sensibilmente certo della vittoria finale. Al Festival l’artista romano arriva dopo il serrato corteggiamento del patron della manifestazione che fin dalla prima edizione lo avrebbe voluto nel cast. L’accoppiamento con Tullio Pane lascia, forse, il tempo che trova: secondo quanto dichiarato in più riprese negli anni seguenti dallo stesso Villa la vittoria del Festival del ’55 fu merito esclusivamente del cantautore romano, ben più famoso e nazional-popolare dell’artista partenopeo che poco aggiungeva alla canzone nella sua interpretazione così profondamente “napoletana”.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.