A tu per tu con la band bolognese, in uscita con il nuovo e interessante EP intitolato “Ultima stagione“
Tempo di nuova musica per Nelson Venceslai, Luca Lambertini e Lorenzo Stivani, alias i Rovere, gruppo bolognese in uscita con il loro secondo progetto “Ultima stagione”, che arriva a pochi mesi di distanza dall’esordio discografico siglato con l’album “Disponibile anche in mogano”. Prodotto prodotto da Fabio Gargiulo e distribuito da Sony Music a partire dallo scorso 25 ottobre, questo nuovo lavoro è composto da tre inediti, intitolati “stupido clark kent”, “come ha fatto jon” e “wi-fi”. In attesa di rivederli in tournée dal prossimo 21 novembre, abbiamo scambiato due battute con il cantante della band per approfondire la loro conoscenza.
Ciao ragazzi, partiamo da “Ultima stagione”, che sapore ha per voi questo Ep?
«Questo Ep potrebbe essere sicuramente paragonato ad un buon dessert offerto dal titolare al termine di una cena favolosa! Per noi infatti si chiude così un periodo iniziato con l’uscita di ‘’Disponibile anche in mogano’’ e continuato con un tour in giro per l’Italia che ci ha regalato moltissime emozioni e ci ha fatto crescere musicalmente ed umanamente».
Su quali tematiche si basano queste tre nuove canzoni?
«Potremmo dire di aver usato ‘’l’amore’’ (un tema certamente molto inflazionato) non come un ‘’fine’’ ma come un ‘’mezzo’’! Tutte e 3 le canzoni infatti descrivono diversi modi di vivere una storia d’amore raccontando però in realtà quanto sia necessario il confronto con ‘’l’altro’’ per capire sé stessi. Ogni relazione accende i riflettori sui nostri limiti e ci pone davanti ad un bivio: esserne vittima o provare a combatterli per non perdere qualcuno a cui teniamo molto».
A livello musicale, invece, quali sonorità avete voluto abbracciare?
«Come sempre non ci siamo posti a priori una ‘’destinazione’’ ed infatti sono usciti 3 pezzi con sonorità molto diverse tra loro anche se tenute insieme da un unico filo conduttore. In particolare per questo Ep è stata fatto un bel lavoro per cercare suoni nuovi da utilizzare anche grazie alla preziosissima collaborazione con il produttore Fabio Gargiulo».
Cosa aggiungono questi pezzi rispetto alle tracce contenute all’interno del vostro disco d’esordio “Disponibile anche in mogano”?
«Questi pezzi penso che mostrino un piccolo avanzamento nel nostro percorso, dall’uscita del disco sono passati poco più di sei mesi ma ci sentiamo molto diversi da allora e volevamo tradurre in musica questa nuova consapevolezza».
Facciamo un salto indietro nel tempo, come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dare vita al vostro progetto musicale?
«La nostra storia nasce in modo completamente casuale: io e Stiva (tastiere) ci conosciamo dai tempi della scuola materna e negli anni abbiamo suonato insieme in alcuni gruppi (il primo lo abbiamo ‘’fondato’’ senza neanche aver comprato gli strumenti!); Frank (basso) suonava insieme a noi e viveva con Nelson con cui suonava anche in un gruppo. Per una serie di coincidenze ci siamo trovati tutti nella stessa saletta prove ed abbiamo iniziato a suonare insieme le canzoni che ognuno teneva nel cassetto e così sono nati i rovere».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso?
«Le influenze di ciascuno di noi sono abbastanza eterogenee e spaziano dal cantautorato italiano all’itpop passando per molta musica inglese ed americana; in qualche modo questa diversità rende più complesso ma soprattutto più avvincente il processo di creazione della nostra musica».
Con quale spirito vi affacciate al mercato e come valutate l’attuale settore discografico?
«Lo spirito è sempre quello di non pretendere nulla e di non dare mai per scontato tutto quello che hai. Il mercato discografico negli ultimi anni è diventato sempre più ‘’liquido’’ e mai come adesso è importante fare musica solo se hai qualcosa da dire per stabilire davvero un rapporto con i tuoi ascoltatori e non essere spazzato via dal mare di musica nuova che continuamente viene immessa in un mercato ormai saturo».
Il prossimo 21 novembre ripartirete in tournée in giro per l’Italia, che tipo di spettacoli state preparando?
«Lo spettacolo sarà pieno di novità rispetto al tour estivo, oltre alla scaletta infatti stiamo lavorando su una serie di novità che non avremmo potuto attuare nei festival estivi ma che saranno possibili nei club. Purtroppo dopo questo tour staremo fermi per molto tempo quindi faremo di tutto per rendere indimenticabili queste date!».
Per concludere, dove e a chi desiderate arrivare con la vostra musica?
«Noi vorremmo veramente arrivare a più persone possibili non tanto per la gloria ma perché cantare insieme parole e musica che avevi nella testa è una cosa sicuramente divertente ed emozionante ma anche incredibilmente profonda. Sicuramente così ci si sente meno soli».
Nico Donvito
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