Recensione del nuovo singolo della cantautrice
Che cosa c’è di più pop dell’amore? Del suo vivere fatto di passione e delusione, di lacrime e di sorrisi, di abbracci e abbandoni? Chi, nella propria vita, non ha mai provato quella stretta al cuore, quel pugno allo stomaco, quelle farfalle che stanno ovunque tranne che nel cielo? Forse nessuno e, dunque, ecco che la musica popolare, la musica di tutti, ha bisogno di occuparsi d’amore, in ogni sua forma, in ogni suo momento.
Lo ha capito bene Giordana Angi che ha messo a disposizione tutta la sua capacità autorale per concepire Stringimi più forte, il suo nuovo estratto radiofonico che preannuncia il prossimo album d’inediti (intitolato, peraltro, con un assoluto invito all’amore come ‘Voglio essere tua’) e che con semplicità riesce a raccontare la quotidianità di un amore.
“Com’è che mi dicevi? Per sapere amare non basta chiamarsi amore”. Parte così il racconto di un brano che parte dal passato per poi guardare al presente delle cose, all’amore di oggi piuttosto che a quello di ieri di cui, comunque sia, è frutto. C’è il pianoforte che apre e l’intimità di una voce che quasi sussurra il proprio desiderio di voler essere “pazienza in ogni dettaglio di te”.
Un amore in bilico, un amore in difficoltà, come spesso succede nelle vite di ciascuno di noi, non significa per forza che quel sentimento è svanito o che è meno forte. A volte, più semplicemente, deve semplicemente affrontare una nuova sfida che la vita gli ha posto dinanzi ecco che, allora, la soluzione a tutto ciò è tornare a viversi, tornare ad abbracciarsi più forte che mai per superare insieme quelle difficoltà: “stringimi più forte, stammi più vicino: solo per stanotte inganniamo il destino”. Ed è così che si arriva, prima o poi, a recuperare quella consapevolezza che “la felicità credo che abbia a che fare con te”.
Giordana ha il merito di saper raccontare quella forza di un legame d’amore con decisione e intensità sia nella vocalità, che ben utilizza le tinte soul e graffianti per rendere giusta attenzione a quelle difficoltà inevitabili per ogni percorso di coppia, che nella musica, ricca di sali e scendi, di ritmica che sottolinea i passaggi e di variazioni d’arrangiamento che non annoiano mai l’ascolto.
“Com’è che mi dicevi? Per essere felici bastan poche cose. Bene, io non vorrei mai, mai fare a meno di te”. Ecco, mai rinunciare all’amore: questo è l’insegnamento di un brano che pur parlando di un amore complicato e struggente sa guardare avanti con fiducia ed invita all’unione, al tornare ad abbracciarsi, al viversi con semplicità nel valore della quotidianità in cui il sentimento sa di non fermarsi.
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Ilario Luisetto
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